giovedì 8 novembre 2018
Visto dell'Ue all'intero famiglia, a ore il via libera. L'Italia, per visitare il Papa, tra le destinazioni agognate
Le figlie di Asia Bibi mostrano la foto della madre

Le figlie di Asia Bibi mostrano la foto della madre

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Si apre alla speranza ma acquista sfumature di “giallo” in Pakistan la già lunga e complessa vicenda di Asia Bibi. La donna cattolica, vittima dell’intolleranza di frange islamiste e degli abusi concessi dalla legge antiblasfemia, era arrivata in volo la sera di mercoledì in una base aerea della capitale Islamabad dalla città di Multan, sede del carcere femminile in cui ha trascorso gli ultimi 9 anni e 4 mesi di detenzione, fino all’assoluzione dalla condanna capitale sentenziata dalla Corte Suprema il 31 ottobre.

Dopo che nella notte tra mercoledì e giovedì si erano rincorse le voci di una sua partenza per una destinazione europea, alimentate anche dalla circostanza che a bordo del velivolo che l’aveva trasportata dal Punjab ci fosse un diplomatico olandese, ieri il ministro dell’Informazione, Chaudhry Fawad Hussain, ha definito «fake news» le notizie sulla fuga e chiesto ai mass media «maggiore responsabilità». Fonti locali hanno confermato che la donna, dopo giorni passati sotto protezione dalla sentenza all’esterno del carcere di Multan e non più in cella, è stata invece trasferita all’aeroporto militare di Rawalpindi, città-guarnigione presso Islamabad, dove sono arrivati anche i familiari, per anni vissuti in “clandestinità” Qui si sotto stretta sorveglianza, si è ricongiunta al marito, ma non ancora ai figli. Ormai “libera” di muoversi ma condizionata dall’alto rischio di ritorsioni, Asia Bibi ha voluto esprimere – attraverso poche ma commoventi parole che il marito ha voluto riferire a una fonte locale di Avvenire – gratitudine alla comunità internazionale per il sostegno costante: «Un grazie a tutti, il vostro aiuto soprattutto in questo momento è prezioso», ha sussurrato all’uomo che per la prima volta vedeva da donna libera. Ancora, Asia Bibi ha segnalato l’interesse per l’Italia, destinazione per lei particolarmente cara «perché con mio marito vorrei incontrare – ha riferito ancora Ashiq Masih citando le parole della moglie – il Santo Padre e ringraziarlo per la vicinanza con la preghiera». Una speranza che potrebbe concretizzarsi prestissimo.

Ancora le fonti, hanno confermato la consegna del passaporto a Asia Bibi e la probabilità della concessione – il documento è stato subito recapitato alla delegazione a Islamabad della Ue con quello del marito e dei cinque figli –, forse nella stessa giornata odierna, di un visto dell’Unione Europea valido per l’espatrio in ogni Paese dell’Ue: soprattutto tra quelli che hanno segnalato prima di altri la loro disponibilità: Germania, Olanda, Spagna e Italia. A questi si aggiungono Gran Bretagna e Canada che da tempo si sono detti disposti all’asilo.

Non ci sarebbero ostacoli legali all’espatrio, anche se formalmente la donna in attesa del giudizio di revisione della sentenza di assoluzione della Corte Suprema chiesto dagli avvocati del suo principale accusatore. A confermarlo il ministero dell’Interno, il cui portavoce Muhammad Faisal ha smentito categoricamente la partenza nella notte precedente, ma ha anche sottolineato significativamente che «Asia Bibi si trova in un luogo sicuro» e che «è una libera cittadina e può andare dove vuole. Non ci sono limitazioni ai movimenti di un libero cittadino». Ergo: l’inserimento nella “black list” del divieto di espatrio non c’è ancora stato. Mercoledì, anche il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, aveva invitato Asia Bibi e la sua famiglia a Bruxelles: «Contatterò personalmente le autorità pachistane responsabili – ha ribadito ieri l’impegno – per chiedere loro di fornire a lei e alla sua famiglia tutti i documenti di viaggio necessari».

Significativo in questo contesto, ma da verificare nei fatti, la dichiarazione alla Cnn dell’avvocato musulmano di Asia Bibi, Saiful Malook, riparato in Olanda per sfuggire alle minacce degli estremisti e che ieri ha ottenuto dall’Aja una «protezione temporanea». Secondo Malook, una domanda di asilo sarebbe state presentata alle autorità olandesi per la donna cattolica, il marito e le figlie.

Una situazione complessivamente positiva, quindi, ma ancora incerta, anche perché il coinvolgimento della comunità internazionale ha creato attese, speranze ma anche ostilità nei gruppi più radicali sul piano religioso che vogliono impedire l’espatrio di Asia Bibi. Un’ostilità che rischia di ritorcersi contro i vertici del sistema giudiziario e un esecutivo che ha fatto del rilancio economico una priorità e che per questo ha necessità di garantirsi investimenti e pieno riconoscimento internazionale.

Non a caso, ieri il ministro dell’Interno Shehryar Khan Afridi ha ammonito gli estremisti a non disobbedire alle direttive del governo o a essere pronti a pagarne le conseguenze, anche se l’esecutivo, ha precisato, «non userà i proiettili contro i propri cittadini». Nonostante questo decine di migliaia di fondamentalisti sono tornati in piazza.

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