Pompieri di Porto Velho al lavoro nelle fopreste amazzoniche del Rondonia in Brasile (Ansa)
Forte scontro su Twitter fra Emanuel Macron e Jair Bolsonaro sulla protezione dell'Amazzonia: il presidente francese ha lanciato l'allarme sulla "crisi internazionale" che rappresentano gli incendi forestali in Brasile, reclamando al G7 di iscrivere la questione all'agenda del suo vertice, ma il suo collega brasiliano lo ha
accusato di cedere al "sensazionalismo" per "interessi politici personali", dimostrando inoltre una "mentalità colonialista". "La nostra casa sta bruciando" ha avvertito Macron in un tweet, accompagnando il suo messaggio con la foto di un incendio forestale. "L'Amazzonia, il polmone del nostro pianeta che produce il 20% del nostro ossigeno è in fiamme, è una crisi internazionale", ha aggiunto, dando appuntamento ai leader del G7 "per parlare di questa urgenza fra due giorni".
La risposta di Bolsonaro non si è fatta attendere. "Mi dispiace che il presidente Macron cerchi di strumentalizzare una questione interna del Brasile e di altri Paesi amazzonici per i suoi interessi politici personali", ha scritto su Twitter. Il presidente brasiliano ha aggiunto che "il tono sensazionalista" con il quale Macron "parla dell'Amazzonia (facendo perfino uso di immagini false) non contribuisce in
niente alla soluzione di questo problema".
"Il suggerimento del presidente francese, che vuole che le questioni amazzoniche siano discusse dal G7, senza la presenza dei Paesi della regione, evoca una mentalità colonialista fuori luogo nel secolo XX", ha sottolineato Bolsonaro, assicurando che il suo governo "resta aperto al dialogo, in base a dati obiettivi e al rispetto mutuo" per affrontare la questione. I media brasiliani indicano che nel parlare di "immagini false" Bolsonaro si riferisce alla foto pubblicata da Macron su Twitter, che sarebbe stata scattata negli anni '90 da Loren McIntyre, un fotografo morto nel 2003, che lavorò a lungo per National Geographic e pubblicò un libro sull'Amazzonia.
Manifestazioni per l'Amazzonia sono invece in programma per oggi in Brasile e nel mondo, mentre il presidente brasiliano Jair Bolsonaro è sotto pressione internazionale per gli incendi che bruciano la foresta. Giovedì sera Bolsonaro ha partecipato a una riunione di crisi a Brasilia, dopo che di mattina aveva lanciato nuovamente accuse contro i difensori dell'ambiente, insinuando che dietro i roghi possano esserci delle Ong. Proteste sono in programma per oggi a San Paolo e Rio de Janeiro. Inoltre il movimento 'Fridays for Future' della giovane svedese Greta Thunberg, icona della lotta contro il cambiamento climatico, ha lanciato un appello a manifestare davanti ad ambasciate e consolati del Brasile nel mondo.
L'Istituto nazionale brasiliano di ricerca spaziale (Inpe) ha riferito di circa 2.500 nuovi incendi nell'arco di 48 ore in tutto il Brasile. La deforestazione, che avanza rapidamente, è la principale causa dello scoppio di nuovi roghi. Secondo l'Inpe, da gennaio al 21 agosto sono stati registrati nel Paese 75.336 incendi, cioè l'84% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, oltre il 52% dei quali interessano l'Amazzonia. Davanti a questa "tragedia", il presidente dell'Ecuador Lenin Moreno ha proposto al suo omologo brasiliano l'invio di tre squadre di pompieri specializzate negli incendi di foreste. Mentre la stampa brasiliana cominciava a riferire di problemi respiratori in alcune città, i roghi in Amazzonia giovedì sono rimasti la prima 'tendenza' su Twitter.