sabato 10 agosto 2024
Tra le vittime anche 6 donne e 11 bambini. Molti i corpi non identificati. Israele si difende: era un centro di comando di Hamas. L’Onu accusa. E il ministro Tajani: «Attacco inaccettabile»
Agguato sull’accordo a Gaza: 93 morti nella scuola dei profughi

Ansa

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Non era trascorsa neanche un’intera notte dall’annuncio del negoziato per la tregua, fissato al 15 agosto, che già all’alba l’incontro diplomatico era stato sabotato, come molti temevano. Atto deliberato o errore di calcolo, di certo ci sono 93 morti, tra cui 6 donne e 11 bambini. Tutti profughi palestinesi ammassati in una scuola della Striscia. La conferma che a Gaza non esistono luoghi sicuri, se neanche quelli indicati per raccogliere gli sfollati vengono poi risparmiati dalle deflagrazioni. L’attacco, secondo l’esercito israeliano, aveva come obiettivo i militanti di Hamas e della Jihad islamica che operano in quella zona e si anniderebbero a ridosso e all’interno di aree civili. Diversi video giunti da Gaza mostrano l’esito della mattanza: corpi dilaniati disseminati per tutta l’area, altri portati via nella speranza di un soccorso, nel caos di brandelli umani e cibo in scatola immersi nelle vaste pozze di sangue. Le autorità locali controllate da Hamas parlano di 93 morti accertati, tra cui 6 donne e 11 bambini, oltre a resti non identificati e decine di feriti alcuni dei quali senza speranza. Nel complesso scolastico adibito a rifugio c’erano almeno 6mila persone. L’esercito israeliano ha affermato che il bilancio delle vittime è stato volutamente gonfiato dalla propaganda di Hamas, sostenendo che ad essere stati uccisi sono stati 20 militanti armati di Hamas e della Jihad islamica. «Il complesso, e la moschea che è stata colpita al suo interno, serviva come struttura militare attiva di Hamas e della Jihad islamica», ha dichiarato il tenente colonnello Nadav Shav, mentre un’altra fonte militare ha rivendicato «la precisione delle armi utilizzate e l’accuratezza dell’attacco». Più tardi il portavoce dell'esercito ha dichiarato che ci sono alte probabilità che il comandante senior della Jihad, Ashraf Juda, sia stato ucciso durante il raid.

L’ospedale al-Ahi di Gaza City conferma di avere ricevuto 80 vittime. Fadel Naeem, direttore del centro medico, dice che 70 salme sono state identificate, per altre 10 non è stato possibile procedere al riconoscimento. «Un altro giorno di orrore a Gaza. Un’altra scuola colpita con notizie di decine di palestinesi uccisi tra donne, bambini e anziani». Così Philippe Lazzarini, commissario generale dell’Unrwa, l’Agenzia Onu per i profughi palestinesi che Israele vorrebbe dichiarare come organizzazione terroristica, dopo la scoperta del coinvolgimento di nove dipendenti (su 13 mila) massacro del 7 ottobre ad opera di Hamas.

Dal 4 luglio scorso Israele ha condotto 21 raid contro scuole nella Striscia di Gaza, usate come rifugio dagli sfollati. Lo ha denunciato l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. Secondo l’agenzia Onu, i raid di quest’ultimo mese hanno ucciso 274 persone, «tra cui donne e bambini», e, «nonostante l’esercito israeliano dichiari di prendere tutte le misure possibili per evitare danni ai civili», i continui attacchi a queste aree «dove le popolazioni sono costrette a spostarsi», e il «consistente e prevedibile impatto sui civili suggeriscono una violazione» del diritto internazionale umanitario. Nell’immediato l’impatto è sui colloqui previsti a partire dal 15 agosto e che in parte hanno ridimensionato i piani iraniani per una rappresaglia su larga scala contro Israele, dopo l’uccisione martedì della scorsa settiman a Teheran di Ismail Haniyeh, fino ad allora leader politico di Hamas, l’organizzazione estremista ora guidata da Yahya Sinwar, il capo militare a Gaza promosso anche a guida politica. Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente palestinese Abu Mazen, ha esortato gli Usa a porre fine al «sostegno cieco che porta all’uccisione di migliaia di civili innocenti, compresi bambini, donne e anziani». Alcune fonti nel corso della giornata hanno fatto trapelare l’intenzione di Sinwar di far saltare i colloqui, ma in serata un alto funzionario di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha dichiarato che la strage «dovrebbe rappresentare un punto di svolta per la ripresa dei colloqui per il cessate il fuoco». Tuttavia il gruppo sta studiando «una nuova proposta da discutere».

Il vertice negoziale è confermato. Ma potrebbe saltare da un momento all’altro. O fallire. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che invierà una delegazione, rinnovando tuttavia l’impegno a non porre fine alla guerra fino a quando Hamas non rappresenterà più una minaccia per gli israeliani. «È assolutamente inaccettabile il bombardamento di una scuola a Gaza che ha provocato tante vittime innocenti. Chiediamo ad Israele rispetto del diritto umanitario. È per proteggere i civili che chiediamo immediato cessate il fuoco e liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas», ha reagito il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. E la Casa Bianca non ha trattenuto l'irritazione, con gli Usa "profondamente preoccupati per le segnalazioni di vittime civili a Gaza" Su tutto Israele incombe la minaccia della vendetta iraniana, che ora dopo ora viene data per scontata, ma di portata ridimensionata. Funzionari della Casa Bianca sono stati inviati in Medio Oriente per puntellare la proposta negoziale e favorire un calo delle tensioni. La Giordania ha fatto sapere che consentirà a Israele di utilizzare il suo spazio aereo per sventare un potenziale raid da Teheran. E mentre i Pasdaran decidono quando intervenire e in che misura, mentre Israele ha avuto tutto il tempo di schierare le difese e gli Usa hanno puntato missili navali e caccia sui confini iraniani, nella serata di ieri, al termine del sabato ebraico, sono tornati a farsi sentire gli Hezbollah, con l’allarme per incursioni di razzi e droni dal Libano suonato una dozzina di volte.

Poco prima i caccia israeliani a bassa quota avevano superato la barriera del suono sui tetti di Beirut, provocando il “sonic boom” che terrorizza i civili e aizza i miliziani. In una spirale di vendette e odio che solo il successo del negoziato può tentare di arginare.

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