Bambini a Kabul - Ansa
Il ministero dell’Educazione dei taleban in Afghanistan ha annunciato la riapertura da oggi delle scuole primaria, media e superiore «solo per gli studenti maschi». La nota, pubblicata sulla pagina Facebook, si rivolge agli allievi di istituti pubblici e privati e ai soli insegnanti uomini, mentre non c’è alcun riferimento alla riapertura delle scuole per le bambine e le ragazze.
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Ma non basta. I miliziani hanno chiuso il ministero per gli Affari Femminili e lo hanno rimpiazzato con un dipartimento famigerato per l’imposizione di rigide regole religiose ai tempi del loro primo governo, due decenni fa. Sull’edificio di Kabul che è ospitava il dicastero gli operai sono stati visti sollevare l’insegna del ministero per la Promozione della virtù e la prevenzione del vizio. Su Twitter sono apparsi numerosi post che mostrano le ormai ex dipendenti del ministero protestare fuori dall’edificio contro il loro licenziamento. Nessun funzionario dei taleban ha risposto a richieste di commento al riguardo. Pur promettendo di governare in modo più moderato rispetto al passato, i taleban non hanno ancora consentito alle donne di tornare al lavoro e hanno imposto regole sul loro abbigliamento all’università. Il governo annunciato dagli studenti coranici due settimane fa non ha alcuna presenza femminile né una struttura che rappresenti gli interessi delle donne.
Intanto il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità l’estensione per sei mesi della missione in Afghanistan (Unama). Nella nota, i 15 membri hanno sottolineato «l’importanza della creazione di un governo rappresentativo e inclusivo».
Il Pentagono ammette la strage di bambini in agosto
Il Pentagono ha ammesso solo ieri che l'attacco con drone a Kabul poco prima del ritiro delle truppe Usa ha colpito un veicolo sbagliato e ucciso 10 civili innocenti: lo ha detto il generale Kenneth McKenzie, del comando centrale Usa, porgendo le più profonde «condoglianze ai famigliari delle vittime». Nonostante le indiscrezioni sull’«errore» e i dubbi emersi sui media Usa e le denunce dei famigliari delle vittime, finora il Pentagono aveva difeso l’azione diretta contro una «minaccia imminente», affermando che si trattava di kamikaze diretti verso l'aeroporto di Kabul. Tra le vittime sette bambini.