martedì 23 dicembre 2014
Tra gli iracheni in fuga a Erbil. Per la prima volta il 25 dicembre dichiarato festivo.
SIRIA Monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco (G. Paolucci)
IRAQ  Jean Benjamin Sleiman, arcivescovo di Baghdad  (G. Paolucci)
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Il salone anche ieri mattina era tutto un vociare e un correre di bambini. Era uno dei pi� ambiti l��Accademy� per chi si sposava ad Ankawa, il sobborgo cristiano di Erbil: banchetti di festa che solo gli adulti ora ricordano. In questi giorni di vigilia, grazie all�impegno del �Jesuit refugee service�, per i ragazzi sfollati da Qaraqosh e Bartalla quel salone � come il surrogato della veglia di Natale e della recita a scuola. Il surrogato della normalit� che si cerca a forza di ricostruire. Un Natale a turni: 180 ragazzi alla volta provenienti da Ankawa Mall e dagli altri centri di raccolta, in cui opera il team Focsiv. Sono gli abituali canti dell�animazione, questa volta con una particolare intonazione natalizia: al termine un piccolo buffet con dolce natalizio, per dare senso a delle mattine diverse. Centrale l�intervento di padre Jalal: poche frasi per infondere serenit� e scaldare il cuore, pensando al mistero dell�Incarnazione. Il giorno di Natale � proclamato per la prima volta festivo dal governo della regione autonoma del Kurdistan � sar�, poi, la Messa celebrata nei campi profughi e nelle numerose chiese di Ankawa a dare speranza alla difficile resistenza dei profughi cristiani. Il primo Natale da esuli, il primo senza la �Parola� annunciata in aramaico e il pane spezzato a Mosul e nella Piana di Ninive dall�anno 300: una nostalgia che attanaglia il cuore, mentre la speranza � sorretta solo dalla fede. Dagli altoparlanti la musica inizia a sormontare il fruscio delle voci: l�effimero del Natale per non lasciare soli e aprire una speranza non caduca. La Nativit�, sotto la stella, � una resistenza e una speranza, per affrontare l�inverno. Pochi chilometri pi� in l�, e la �piccola Betlemme� nel salone dei profughi, sembra persino un lusso. Quel piazzale doveva essere un giardino del Divan Hotel, il pi� lussuoso albergo nel cuore di Erbil. Uno spiazzo spettrale, per chi bussando alla porta di questa Betlemme del Kurdistan �non ha trovato posto nell�albergo�. � l�ultimo contatto del team Focsiv a Erbil, frutto di una segnalazione e della ricerca, da parte di un donatore dell�Acnur, di �casi limite da aiutare anche al di fuori della zona cristiana�. Sono in tutto 14 famiglie di yazidi, un centinaio di persone: quelle casupole del vecchio cantiere o le tende rudimentali, per loro sono comunque una meta agognata. Lo scorso agosto la fuga, per scampare alla morte: �Baran aveva 21 anni, era una ragazza bellissima�, spiega la madre mostrando con mano tremante la carta d�identit� plastificata. Lo Stato islamico era appena arrivato anche a Shangal, nei monti del Sinjar. Giornate intere sotto le bombe, quando una di essa scoppi� a pochi centimetri dalla bombola del gas. Baran, ferita gravemente, venne portata subito all�ospedale in mano agli uomini del Califfato. �Non era un guerrigliero. Eravamo due donne yazide�, afferma la madre. Per i terroristi dell�Is non vale la pena curare una ragazza. Baran muore poche ore dopo il rientro a casa. �Ho usato i miei vestiti per ricoprire mia figlia che � stata subito portata lontano e sepolta�. La morte di Baran, come un comando per tutto il clan: �Abbiamo capito che bisognava scappare�. Una fuga tremenda, dieci giorni a piedi sulle montagne al limite della capacit� di sopportazione: �Quando le nostre scarpe si sono disfatte, abbiamo avvolto i piedi con indumenti per arrivare in Siria a piedi�. Tutti gli yazidi ora nel �giardino� del Divan Hotel, hanno temuto di morire di fame o di sete. La Siria, come prima tappa, e non definitiva: dalla Turchia fino a Zakho, appena oltre il confine fra le montagne del Kurdistan iracheno. Era estate e sfruttando una carovana di camion che portava aiuti gli yazidi di Shangal sono giunti a Erbil, dietro il bel muro di cinta del Divan Hotel. Un cantiere dismesso, con casupole completate con teli, assi e lamiere a disegnare pareti e un po� di intimit�. Abitazioni di fortuna in uno spiazzo pieno di insidie: in una buca colma d�acqua Ranak, di soli tre anni, poche settimane fa � annegata. Era una di quei bambini che miti e sorridenti, corrono incontro ai volontari Focsiv. Nel giro di poche ore al �giardino� del Divan Hotel portano latte in polvere e pannolini, e due fornelli a gas, per dare il senso di una presenza umana in grado di aiutare. �Abbiamo visto, appena arrivati, un funzionario del governo. Voi siete i primi assieme a una Ong giapponese che ci ha portato dei giacconi pesanti�, spiegano gli adulti. Un giorno di tempo � servito a trovare altri sei fornelli a gas: �Cos� possiamo tutte fare cucina in modo separato�. Cos� a sera, le otto luci dei fornelli sono accesi nel �presepio� del Divan Hotel dove una camera per una notte costa fino a 700 dollari al giorno. Nel cielo, sopra il presepio, si staglia altissima la struttura di un enorme cantiere fermo. Cantieri abbandonati nell�alto dei cieli. E pace in terra agli yazidi, �pastori� di un presepio con otto fornelli a gas.

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