«Fai un passo indietro dal
baratro e tieni fede ai tuoi impegni internazionali», così il
segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen
rivolgendosi al presidente russo Vladimir Putin, nel suo
intervento all'università di Tallin, in Estonia.
Dal cantop suo Putin era alla Parata militare, a Mosca, per celebrare i 69 anni dalla
vittoria nella Seconda
Guerra mondiale. Non è in Crimea,
come alcune fonti avevano suggerito. Circa 11.000 soldati
sfilano sulla piazza Rossa, che il Primo maggio scorso aveva
visto, per l prima volta dal 1991, il ritorno della sfilata dei
lavoratori. Le due manifestazioni arrivano in un momento teso
nei rapporti tra la Russia e gli Stati Uniti, che alle
esibizioni muscolari di Putin ha risposto anche con le
esercitazioni militari nel Baltico con quei paesi -Estonia,
Lettonia e Lituania- che temono un eventuale predominio dell'ex
superpotenza sulla scena politica e militare. Il capo del
Cremlino assiste ala sfilata e per ora sembra aver seguito il
velato suggerimento del cancelliere tedesco Angela Merkel, che,
secondo la Bbc, aveva fatto sapere di ritenere un "peccato" se
il presidente russo avesse "sfruttato" le commemorazioni
odierne per una visita in Crimea, la regione ucraina annessa
alla Russia. Intanto il presidente e il premier ucraini, Oleksandr Turcinov e Arseni Iatseniuk, hanno annunciato
da Kiev "
una tavola rotonda di unità nazionale" con tutte le forze politiche di tutte le regioni. Dal dialogo sembrano però esclusi gli insorti armati filorussi, visto che è aperto a "coloro che non si sono sporcati le mani di sangue".Putin ha salutato il Giorno
della Vittoria come un "simbolo del trionfo della Russia".
"Sarà sempre cara a noi questa verità sacra e mai sbiadita"-
ha aggiunto, " e non permetteremo mai che quegli eroi vengano
traditi e dimenticati, insieme a tutti quelli che a spese della
propria vita hanno difeso la pace sul nostro pianeta". "Il 9
maggio", ha continuato prima di sollecitare un "hurrah" da
parte dei presenti, "resterà la nostra più grande festa, il
giorno del trionfo, dell'orgoglio nazionale, del ricordo e
della memoria eterna. Questa
è la festa dei nostri eroi
vittoriosi, e sentiamo con forza cosa ciò significhi per la
nostra Madrepatria e quanto sia importante quando si tratta di
difendere i nostri interessi". Russia e Stati Uniti
continuano a cercare una soluzione alla crisi ucraina. Ieri, ha
riferito la diplomazia di Mosca, c'è stata
una telefonata tra
John Kerry e Serghei Lavrov, nel corso della quale il ministro
degli Esteri russo e quello americano hanno tentato di definire
"i passi congiunti da prendere insieme all'Unione europea e
all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in
Europa". Lavrov ha ribadito che le operazioni militari di Kiev
nel sudest della repubblica ex sovietica vanno fermate e tolti
gli assedi alle città in mano agli insorti, ma resta il 'nò
dei separatisti alla richiesta russa di un rinvio del
referendum per la secessione previsto per la prossima domenica.