lunedì 23 gennaio 2017
La versione ad hoc per la comunità latina è sparita pochi minuti dopo l'insediamento. Insieme alle sezioni sul clima, il disgelo con Cuba e l'accordo nucleare con l'Iran
Il sito in spagnolo oscurato

Il sito in spagnolo oscurato

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Adiós. Anzi Goodbye. La versione in castigliano del sito della Casa Bianca è scomparsa pochi minuti dopo l’insediamento di Donald Trump. “Ci dispiace, ma la pagina che state cercando non può essere trovata”, si legge quando si digita l’indirizzo www.whitehouse.gov/espanol. La stessa sorte è toccata agli account in spagnolo di Facebook e Twitter.

Una cesura netta con il predecessore – Barack Obama – che li aveva aperti, subito dopo l’inizio del primo mandato. Il restyling digitale dell’era Trump è stato immediato. Mentre il neopresidente pronunciava il suo primo discorso ufficiale, il Web della Casa Bianca ha subito cambiato “home”. Per adeguarsi alla “nuova era”, sono scomparse alcune sezioni. Come quella sul disgelo con Cuba, sull’accordo nucleare con l’Iran e sul riscaldamento globale. Quest’ultima è stata sostituita dal “Primo piano energetico sul clima”, in cui la questione clima non viene nemmeno menzionata.

A sorprendere maggiormente, però, è la scelta di eliminare la versione castigliana della pagina. In cui, oltre alle traduzioni delle pagine inglesi, si trovavano temi di interesse specifico per la comunità latina. Quest’ultima comprende il 18 per cento della popolazione statunitense: la minoranza più numerosa. Almeno 57 milioni di americani parlano correntemente castigliano. Secondo le ultime stime, fra poco più di trent’anni, arriveranno a quota 132 milioni, trasformando gli Usa nel Paese con il maggior numero di cittadini di madrelingua spagnola. Trump, però, non sembra interessarsene. Già un anno e mezzo fa, in polemica con il rivale alle primarie repubblicane Jed Bush, aveva tuonato: «Negli Usa si parla inglese, punto».

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