I giovani in marcia verso il Campo della grazia a Lisbona per la Gmg - Jmj2023
Sono arrivati al Campo della grazia, il nome dato al Parco Tejo di Lisbona per la Gmg, affrontando un lungo cammino sotto un sole cocente e facendo pazientemente lunghe file per entrare. Hanno avuto qualche difficoltà a reperire il kit con i pasti, hanno dovuto adattarsi agli spazi e stringersi per permettere a tutti di stare lì. Ma sono felici di essere assieme ai loro coetanei all'evento più importante della Gmg: la grande Veglia con papa Francesco, la notte all'aperto e poi la Messa con il Pontefice di domenica mattina. Ogni pellegrino ha una storia da raccontare, attese, speranze, desideri e anche paure, preoccupazioni, sofferenze che l'amicizia, la condivisione e la preghiera assieme aiuteranno ad affrontare di certo.
A sinistra, Francesco Margini - Zanotti
Francesco Margini, 22 anni, della diocesi di Reggio Emilia, studente di Scienze motorie a Bologna, è alla sua prima Gmg: «È un'esperienza forte, resa tale anche dal fatto che siamo qui assieme a tantissimi altri giovani». «Non possiamo che dire grazie al Papa perché incoraggia la gioia, i sorrisi e la resilienza dei giovani», aggiunge Alessandro Delsante, anche lui di Reggio Emilia, 20 anni, studente di ingegneria gestionale all'Unimore. «Tanti di noi hanno bisogno di uscire, fare nuove esperienze e rialzarsi dopo la pandemia. Non dobbiamo subire questa situazione, ma siamo chiamati ad agire».
Alessandro Delsante - Zanotti
Luca Del Popolo ha 17 anni ed è alla sua prima Gmg, studente al Classico, viene dalla diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca. «Essere qui è di certo una grande emozione - dice -. La fatica non si sente. Conoscere costumi e tradizioni di altri popoli mi rende partecipe del mondo. Penso che un esperienza così sia un arricchimento per tutti».
Al centro, Eleonora - Zanotti
Anche Eleonora, 30 anni, impiegata, è alla sua prima Gmg. Viene dalla diocesi Frascati assieme ad altri 44 ragazze e ragazze. «Essere qui è emozionante - afferma -. Poi bisognerà capire cosa lascia questa esperienza incredibile, ma penso che lo scopriremo solo a casa. Di sicuro è una cosa che se non si vive in prima persona non si può capire».
Alessandro Burello - Zanotti
Alessandro Burello, della diocesi di Alba (Cuneo), è capo scout Agesci, ha 29 anni ed è medico. «Abbiamo sperimentato con mano che qui c'è stato un ottimo servizio di soccorso oggi. Anche per me è la prima Gmg - dice -. È bello, dopo due anni di pandemia, vedere tutti questi giovani assieme: dà una grande gioia. Dopo tutte le limitazioni essere tutti insieme ci fa capire che inizia un nuovo corso, che ci permetterà di avviare un mondo migliore».
A destra, Aurora Savin - Zanotti
Aurora Savin, 21 anni, è studentessa in giurisprudenza della diocesi di Padova: «Sono alla mia prima Gmg - racconta - e devo dire che mi ha sbalordito. Ero partita poco fiduciosa, torno a casa con un’idea ribaltata: è un'esperienza da fare, almeno una volta nella vita. Sentirsi tutti uniti è una sensazione che coinvolge ed entusiasma».
Il vescovo Beschi con i giovani della diocesi di Bergamo - Zanotti