Solo dopo si è compreso che il nuovo incontro con il Papa è stato un piccolo prologo della Gmg, ed è proprio ai giovani italiani che stanno per mettersi in cammino che Papa Francesco ha voluto rivolgersi con un inatteso messaggio attraverso Avvenire. Ad occhi chiusi, scegliendo le parole una ad una, il Pontefice parla del senso della «strada», di quel «andare avanti», del «coraggio» e della «gioia» necessari, e dello stare «non da soli».
Un messaggio spontaneo, che è frutto di un incontro. Già dall’inizio comprendiamo che Papa Francesco ha desiderato e atteso questo momento. Voleva vedere e ascoltare Bentolo, il giovane Camerunense sfuggito alle torture in Libia e che nel campo di prigionia si era fatto da tramite con don Mattia Ferrari, per pregare di nascosto in videochiamata insieme agli altri prigionieri cristiani dei guardacoste libici. «Benvenuti, vi aspettavo!». Papa Francesco invece era già lì ad attendere. Ed è anche per questa ragione che al termine dell’incontro, dopo uno scambio di idee durato oltre un’ora, in uno slancio spontaneo, mentre guarda l’amico profugo camerunense, il Papa chiede di tirar fuori i telefoni: «Si, facciamolo perché voglio dire alcune cose». È arrivato così il messaggio di Papa Francesco in video e audio per i giovani italiani che stanno per mettersi in cammino verso il Portogallo.
«A voi giovani che siete in partenza per Lisbona per la Giornata della Gioventù auguro una buona strada. E vi auguro di arrivare con gioia a quell’incontro». La strada per Francesco non è mai stata solo un luogo fisico, celebrato dalla letteratura e raccontato dalla cronaca, ma una metafora e un orizzonte. Lo spiega lui stesso: «Fare questa strada è mettersi in cammino. La vita è così: mettersi in cammino e i giovani hanno la vocazione a mettersi in cammino». Non è facile e neanche scontato. E servono alcune qualità per saper stare “sulla strada” per come la intende il Pontefice: «Andate avanti, coraggiosamente, guardando sempre dove voi volete arrivare». Senza paura, dunque, ma con la determinazione di chi vuole e deve proseguire. Difficile non vedere in queste parole il riferimento a quanti, per desiderio o per necessità, intraprendono percorsi tra pericoli e speranze.
Il sentiero percorso dagli ultimi, dagli scartati, dalle vittime di quelle che Papa Francesco chiama «globalizzazine dell’indifferenza», richiama perciò alla necessità di un diverso saper percorrere insieme «la strada». E ai giovani che si recano alla Giornata mondiale della Gioventù suggerisce di mettersi in viaggio, verso Lisbona come verso la vita di ogni giorno, «con quella mistica del cammino che è sempre vicino agli altri e non da soli».