Ma che “Giornata mondiale” sarà mai quella in cui la maggior parte dei minori non ha proprio alcun motivo per festeggiare? In una società dove le disparità sono sempre più stridenti la “Giornata” indetta dall’Onu diventa purtroppo solo lo spunto per mettere in fila tutto quello che non va. Ecco un piccolo esempio riferito all’Italia. Le migrazioni dei bambini affetti da cancro, che dal Sud e dalle Isole si spostano verso altre regioni per curarsi (59,6%). Le forti differenze tra regioni rispetto al numero dei posti letto in terapia intensiva pediatrica. Le disparità territoriali nel rapporto tra assistenti sociali e abitanti: se il Lep fissato dalla legge è di uno ogni 5 mila, negli ambiti territoriali del Meridione il rapporto è in media di uno ogni 10 mila. E ancora: al Sud e nelle Isole la media dei posti negli asili nido per bambini tra zero e tre anni di età è meno della metà rispetto a quella dei posti negli asili nido del Centro e del Nord Est e circa la metà rispetto al Nord Ovest. Sono alcune delle disparità ormai intollerabili che l’autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, ha messo in luce in occasione appunto della Giornata mondiale dell’infanzia.
“Non stiamo parlando di numeri – ha sottolineato Garlatti – ma della vita di tanti bambini, che rischiano di rimanere esclusi dai servizi sanitari e da quelli per la prima infanzia. Anche la povertà assoluta, che riguarda in media il 13,8% dei minorenni (in termini assoluti 1 milione 295mila minorenni), non colpisce tutti allo stesso modo – ha aggiunto l’Autorità garante – infatti è più elevata tra le famiglie con tre o più figli minori e in quelle composte unicamente da stranieri. Per queste ultime il tasso di povertà arriva addirittura al 41,4%”.
Cosa fare dunque? “L’Italia vive storicamente una situazione complicata sotto il piano delle finanze pubbliche, ci si trova quindi a dover fare delle scelte difficili in termini di politiche di bilancio. Tuttavia, è necessario che proprio in questa fase il perseguimento del superiore interesse del minore costituisca il criterio prevalente, perché è vero che le disparità riguardano anche gli adulti ma è vero anche che quelle che interessano bambini e ragazzi minano fortemente il loro diritto a un livello di vita sufficiente per consentire il loro sviluppo, fisico, mentale, spirituale morale e sociale. Un diritto, questo, sancito dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.
Proprio per questo, secondo Garlatti: “A differenti situazioni occorre dare differenti risposte. Questo vale a maggior ragione per i livelli essenziali delle prestazioni. Non è sufficiente definirli, vanno adeguatamente finanziati e, soprattutto, ne va verificata la declinazione concreta in ogni singolo territorio”.
Garlatti ha ricordato come l’Italia negli ultimi anni non sia rimasta ferma e abbia adottato importanti iniziative. “Penso al Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, al Quinto Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, al Piano di azione nazionale della Garanzia Infanzia, all’Agenda Sud e all’Agenda Nord” ha detto. “Questo però non basta: occorre uno sforzo ulteriore, mobilitando le risorse di tutti. Come Autorità garante, pur se non siamo un'amministrazione attiva e pur disponendo di risorse economiche limitate, abbiamo messo in atto per la prima volta interventi concreti, finanziando progetti che promuovono l’inclusione e la pratica sportiva tra minorenni nei comuni sotto 15 mila abitanti e attivando in sei grandi città iniziative per il contrasto alla dispersione scolastica”.
Sul tema delle disparità tra i minori è intervenuto anche il presidente del Forum delle associazioni familiari, Adriano Bordignon che ha invitato a riflettere «su quanto sia cruciale garantire a ogni bambino un ambiente sano e protetto, dove possa crescere, sviluppare le proprie potenzialità e vivere in dignità. Purtroppo, ancora oggi, milioni di bambini in Italia e nel mondo affrontano sfide gravissime: povertà, esclusione sociale, violenza e mancanza di accesso ai servizi essenziali. Dai dati Istat relativi al 2023 emerge che il 13,5% dei minori di 16 anni in Italia (1,13 milioni) si trova in una condizione di deprivazione materiale e sociale specifica, mentre il 14,% di minori vive in povertà assoluta (+4,6 dal 2014). Inoltre, il 10,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha interrotto il percorso formativo con la licenza media».
Bordignon ha anche come il Forum delle associazioni familiari sia impegnato «a collaborare con le istituzioni, le organizzazioni e le comunità affinché i diritti dei bambini siano al centro delle politiche pubbliche. Ogni bambino ha diritto a un'istruzione di qualità, a cure sanitarie adeguate, a un ambiente sicuro e soprattutto, a essere ascoltato e rispettato. Sosteniamo e rinnoviamo, dunque, l’appello dell’Unicef ai Governi, al settore privato, alle famiglie e a tutti gli adulti di ascoltare la voce dei bambini e delle bambine, delle ragazze e dei ragazzi di tutto il mondo, favorendo spazi di dialogo e confronto intergenerazionale per difendere e promuovere i diritti dell’infanzia. È nostro dovere, come società, garantire che nessun bambino venga lasciato indietro. Solo rafforzando la sinergia fra istituzioni e attori sociali possiamo garantire che i minori possano crescere in un ambiente favorevole, indispensabile per consentire a ciascuno di loro di sviluppare il proprio potenziale».
E Save the children ricorda non solo disparità ma autentiche e insopportabili strutture di ingiustizia che gravano – dovrebbero gravare – sulla coscienza del mondo. Circa un miliardo di minori in tutto il mondo ogni anno è colpito dalla violenza – tra cui l’abuso fisico, sessuale, emotivo e l’abbandono – con conseguenze di vasta portata che possono persistere fino all’età adulta, come il rischio di problemi di salute mentale e sociali. Quasi un bambino su cinque (in totale 473 milioni di bambini) nel 2023 viveva in una zona di guerra con una media di 31 bambini mutilati o uccisi ogni giorno e uno su 50 è costretto a fuggire, il doppio rispetto a dieci anni fa. Nel mondo nel 2023, sono nati più di 17.6 milioni di bambini destinati a soffrire la fame, un quinto in più rispetto al 2013, pari a 33 bambini affamati ogni minuto, 1 ogni 2 secondi. Inoltre, quest’anno 300 milioni di bambini e adolescenti – 1 su 8 a livello globale – hanno subito i 10 maggiori eventi meteorologici estremi, che ogni anno interrompono l’apprendimento di circa 40 milioni di minori.
In Italia sono 1 milione 295mila i minori in povertà assoluta, con un’incidenza pari al 13,8% del totale, circa 200mila di età compresa tra 0 e 5 anni (8,5% del totale) vivono in povertà alimentare, ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni.
Osserva Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children: «I bambini e le bambine vogliono che la loro voce sia ascoltata. Nonostante le difficili condizioni di molti, ho avuto il privilegio di vedere la loro resilienza e ho incontrato minori che lottano per i propri diritti. Lavorare perché siano rispettati i loro diritti è al centro della nostra missione e della nostra storia e oggi è altrettanto urgente e rilevante quanto lo era 100 anni fa. Non ci fermeremo finché i bambini e le bambine non saranno rispettati, sostenuti e protetti in tutto il mondo. Dobbiamo continuare ad ascoltare tra loro coloro che alzano la voce e condividono idee costruttive per il futuro che vogliono vedere».