mercoledì 12 ottobre 2022
Una ricerca analizza in maniera scientifica l'attivismo civico su base comunitaria, nato come risposta alla crisi del 2008 e all’emergenza Covid-19
Una portineria di comunità nel quartiere di Porta Palazzo a Torino

Una portineria di comunità nel quartiere di Porta Palazzo a Torino - Ansa

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Quando i membri di una comunità locale si auto-organizzano per affrontare i problemi sociali economici e ambientali del proprio territorio con soluzioni innovative, nascono le imprese di comunità, le comunità energetiche, le food coop, gli empori solidali, le portinerie di quartiere e tanti altri modelli organizzativi, le cui terminologie ormai sono entrate nel gergo comune. Ma sappiamo davvero di cosa si tratta? In parole semplici li potremmo definire esempi concreti di come gli abitanti di un territorio si 'fanno intraprendenti' per promuovere il proprio sviluppo sociale, economico e ambientale. Questa capacità delle comunità locali di auto- organizzarsi è tornata recentemente alla ribalta in quei settori che sono al centro del dibattito pubblico, quali le filiere di produzione e di consumo sostenibile, l’economia circolare, l’innovazione culturale e l’offerta di servizi in aree urbane e rurali. Sono esperienze di attivismo civico su base comunitaria, nate come risposta alla crisi del 2008, durante e a seguito dell’emergenza Covid-19 ma non solo. Nascono nei momenti più difficili della crisi. Sono sperimentazioni ricche di significato, che propongono strumenti innovativi introducendo modelli di sviluppo locale più sostenibili e destinati a migliorare la qualità di vita degli abitanti, così da riuscire a ricucire il tessuto sociale nella teoria e nella pratica. Non da meno, con la crisi energetica e finanziaria con la quale stiamo convivendo, sono iniziative la cui nascita e diffusione è destinata ad aumentare e a durare nel tempo. A fronte di questo fenomeno in rapida e costante evoluzione, Euricse, che vanta una lunga esperienza di studio sulle imprese di comunità, ha voluto fissare in un’istantanea per studiarne i tratti distintivi, gli elementi innovativi, i contesti che le generano e i principali fattori che ne spiegano la durata nel tempo. Questo primo Rapporto appena pubblicato si concentra su nove categorie individuate, ma la ricerca proseguirà nella costruzione di un database accessibile e ad approfondire attraverso analisi settoriali le conoscenze fin qui rilevate. Il progetto di ricerca ha una base pluriennale, e vede, oltre all’impegno scientifico di Euricse, anche il contributo di Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRC, Fondazione con il Sud, Fondosviluppo FVG Spa e dell’Alleanza delle Cooperative Italiane. Da una prima mappatura generale, a cui è dedicato il primo rapporto, si passerà nei prossimi tempi alle analisi settoriali, così da indagarne le specificità in dettaglio.

Questa ricerca sulle “Comunità Intraprendenti” differisce da iniziative analoghe, perché si concentra sugli elementi innovativi delle esperienze che vengono studiate in un’ottica comparativa, sui fattori di contesto che le generano e sulle logiche di coordinamento che permettono di portare benefici alle comunità locale. L’obiettivo è quello di offrire un’interpretazione scientifica del fenomeno che vada oltre la sola narrazione di 'storie di successo', che rischiano in alcuni casi di sottovalutare le difficoltà che stanno dietro al buon funzionamento e alla replicabilità di certi modelli. troppo spesso alla ribalta delle cronache nazionali. Il primo elemento che emerge dalla ricerca di Euricse è che per essere una 'Comunità Intraprendente' devono coesistere tre elementi fondamentali: 1) l’auto- organizzazione attraverso iniziative imprenditoriali autonome, 2) il beneficio comunitario per affrontare problemi economici, sociali ambientali; 3) la partecipazione comunitaria prevedendo il coinvolgimento attivo dei cittadini. Il secondo si caratterizza nell’obiettivo che perseguono le Comunità Intraprendenti: essere (fungere da) 'agenti di cambiamento' capaci di produrre, partendo dal basso, un processo di trasformazione culturale, sociale ed economico dei modelli associativi e imprenditoriali esistenti, spingendo verso nuovi percorsi di sviluppo locale più funzionali a migliorare la qualità di vita delle persone. Non essendo disponibili in Italia banche dati ufficiali in tal senso, lo studio di Euricse si è concentrato su quelle realtà esistenti e già sufficientemente strutturate sia per la loro forma organizzativa sia per la loro indipendenza operativa.

Da una prima fotografia generale si individuano 687 esperienze di 'Comunità Intraprendenti' distribuite su tutto il territorio nazionale suddivise in nove tipologie: Community Hub, Imprese di Comunità; Patti di collaborazione; Portinerie di quartiere; Empori solidali; Comunità che Supportano l’Agricoltura (CSA); Food Coop; Comunità Energetiche Rinnovabili; FabLab. Ad oggi, quelle maggiormente diffuse sono le Imprese di Comunità (31% del totale) e gli Empori Solidali (28%), seguite dai FabLab (20%). Da sole, queste tre tipologie, rappresentano il 79% delle Comunità Intraprendenti individuate. Meno consistente risultano al momento essere le altre esperienze oggetto d’analisi, come ad esempio le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) che, nonostante il momento attuale, raggiungono appena il 4% del totale. Un dato, questo, che si riferisce a quelle ufficialmente costituite e non a quelle in procinto di farlo. Il numero di CER, infatti, è destinato a crescere nei prossimi mesi non solo per effetto delle politiche di transizione ecologica attuate a livello europeo e nazionale (RED II, IEM, L. 8/2020), quanto soprattutto a causa della crisi energetica in corso, che sta spingendo numerose comunità ad attivarsi in questa direzione. In generale, l’indagine rivela un contesto molto dinamico, fatto di esempi concreti di innovazione sociale e di nuove economie di prossimità. Il Rapporto di ricerca edito da Euricse è disponibile sul sito dell’istituto di ricerca (www.euricse. eu ) e parte integrante di questo progetto sono anche 'I Podcast Intrapredenti', cinque esperienze di nuove economie di prossimità ed attivismo civico che si possono ascoltare sulle piattaforme Spreaker, Spotify o Google Podcast.

*Ricercatore senior Euricse

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