Sono 1.719 le startup innovative che risultavano iscritte a febbraio, alla sezione speciale del registro delle imprese: il 30% nel Nord-Ovest, il 28% nel Nord-Est, 23% al Centro e 19% nell'Italia meridionale e insulare. Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Milano, Roma, Torino le regioni e le province più popolose. È la Relazione annuale del ministero dello Sviluppo economico (Mise) a esporre "le risultanze empiriche" derivate dal primo anno di attuazione del decreto crescita. Da un punto di vista della distribuzione settoriale, il 78% delle start up innovative opera nei servizi, soprattutto nella produzione di software e nelle attività di ricerca e sviluppo, il 18% nell'industria e nell'artigianato, il 4% nel commercio, ma non mancano esempi di start up attive nel campo del turismo e dell'agricoltura. Sono 19, infine, gli incubatori certificati, strutture dotate di un'esperienza consolidata nell'attività di sostegno alle startup innovative."Le startup innovative sono al centro della strategia di rilancio del sistema produttivo nazionale cui stiamo lavorando'', commenta il ministro dello Sviluppo economico,
Federica Guidi. "Sostenendo la nascita e lo sviluppo di nuove imprese innovative vogliamo favorire un approccio di politica industriale premiante per quelle aziende capaci di incidere profondamente sulla competitività e sulla produttività del nostro tessuto economico, generando effetti positivi sull'occupazione, in particolare giovanile", spiega assicurando come "sotto la mia direzione, l'impegno del ministero su questo fronte viene, se possibile, ulteriormente rafforzato". Diverse sono, infatti, dice, "le nuove misure attualmente in fase di studio, tra queste è ormai prossimo al lancio il programma Italia Startup Visa, il cui obiettivo è la semplificazione del meccanismo di concessione di visti per i cittadini extra-Ue che intendono avviare una startup innovativa in Italia".