Quando il Portogallo è stato salvato, il 4 maggio del 2011, sui titoli a 10 anni pagava interessi del 9,5%. Ieri, con una caduta di 35 centesimi, i rendimenti dei titoli portoghesi sono scesi al 9,25%. È la prima volta che gli investitori sono disposti a prestare denaro a Lisbona a tassi inferiori a quelli che costrinsero l’Europa a salvare il Paese. Questa discesa sorprendente è forse la migliore dimostrazione dell’ottimismo che si respira di questi tempi sui mercati. Gli investitori (almeno quelli che non sono andati in ferie) stanno puntando sulla soluzione della crisi europea. Scommettono su questo scenario positivo da quando, a fine luglio, Mario Draghi ha garantito che la Banca centrale europea farà tutto il necessario per salvare l’euro. Nemmeno il fatto che la Bce nel suo vertice di inizio agosto non abbia preso nessuna decisione concreta in questa direzione e neppure il nervosismo mostrato senza troppe cautele da pezzi grossi della Bundesbank e del governo tedesco hanno convinto gli investitori a cambiare idea e tornare a puntare sulla fine dell’euro.Chi investe è ottimista, e dalla penisola iberica ieri è arrivato un altro chiaro segnale. La Spagna – che non è stata esattamente salvata, ma quasi – è riuscita a collocare 4,5 miliardi euro di titoli con scadenze a 12 e 18 mesi pagando tassi di interesse del 3,07% sui titoli a 1 anno e del 3,33% su quelli a un anno e mezzo. A luglio per titoli analoghi Madrid aveva dovuto pagare rispettivamente il 3,92% e il 3,33%. Crollano i rendimenti e si riducono gli
spread. Il tasso dei Btp italiani a 10 anni è sceso di altri 11 centesimi, al 5,66%, a 410 punti di distanza dai Bund tedeschi, che invece pagano l’1,56% e sono in salita costante dall’inizio del mese.Se ci si sposta in Borsa il clima non cambia. L’indice FtsEurofirst, che mette assieme i 300 titoli più "pesanti" d’Europa, ieri ha guadagnato lo 0,5% e si è così portato ai massimi degli ultimi 13 mesi. Dal giorno delle promesse di Draghi il principale l’indice è salito del 9%. La migliore Borsa d’Europa ieri è stata, ancora una volta, Piazza Affari. Milano ha guadagnato il 2,4%, trascinata dai titoli delle banche, legati a doppio filo con l’andamento dei titoli di Stato: Intesa Sanpaolo ha guadagnato il 5%, UniCredit il 2,8%. È andata bene, ma con più cautela, anche a Madrid (+1%), Parigi (+0,9%) e Francoforte (+0,8%). Fuori dalla zona euro, Londra ha guadagnato lo 0,6%.Anche gli Stati Uniti sfruttano l’ottimismo europeo. L’allarme lanciato da Standard & Poor’s (l’agenzia di
rating ha scritto che sono aumentate le possibilità di una nuova recessione negli Usa) è stato sostanzialmente ignorato. Con un guadagno marginale (+0,3% a pochi minuti dalla chiusura) Wall Street si è infatti riportata ai massimi degli ultimi 4 anni, cioè ai livelli precedenti al crollo di Lehman Brothers. Le speranze sulla soluzione della crisi hanno fatto bene anche all’euro, che ha chiuso sopra gli 1,24 dollari toccando un picco a 1,2475 (era partito da 1,23).