mercoledì 3 giugno 2015
Su un campione di oltre mille imprese, l'80%, dichiara di non avere necessità di ridurre il personale nell'arco del prossimo anno; il 32%, pensa di poter aumentare il numero dei propri dipendenti nell'arco dei prossimi 12 mesi.
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Anche le imprese più piccole intravvedono la ripresa. E tornano a pensare a nuove assunzioni. Intanto, scende vistosamente il numero di quelle che si dicono costrette a licenziare. Emergono segnali positivi da un'indagine dell'Adnkronos su un campione di oltre mille imprese su tutto il territorio, interpellate attraverso diverse associazioni d'impresa. Due i dati più eloquenti: quattro imprese su cinque, l'80%, dichiarano di non avere necessità di ridurre il personale nell'arco del prossimo anno; una su tre, il 32%, pensa di poter aumentare il numero dei propri dipendenti nell'arco dei prossimi 12 mesi. Quest'ultimo dato appare in rapida crescita: la stessa rilevazione il mese scorso indicava una quota pari al 25%.A sostenere queste aspettative ci sono, secondo le segnalazioni raccolte, "un giro d'affari tornato a crescere", dopo anni di contrazione, e la percezione che "la ripresa appena iniziata possa consolidarsi nel tempo". A incidere anche un sistema di regole che, dopo gli interventi di questi mesi del governo, decontribuzione con la legge di stabilità e Jobs act, le piccole imprese iniziano a percepire come "meno penalizzante".Il lento miglioramento nelle condizioni del mercato del lavoro alimentato dalle micro e piccole imprese si evidenzia nel confronto anno su anno. Eloquente è infatti anche il dato che riguarda le scelte compiute nell'ultimo anno. Scende sotto il 20% (18%) il numero di imprese che è stata costretta a licenziare. Mentre arriva al 15% la quota di quelle che è riuscita ad aumentare il numero degli addetti. La stessa rilevazione l'anno scorso, a maggio 2014, mostrava uno scenario diverso: erano il 25% le imprese che avevano licenziato e, soprattutto, non andavano oltre il 10% quelle che avevano assunto personale.
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