La sede della Regione Liguria a Genova - Archivio
La Regione Liguria si pone un ambizioso obiettivo per questo 2021: trovare casa alle imprese. Per chi decidesse di cercare un ufficio o una nuova sede per la sua impresa o start up sul territorio ligure è a disposizione l’innovativo portale OpportunityLiguria.it, con cui l’istituzione regionale valorizza superfici territoriali pubbliche e private adatte all'insediamento di attività produttive, direzionali e logistiche. La piattaforma fornisce informazioni non soltanto sugli immobili disponibili o sulle aree edificabili, ma anche sui servizi logistici, sui collegamenti, sulla popolazione dell’area, sul reddito medio e sulla mobilità. Una vera e propria azione di marketing territoriale, per sfruttare appieno la posizione strategica – tra il Mediterraneo, la Francia e il sud Europa – dell’asse produttivo e logistico del Nord Italia. Non una vetrina, ma un’applicazione che disintermedia una serie di indagini immobiliari che un tempo avrebbero richiesto settimane di ricerche e permette a eventuali investitori, anche a distanza, un primo approccio rapido. Il progetto strategico della Regione Liguria – sviluppato da Liguria Digitale e gestito da Liguria International – è stato realizzato grazie al Fondo Europeo di Sviluppo regionale 2014-2020 e fornisce all'utente informazioni contestualizzate alle aree locali, attraverso strumenti quali la cartografia del territorio, l'infografica del contesto economico e socio-demografico e i servizi inerenti alla logistica e all'accessibilità della zona d'interesse. Uno strumento digitale in continuo aggiornamento, che conta già edifici di alto valore architettonico, insediamenti moderni, edifici industriali dismessi, case cantoniere e uffici.
Gli aspetti fondamentali della piattaforma sono sostanzialmente due.
- L’informazione, con la pubblicazione dei dati completi sulle aree disponibili, con contenuti illustrativi, schede tecniche, approfondimenti e dettagli.
- L’interazione con gli utenti, facilitando i contatti e il supporto tecnico.
Opportunity Liguria contiene informazioni non soltanto su grandi aree e siti strategici, ma anche su spazi di dimensioni più contenute, adatti al lancio, o al rilancio, di piccole e micro imprese. E copre tutte le vocazioni imprenditoriali possibili: dall’industria al turismo, dal commercio all’agricoltura senza trascurare chi lavora su nicchie specializzate o a progetti pilota. Le aree si possono selezionare per località, proprietà, tipologia e dimensioni. Per ogni area, per ogni sito, vengono fornite informazioni descrittive generali e di dettaglio, dati legati all’opportunità di investimento, caratteristiche del terreno o dell’immobile, informazioni su accessibilità e logistica. Mappe navigabili e infografiche aggiungono informazioni su attività manifatturiere, artistiche, sportive, di intrattenimento, servizi di alloggio e ristorazione, vincoli architettonici, archeologici e paesaggistici, pericolosità idrogeologica. A questi input si aggiunge poi il quadro economico e socio-demografico del territorio, utilizzando i dati dell’Istat sulla popolazione residente, sul tasso di occupazione di adulti e giovani, sul livello di scolarizzazione, sul reddito medio pro capite, sulla mobilità pubblica e privata, confrontati con gli indicatori regionali e nazionali.
Inoltre la Regione Liguria ha sinora attivato più di 100 milioni di euro per le imprese liguri per fronteggiare l’emergenza Covid. Una misura variegata di strumenti finanziari, coperta in larga parte da contributi a fondo perduto. A partire da quelli resi disponibili per le micro, piccole e medie imprese (inclusi i professionisti) in favore della digitalizzazione dell’attività economica. Su iniziativa dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti, la Regione ha voluto aiutare gli imprenditori nello scenario dello smart working, quasi imprescindibile nella prima fase emergenziale. Una misura, rientrante nell’asse 3.1.1 del Por Fesr Liguria 2014-2020, che ha coinvolto 3.299 imprese, per una richiesta di contributo superiore agli 11,5 milioni di euro. Per consentire a tutte le imprese richiedenti del primo giorno di bando di rientrare nel provvedimento adottato, Regione Liguria ha rifinanziato di ulteriori 4,4 milioni le disponibilità del plafond iniziale, aprendo la possibilità – con altri 2 milioni di euro di contributo – a quei codici Ateco che non potevano inizialmente presentare domanda (tour operator, agenzia di viaggi etc.). Disponibilità a favore della digitalizzazione, già sperimentate a febbraio con un bando analogo da 3 milioni di euro, specifico per le microimprese dell’entroterra (206 le richiedenti).
Parallelamente, l’azione dell’assessorato allo Sviluppo economico si è mossa su un altro filone imprescindibile per continuare a fare impresa in tempi di Covid, ossia l’adeguamento dei processi produttivi alle norme di sicurezza. Prima in Italia, la Liguria ha stanziato 10 milioni di euro a fondo perduto (a copertura del 60% dell’investimento) – anch’essi rientranti nell’asse 3.1.1 del Por Fesr Liguria 2014-2020 – per le spese sostenute per riaprire in sicurezza (dall’acquisto di mascherine alla riorganizzazione degli spazi lavoro, attraverso opere edili). L’alta richiesta (circa 19,2 milioni di richiesta di contributo, a fronte di 2269 domande) ha incentivato la Regione a rifinanziare di ulteriori 6,2 milioni di euro la misura, andando a coprire le oltre 1.800 domande pervenute nel primo giorno di bando. Come avvenuto per la digitalizzazione, anche questo bando – con ulteriori 3 milioni di euro - è stato aperto a settembre a nuovi codici Ateco, che per normative europee non potevano inizialmente presentare domanda. L’ultima iniezione di liquidità, specifica su questi due filoni, è arrivata nella giunta dell’11 dicembre, quando l’assessore Benveduti ha integrato di 1,2 milioni di euro le economie dei due bandi descritti, consentendo a tutte le oltre 6 mila e 300 imprese di avere la copertura economica per l’intervento richiesto (circa 33 milioni di euro).
A fine dicembre Regione Liguria ha inoltre attivato 7,7 milioni di euro a fondo perduto ‘una tantum’ per le attività economiche liguri maggiormente colpite dalle restrizioni Covid (previsti dall’art.22 del Decreto Legge n.157/2020). Questa iniziale quota verrà presto integrata con un fondo da oltre 4 milioni di euro dedicato agli ambulanti, esclusi dai risarcimenti governativi, e da uno omologo da circa 5 milioni per le categorie non coinvolte nel primo provvedimento ristori.
Ma, per fare impresa in Liguria anche in emergenza, la Regione ha adottato misure anche innovative per sostenere la mancanza di liquidità innescata dalle restrizioni imposte dal governo. Tra queste balza certamente agli onori della cronaca, per unicità e gradimento, il fondo di finanziamento e capitalizzazione delle micro, piccole e medie imprese liguri, per accompagnare le imprese fuori dalla crisi – grazie all’ingresso nell’azionariato di Ligurcapital (braccio finanziario dell’ente regionale) come socio di minoranza - in un percorso dai 4 ai 7 anni. Lo strumento finanziario si dota di 16 milioni di euro di plafond, con una quota da 1,5 milioni specifica per le start up, e consente importi d’intervento fino a 200 mila euro. Ad oggi hanno presentato richiesta più di 100 aziende, con fatturato compreso tra 500 mila euro e 5 milioni di euro, e circa 20 start up. Imprese per lo più appartenenti ai settori della meccanica, dei software, della ristorazione, della ristrutturazione edile e del well management. Il provvedimento, particolarmente apprezzato per i tempi di concessione (in media 30 giorni) e per la semplicità dell’istruttoria, verrà allargato nel prossimo futuro anche alle cooperative. Oltre a questi interventi, che hanno riscontrato un notevole successo tra le aziende, Regione Liguria ha attivato un fondo di garanzia da 38,5 milioni di euro in collaborazione con il sistema bancario, che ha consentito a micro, piccole e medie imprese di ottenere finanziamenti fino a 30 mila euro a un tasso particolarmente vantaggioso (spread max 1,5%) e con una restituzione da 24 a 72 mesi. Per il 2021 l’assessore Benveduti si impegna a riaprire i bandi digitalizzazione e adeguamento processi produttivi per concedere l'opportunità anche a chi non aveva fatto a tempo a presentare domanda a maggio.