Dalle tendenze occupazionali e sociali in Europa alle sfide e le possibili risposte strategiche: questi i temi analizzati nell’ultimo Rapporto Esde, la principale relazione della Commissione europea sulle tendenze occupazionali e sociali in Europa, presentata oggi presso l’auditorium Inapp, l'Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche. L’evento è organizzato in collaborazione con Adepp, l’Associazione degli enti previdenziali privati. Ad aprire i lavori Paola Nicastro, direttore generale Inapp, cui è seguita la presentazione del Rapporto Esde 2018 a cura di Loukas Stemitsiotis, della Dg Occupazione, Affari sociali e Inclusione della Commissione europea. Il programma della giornata prevede gli interventi di Valentina Meliciani (Luiss Guido Carli), Alberto Oliveti (presidente di Adepp), Alessandro Ramazza (presidente di Assolavoro). Si prosegue con alcune indicazioni di policy, con gli interventi di Claudio Durigon (sottosegretario di Stato al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali) e Lorenzo Fioramonti (vice ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca). Chiude i lavori Stefano Sacchi, presidente di Inapp.
«Il mondo del lavoro sta cambiando con una progressione accelerata dovuta a diverse macrotendenze: la globalizzazione, la digitalizzazione e la robotizzazione, il cambiamento demografico - spiega Oliveti -. Queste sono le principali evidenze dal Rapporto Esde 2018. Ringrazio quindi Lukas Stemitsiotis di essere tornato qui a condividere i risultati di quest’indagine.
Secondo le proiezioni del Rapporto Esde entro il 2060 la popolazione in età da lavoro (20-64 anni) diminuirà del 13%, con una decrescita media annuale dello 0,3% mentre il numero degli over 65 aumenterà in media dell’1% l’anno. Gli stessi sistemi di welfare, che hanno il compito fondamentale di garantire l’equità tra le generazioni, potrebbero aver bisogno di progressivi aggiustamenti per garantire l’equità nel tempo.
INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE
Il Rapporto sull’invecchiamento 2018 con le proiezioni economiche e finanziarie 2016-2250 (Ageing Report 2018), ci dice che nei prossimi 50 anni il nostro continente sarà interessato da un invecchiamento progressivo che inciderà fortemente sui costi fiscali legati a pensioni, assistenza sanitaria e cure di lungo periodo. Secondo il Rapporto (che utilizza le proiezioni Eurostat più recenti) l’Italia perderà quasi 6 milioni di abitanti nel periodo (da 60,8 milioni a 54,9 milioni).
LIBERI PROFESSIONISTI
I liberi professionisti rappresentano una delle principali categorie di lavoratori in Europa (oltre 11 milioni di posti di lavoro e più di 500 miliardi di fatturato, per un contributo al Pil dell’Unione pari a circa il 9%). In Italia, secondo l’Istituto nazionale di statistica, i liberi professionisti rappresentano il 6% dei lavoratori.
DATI ADEPP
Dal Rapporto Adepp 2018 si nota come gli iscritti degli Enti di previdenza associati nel 2017 sono 1,6 milioni (in crescita del 24% rispetto al 2005), con entrate contributive aumentate dell’81% nel periodo (sono pari a 9,8 miliardi di euro nel 2017). Diminuiscono i giovani sul totale degli iscritti anche se aumentano le professioniste (ormai prossime alla parità numerica con i colleghi). L’età media passa da 44 anni del 2005 a quasi 50 anni (47,7) nel 2017. Tra gli iscritti le donne e i giovani presentano redditi meno elevati: per le prime il 38% in meno rispetto ai colleghi uomini, per i giovani al di sotto dei 40 anni il reddito medio si aggira intorno ai 20.500 euro l’anno. In generale il reddito dei professionisti è diminuito del 3% circa in dieci anni. Il loro potere di acquisto è sceso del 19,3%.
WELFARE PRO-LAVORATIVO
Sostenere il lavoro dei liberi professionisti, uomini e donne, giovani e anziani, è prioritario per gli Enti previdenziali perché vuol dire garantire una previdenza sostenibile e l’adeguatezza dei regimi. Sostenibilità e adeguatezza dei sistemi pensionistici sono strettamente collegate alla misura in cui si integrano contributi, imposte e risparmio fatti dalle persone occupate. Le Casse di previdenza dei professionisti da buoni gestori del futuro pensionistico degli iscritti devono pensare al futuro. Soprattutto se questo futuro arriva prima, velocemente e con cambiamenti radicali. Regolamentare l’esercizio della professione in modo rigoroso è indispensabile per qualificare chi può agire in nome dell’interesse pubblico. Tuttavia al criterio legale che definisce le professioni riservate bisogna aggiungere dei criteri che individuano particolari settori economici, al fine di intercettare le nuove pratiche di esercizio delle professioni con tutte le trasformazioni in atto. E questo non solo per estendere la platea dei potenziali contribuenti ma anche dall’altra per inserire in un sistema solidale chi non ha ancora una protezione perché fuori dai meccanismi produttivi conformati a regole vecchie.
IL CAMBIAMENTO
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale potrà riguardare prevalentemente la consulenza di base che potrà essere sostituita dalle nuove tecnologie, ma va vista anche come amplificatore di relazioni, conoscenze e competenze. Difficilmente potrà sostituire tutte le attività umane, soprattutto quelle dove è importante il rapporto di fiducia, il rapporto umano. Nasce però l’esigenza di governarne la sua capacità di auto-apprendimento, perché il deep learning potrebbe portare a delle evoluzioni che non possiamo oggi prevedere e quindi è bene governarlo. Dobbiamo essere consapevoli che esistono delle relazioni tra demografia e innovazione tecnologica. Una forza lavoro meno giovane ha una minore propensione all’innovazione e al rischio, e questo rende i lavoratori vulnerabili rispetto a una competizione internazionale oppure maggiormente sostituibili dalle macchine. Se avremo meno giovani o persone più anziane il capitale e l’innovazione creeranno soluzioni che economizzano il lavoro. D’altra parte senza innovazione non c’è occupazione.
COME AFFRONTARE LE SFIDE
È necessario accompagnare i settori professionali verso nuove forme e modi di svolgere l’attività. Per i professionisti della conoscenza e delle competenze intellettuali le parole chiave per affrontare le sfide del futuro e dell’innovazione continua saranno: aggiornamento continuo (lifelong learning, Lll), alta qualificazione, flessibilità, tempestività nelle scelte, aggregazioni multidisciplinari e un respiro internazionale. Questo serve per essere più competitivi, ma come si classificheranno dal punto economico, contributivo e giuridico questi nuovi modelli? Nelle conclusioni della Conferenza europea di giugno scorso le Casse italiane e tedesche hanno ribadito come esista oggi un rischio demografico, ma anche un rischio specifico del mercato del lavoro. Intanto però l’Unione europea nei documenti ufficiali, come le Raccomandazioni specifiche per i Paesi, continua a occuparsi delle libere professioni solo in termini di liberalizzazioni. È dunque necessario considerare anche tutte le implicazioni economiche e contributive dei possibili nuovi modelli dell’esercizio della professione.
SOSTENIBILITÀ DELLE PENSIONI
Le sfide della previdenza non si possono affrontare solo con le riforme previdenziali, come dimostra l’esperienza delle Casse di previdenza dei professionisti. Negli ultimi anni le Casse hanno adeguato le regole della previdenza alle nuove tendenze demografiche ed economiche. Al contempo però hanno attivato sistemi di welfare integrativo a sostegno dei propri iscritti durante la vita lavorativa. Si sono messe a punto iniziative che consentono alle Casse di intervenire su richiesta del professionista per colmare i deficit formativi e di aggiornamento a sostegno delle transizioni professionali, integrare l’assicurazione sanitaria, ampliare l’attività a nuovi settori e ridurre gli effetti di eventi critici che incidono sulla capacità reddituale del singolo (problemi di salute, non autosufficienza, mobilità, maternità, paternità, crisi, cambiamenti normativi e tecnologici). Secondo gli Enti previdenziali, il pilastro sociale dovrà occuparsi sempre più anche di portabilità, totalizzazione dei contributi, sostegno alle start up e all’autoimpiego anche per i professionisti. In Italia lo stiamo facendo come Casse, come corpi intermedi, ma non è sempre possibile. La sfida quindi è: come disciplinare questo settore tra libero mercato e garanzia di qualità in un mondo che sta cambiando. Per questa ragione le Casse hanno chiesto un rapporto d’iniziativa del Parlamento europeo che avvii un approfondimento serio sulle libere professioni oggi, per intervenire sui cambiamenti in atto e anticipare quelli futuri.
«Il Rapporto Esde - spiega Sacchi - si occupa di cambiamento tecnologico e del suo impatto su welfare e lavoro: temi che risuonano con la ricerca condotta in questo Inapp. Quel che emerge dal Rapporto della Commissione europea è che, in un contesto in grande trasformazione, vengono premiate non solo le competenze tecniche dei lavoratori, ma anche quelle trasversali e le soft skill; inoltre, a mansioni meno routinarie, corrisponde un minor rischio di perdita di posti di lavoro. L’investimento in formazione si conferma molto importante».
«Tra le richieste che abbiamo portato in Europa - afferma il presidente di Adepp - ma che rivolgiamo anche al governo nazionale: una minore tassazione sui rendimenti, meno ostacoli per svolgere la libera professione, maggiore attenzione alla qualità dell’attività professionale, ai settori delle libere professioni, al welfare del lavoro autonomo e alla competitività e innovazione delle libere professioni».
Per Durigon, infine, «non si può non tenere conto dei cambiamenti in atto nel settore informatico che potrebbero richiedere importanti aggiornamenti delle competenze. Tutto passerà attraverso piattaforme informatiche con un forte impatto sul mercato del lavoro. Nasceranno quindi nuove professioni più o meno specialistiche inerenti il campo del web e vi saranno numerose professioni specie quelle tecniche che avranno necessità di un forte aggiornamento. La normativa riguardo queste nuove realtà in via di trasformazione dovrà necessariamente essere al passo con i tempi e i cambiamenti normativi comportano un aggiornamento da parte di quelle categorie professionali che dovranno confrontarsi con nuovi scenari».