Sono dieci le borse di studio, di mille euro ciascuna, che la Provincia di Grosseto ha deciso di destinare alle studentesse meritevoli in materie scientifiche. «Il progetto rientra nelle azioni di promozione per un'equa distribuzione delle responsabilità̀ familiari tra donna e uomo e la lotta agli stereotipi di genere che limitano le scelte lavorative e l'assunzione di ruoli di responsabilità da parte delle donne», spiega una nota
della Provincia di Grosseto. Il progetto vuole favorire, attraverso il conferimento di benefici economici, l'accesso delle studentesse dell'ultimo anno delle scuole secondarie superiori alle competenze - e quindi alle professioni - derivate dai percorsi cosiddetti Stem - Science, Technology, Engineering and Mathematics - dove la presenza femminile è tradizionalmente scarsa.
«Nel corso degli anni, grazie anche a una crescente sensibilizzazione, è aumentata - commenta Antonfrancesco Vivarelli Colonna, presidente della Provincia di Grosseto - la partecipazione delle ragazze agli studi nei campi tecnologici, ma siamo ancora molto lontani dalla parità. Lo stereotipo ancora largamente diffuso secondo il quale le donne sarebbero meno portate per la matematica influisce sullo stesso modo di approcciarsi alla materia fin dalla più tenera età. A tenere lontane le donne dalle carriere scientifiche, evidentemente, non è la natura, ma la cultura dominante: il fatto che negli altri campi ci siano meno uomini con cui competere. E per cambiare questa cultura e incoraggiare le ragazze a intraprendere carriere nella scienza e nella tecnologia servono nuovi modelli di riferimento».
Le studentesse che desiderano partecipare devono aver conseguito all'esame di Stato della scuola superiore una votazione tra 80 e 100 su 100 nel corso dell'ultimo anno scolastico. Devono, poi, dimostrare di essere iscritte a qualunque indirizzo di Ingegneria, a Scienze matematiche e fisiche, a Statistica o a Chimica. Le domande dovranno pervenire alla Provincia di Grosseto entro e non oltre il 10 settembre 2019.
«Non vi è alcuna base scientifica che le ragazze non siano altrettanto brave, se non più brave dei ragazzi, e che non possano accedere a realizzazioni professionali negli stessi campi - conclude Olga Ciaramella, consigliere provinciale delegata alle Pari opportunità -. I dati dicono che molte giovani, benché portate per le materie scientifiche nella scuola secondaria di primo e di secondo grado, per molto tempo si sono iscritte a facoltà umanistiche ignorando le proprie naturali inclinazioni, perché scoraggiate dai pregiudizi
stessi. Noi vogliamo invertire questa tendenza con ogni tipo di azione».
L'iniziativa vuol favorire l'accesso delle donne alle professioni scientifiche. Domande entro il 10 settembre
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