mercoledì 29 aprile 2015
L'assessore all'Istruzione, Lavoro e Formazione professionale (nella foto): «Abbiamo avuto difficoltà nonostante fossimo partiti sei  mesi prima».
COMMENTA E CONDIVIDI
L'operazione in Piemonte procede bene. Ma ho la sensazione che Garanzia giovani non sia ancora riuscita a mobilitare davvero i giovani neet. Dobbiamo andarli a cercare, a stanarli». Giovanna Pentenero, assessore all’Istruzione, Lavoro e Formazione professionale della regione Piemonte, è abbastanza soddisfatta di come si è sviluppata l’azione di politica attiva, ma non nega né le difficoltà a far partire «una macchina così complessa», né soprattutto a incidere concretamente sul grande bacino degli inattivi, 2,2 milioni a livello nazionale, 109mila in Piemonte.Che cosa dicono i vostri numeri?Abbiamo oltre 25mila iscritti, 7.136 hanno ricevuto una proposta tra formazione (3.500), tirocinio e lavoro (3.036) e percorsi di autoimprenditorialità (100).Siamo ancora su percentuali non propriamente da primato, anche se migliori rispetto ad altre Regioni...Non era facile perché in questo campo delle politiche attive il Paese era praticamente a zero e la "macchina" di Garanzia giovani è particolarmente complessa. E in realtà noi siamo stati avvantaggiati dal fatto che avevamo cominciato con 6 mesi di anticipo grazie al piano "Garanzia giovani Piemonte" varato a fine 2013 con uno stanziamento regionale di 7 milioni di euro. Quando si è partiti con il piano nazionale a maggio 2014, dunque, il motore era già un po’ rodato. Nonostante ciò non nascondo che non è stato agevole... anche perché le aspettative erano, e sono, davvero alte in un momento di massima crisi dell’occupazione e dell’attività delle imprese.Quali sono state le difficoltà maggiori: il rapporto con lo Stato, con le agenzie del lavoro private, con le imprese o la burocrazia degli uffici pubblici?Noi abbiamo avuto problemi di tipo informatico, anzitutto, di dialogo con la piattaforma nazionale. La collaborazione pubblico-privato con le agenzie, invece, ha funzionato bene. E lo stesso direi del dialogo con le imprese. Se si pensa che solo dal 13 aprile a oggi, cioè in meno di settimane sono state pubblicate sul portale circa 600 opportunità di lavoro, mi sembra che l’interesse delle aziende sia dimostrato. A luglio scade il termine per l’utilizzo dello stanziamento regionale e proseguiremo con i fondi nazionali assegnati al Piemonte, 90 milioni di euro. Per alcune misure però i soldi sono già esauriti e dovremo vedere come rifinanziarle.Quali miglioramenti allora occorrerebbe portare al programma?Al di là degli aspetti tecnici, credo che il problema principale sia "attivare" davvero i neet, perché la grandissima parte di quelli che si sono iscritti ai portali sono in realtà ragazzi che si sarebbero comunque dati da fare sul mercato del lavoro, non sono ancora i veri inattivi. Al di là degli incontri che vanno svolti nelle scuole e negli altri luoghi deputati, allora, occorre andare a cercare questi giovani anche in ambiti informali. Penso agli oratori, alle discoteche o addirittura nelle piazze dove si ritrovano.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: