Quando si tratta di elaborare la propria personale ricetta per la felicità, gli italiani prediligono part-time e famiglia mentre meno di un italiano su 5 lavora per la propria ambizione o la propria realizzazione personale. È quanto emerge da un sondaggio InfoJobs.it, la principale realtà italiana ed europea nel settore del recruiting online per numero di offerte di lavoro, traffico Internet e numero di cv in database, che ha interpellato i propri utenti sul tema dell’equilibrio famiglia-lavoro in occasione della festa del papà.Dai dati raccolti e analizzati da InfoJobs.it, emerge che un’ampia quota dei papà-lavoratori sarebbe disposta a lasciare il lavoro (oltre il 40%) o a ridursi l’orario (36.7%) per passare più tempo con la propria famiglia. Se persiste, da un lato, un 18.3% di uomini con una visione più tradizionalista e che preferirebbe vedere la propria compagna dedicarsi esclusivamente alla famiglia, per quasi il 50% degli intervistati la ricetta della felicità consiste in un lavoro part-time per se e la propria partner, in modo da poter gestire la bilancia lavoro-famiglia in maniera più flessibile e proficua.Perché allora, a fronte di una volontà chiara di spendere più tempo con i propri cari, la scelta di dedicarsi alla vita familiare è ancora così poco diffusa? Se per il 27% dei lavoratori intervistati il principale disincentivo è direttamente legato all’aspetto economico, tra coloro che invece potrebbero permetterselo, quasi il 15% dichiara di avere timore di essere giudicato negativamente all’interno del proprio ambiente di lavoro e frenare così l’ambizione verso un orario più flessibile. In controtendenza, solo un altro 15% del campione maschile dichiara di non essere interessato a ridurre il proprio orario di lavoro. Ma come vedono gli uomini italiani una combinazione orario ridotto-carriera? Se oltre la metà degli intervistati dichiara che lavorare con orario ridotto è un privilegio dei dirigenti e che le conseguenze pesino sui collaboratori con carichi di lavoro e responsabilità maggiori, oltre il 43% dei lavoratori italiani pensa che l’opzione di un orario ridotto sia una prerogativa delle posizioni di livello basso o intermedio.E di fronte al congedo parentale? Un italiano su tre si dice non interessato ad usufruire del congedo di paternità preferendo lasciare alla propria partner il privilegio di farlo mentre quasi il 40% degli uomini ritiene che, dal punto di vista professionale, la scelta di sfruttare a pieno il congedo sarebbe giudicata negativamente dal proprio ambiente di lavoro. Dati che confermano quando rilevato dall’Istat nel 2012 secondo cui solo l’11% dei congedi parentali era usufruito dai papà e che hanno portato la legge Fornero del 2012 a introdurre un giorno di congedo obbligatorio per i neo-papà nei primi cinque mesi di vita del neonato.