Page Personnel, multinazionale inglese leader nella ricerca, selezione e somministrazione di professionisti qualificati, ha condotto un’indagine globale per analizzare l’evoluzione del lavoro temporaneo e dell’
interim management per capire come questa forma di collaborazione sia percepita dai lavoratori, ma anche dalle aziende. "Dalla nostra indagine – dichiara
Tomaso Mainini, Managing Director di PageGroup – emerge un dato molto interessante: le aziende cercano sempre di più collaboratori a tempo che abbiano profili fortemente specializzati e con percorsi di studio di grande rilievo; 7 lavoratori su 10 hanno un livello universitario (Laurea di Primo Livello, Laurea specialistica o Laurea in gestione di impresa). E anche durante il rapporto di lavoro, la formazione è considerata fondamentale per il successo aziendale, sia dai dirigenti, sia dai dipendenti. In particolare, il 52% dei lavoratori dichiara di aver ricevuto formazione in relazione ad un incarico di lavoro (in particolare, 65% dei lavoratori somministrati e 55% dei manager ad interim). Dall’altro lato, un’ampia maggioranza (58%) di manager selezionatori conferma di aver investito, o di essere comunque pronta a farlo, nella formazione dei propri lavoratori temporanei”.I selezionatori manifestano difficoltà nel trovare profili dalle competenze adeguate per svolgere attività altamente specializzate. Nel Regno Unito, quasi un selezionatore su quattro dichiara di avere difficoltà per quanto riguarda il settore amministrativo – finanziario. Non mancano le difficoltà, poi, anche per le aziende che appartengono a settori in rapida evoluzione e che, per loro natura, necessitano di candidati con competenze molto specifiche e in continuo aggiornamento. La formazione delle risorse, anche temporanee, diventa fondamentale per ogni azienda. Circa i 2/3 degli interim manager e il 50% dei dipendenti con contratto di somministrazione percepiscono l’opportunità di cogliere un contratto temporaneo per dare un’accelerata alla loro carriera. Non sono poche le aziende che allocano budget – anche abbastanza consistenti – per il training dei lavoratori a tempo proprio perché considerano la formazione essenziale per il loro successo a lungo termine. “A livello globale – continua Tomaso Mainini – più della metà delle aziende investe nella formazione dei propri manager ad interim (58%). La nostra ricerca ha dimostrato che le aziende che assumono sono di gran lunga i principali fornitori di formazione: circa 2/3 dei candidati intervistati, infatti, dichiara di aver ricevuto formazione proprio sul posto di lavoro. Questo, naturalmente, porta ad una conseguenza molto interessante: il personale temporaneo o ad interim soddisfagli stessi bisogni dei lavoratori a tempo indeterminato in azienda. Il 40% dei manager sostiene di impiegare lavoratori in somministrazione o ad interim per soddisfare le stesse mansioni dei colleghi con contratti a tempo indeterminato. Le percentuali più alte, in questo senso, si trovano in Belgio (55%), Italia e Spagna (49%), Brasile (48%) e Regno Unito (47%)”. La formazione promuove il coinvolgimento dei lavoratori, la produttività e lo sviluppo. Ciò è confermato dai risultati del sondaggio: più della metà (52%) dei dipendenti ritiene di aver progredito nella propria carriera proprio dopo aver intrapreso un incarico temporaneo (67% dei manager ad interim e il 47% dei lavoratori temporanei). Lo sviluppo professionale è un potente fattore motivante per impegnarsi in una mansione, specialmente dato che il lavoro su base temporanea può – in qualche caso – escludere ricompense di carattere finanziario.