mercoledì 21 agosto 2019
Sono state 10.994.000.000, il 4,8% in meno rispetto al quarto trimestre 2007. Ne mancano circa 550.000.000
Ore lavorate ancora inferiori ai livelli pre-crisi
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Nonostante il tasso di occupazione sia tornato ai livelli precrisi (59,2% a giugno 2019 contro il 58,9% del
2007), e nonostante il numero dei lavoratori occupati, sempre a giugno 2019, sia di 23.399.000 contro i 23.184.000 di aprile 2008, le ore lavorate sono ancora significativamente inferiori a quelle dei mesi precedenti l'ultima grande crisi economico-finanziaria. Lo rivela l'Osservatorio sul mercato del lavoro di Itinerari previdenziali (Dinamiche e linee di tendenza del secondo trimestre 2019), curato dall'economista Claudio Negro.

Nel primo trimestre 2019, dettaglia l'Osservatorio, le ore lavorate nel complesso dell'economia sono state 10.994.000.000, il 4,8% in meno rispetto al quarto trimestre 2007, che aveva registrato il valore più alto ante-crisi. Mancano circa 550.000.000 di ore per tornare a quel livello. Non solo. Mentre a partire dal 2015 il monte ore lavorate è lentamente cresciuto (fatto 100 il 2015, il primo trimestre 2019 è a
quota 112,6), resta sostanzialmente fermo il numero delle ore lavorate pro capite: 102,5 rispetto a 100, come rilevabile dalle serie storiche Istat. In sostanza, il (poco) maggior lavoro è stato ridistribuito tra
un numero crescente di lavoratori.

Il dato è peraltro da considerare anche ripartendo la perdita di ore lavorate per professione e comparto. Nel 2015, si legge ancora nell'analisi del Centro studi guidato da Alberto Brambilla, «quando cominciava qualche segno di ripresa, il 70,7% del monte ore lavorato apparteneva al perimetro dei servizi nel senso lato (commercio, impiego pubblico, terziario vario, professioni), mentre soltanto il 23,7% faceva riferimento all'industria manifatturiera e alle costruzioni (erano rispettivamente il 66% e 28,1% nel 2007, prima della crisi)».

Negli anni successivi, il consolidarsi della ripresa ha spostato il monte ore lavorato dalla manifattura verso i servizi: nei servizi, nel primo trimestre il monte ore lavorato da dipendenti rispetto al quarto trimestre 2007 era inferiore "solo" dello 0,7%, ma nel comparto della manifattura si era arrivati addirittura al 15,7%. «A partire dalle serie storiche Istat è dunque possibile sottolineare come il parziale recupero di ore lavorate sia dovuto esclusivamente ai servizi», si legge nello studio.

Il meccanismo che determina una riduzione delle ore lavorate in contemporanea alla crescita degli occupati è riconducibile a due fatti. Il primo è la forte riduzione degli straordinari e il sensibile aumento della cassa integrazione, spiegano gli autori dell'analisi. Per quanto riguarda le ore di straordinario, non disponendo di dati aggiornati, si tratta di un'«osservazione intuitiva se guardiamo al calo degli indici di produzione industriale (-0,2% a giugno rispetto a maggio e -1,2% su base annua)».

Quanto alla cassa integrazione, si legge nello studio di Itinerari previdenziali, «l'Inps comunica che, a giugno 2019, le ore di cassa integrazione autorizzate sono state del 42,6% più numerose di quelle di 12 mesi fa e, in maggior parte, si è trattato di cig straordinaria, quindi non di breve termine». «Il secondo fatto da considerare è invece la continua crescita dei contratti part-time, quasi tutti involontari: a fine 2018 erano un milione in più di quelli precedenti la crisi e, di questi, il 64% era involontario», conclude lo studio.

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