Ferdinand Piech, ex amministratore delegato e presidente di Volkswagen, in una foto del 2014 (foto Ansa)
È morto a 82 anni Ferdinand Piech, l’ex amministratore delegato e presidente di Volkswagen considerato il principale artefice della trasformazione della casa tedesca nel più grande costruttore d’auto del mondo.
Piech è morto domenica in un ospedale della Baviera, secondo quanto riportato dal Bild. Si è sentito male mentre cenava con la moglie Ursula ed è stato subito portato all’ospedale, dove però non sono riusciti a salvarlo. «È morto improvvisamente e inaspettatamente» ha detto la moglie.
Piech era il nipote di Ferdinand Porsche, il fondatore dell’omonima casa sportiva. Figlio di genitori nazisti, educato in Svizzera e conquistata una laurea in ingegneria a Zurigo ha sempre lavorato nel mondo dell'auto. Prima in Porsche, quindi, nel 1972, in Audi, già parte del gruppo Volkswagen.
È diventato il Ceo di Volkswagen nel 1993, quando l’azienda aveva conti in perdita e problemi di qualità e costi. Cambiò l’intero gruppo dei dirigenti, convinse i sindacati ad accettare settimane di lavoro più corte per risparmiare, introdusse nuovi modelli. Avviò una campagna di acquisizioni di marchi che portò all’interno di Volkswagen il lusso di Bentley, Bugatti e Lamborghini, una maggiore integrazione con la spagnola Seat e la ceca Skoda. Fanno parte del gruppo Vw ben 12 marchi, compresi Audi, Man, Scania e Ducati.
Nella sua avventura manageriale però si contano anche grandi fallimenti: tre delle auto più fallimentari della storia dell’industria automobilistica moderna – riferisce Automotive News– appartengono al gruppo Volkswagen: la Volkswagen Phaeton, la Bugatti Veyron e l’Audi A2.
Nel 2002 fu nominato anche presidente del consiglio di sorveglianza dell’azienda. Nel 2012 comprò Porsche, l’azienda fondata dal nonno, dopo che suo cugino Wolfgang Porsche aveva tentato di fare il contrario, prendendo il controllo di Volkswagen, nel 2008.
Piech ha lasciato Volkswagen nell’aprile del 2015, lasciando il posto di presidente all’allora amministratore delegato Martin Winterkorn. Pochi mesi dopo è esploso il caso del dieselgate.