Per un giovane d’oggi è difficile pensare alla carriera, perché spesso e volentieri l’istinto è quello di accettare la prima proposta di lavoro ricevuta senza essere troppo “schizzinosi”, visti i tempi che corrono. Ma, sebbene il problema della disoccupazione giovanile in Italia sia più che mai attuale, vi sono ancora degli ambiti in cui fare carriera è possibile, a patto di possedere un determinato titolo di studio e tanta voglia di fare. E tra questi titoli di studio, è sempre stata la laurea in economia quella considerata più “sicura”, ma è ancora così? sembrerebbe di si. Secondo i dati Almalaurea, dopo cinque anni dalla laurea, il 92,4% di coloro che hanno scelto la magistrale biennale in Scienze economico-aziendali è occupato. Anche per chi ha optato per un percorso magistrale biennale di Scienze dell'economia l’occupazione risulta elevata: è pari infatti all’89,1%.
Chaberton Partners - società fondata a Lugano nel 2017 da Christian Vasino (ex Chief Hr Officer di Gruppo Adecco prima e Chro di Pirelli fino al 2016) e attiva nel settore Human Capital, dove offre un portafoglio di soluzioni Hr completo su scala globale - ha individuato il percorso di carriera ideale per un giovane laureato in Economia.
La laurea in Economia rimane infatti una sicurezza, consente di avere numerosi sbocchi e, con le scelte giuste, di raggiungere i vertici societari. La carriera tipo di un laureato in materie economiche suggerita dagli esperti di Chaberton Partners comprende quattro fasi.
Prima fase: società di consulenza, dai 23 ai 28 anni. All’interno di queste società il neolaureato può ricoprire il ruolo di consultant o auditor, andandosi quindi a occupare di revisione contabile. In questo tipo di società è bene rimanere circa cinque anni per avere una buona formazione, ma non andare al di là del quinquennio per non rimanere bloccati in questo ruolo. Lo stipendio medio è compreso tra i 23mila euro e i 35mila euro annui. «Le società di consulenza sono un’ottima scuola perché i candidati hanno modo di iniziare a muoversi in contesti strutturati e a interfacciarsi con diversi stakeholder. - commenta Gianluca Scarpa, director di Chaberton Partners nella divisione professional -. Sono una vera e propria scuola formativa in cui il neolaureato impara a conoscere le basi del proprio lavoro, non solo dal punto di vista meramente tecnico ma anche relazionale. Mai sottovalutare il fatto che, al primo impatto con il mondo del lavoro, è spesso più difficile imparare a rapportarsi con capo e colleghi, e ancor più con i clienti, che non imparare tecnicamente il mestiere».
Seconda fase: azienda, controllo di gestione, dai 28 ai 35 anni. Passare dalla consulenza al controllo di gestione è sicuramente un primo passo per un buon avanzamento. Qui le mansioni sono legate alla previsione e al controllo dell’andamento economico della società, nei diversi dipartimenti. Lo stipendio base è compreso tra i 35mila e i 45mila euro annui. Occuparsi del controllo di gestione permette al lavoratore di imparare come funziona il flusso economico e finanziario di un’azienda. È bene rimanere in azienda dai quattro ai sette anni, per poi cambiare nuovamente. «Se nella società di consulenza si impara, come è naturale che sia per la “gavetta”, a gestire più problematiche e situazioni, in azienda è possibile concentrarsi e specializzarsi su determinate skill e mansioni che saranno poi utili per tutto il percorso di carriera», precisa Scarpa.
Terza fase: finance manager, dai 35 anni. Il finance manager è colui che gestisce i dipartimenti finanziari di una società (contabilità, crediti e controllo di gestione). Lo stipendio medio è di 55.000 € annui. Diventare finance manager significa essere riusciti a raggiungere davvero un buon risultato e una posizione economica di tutto rispetto. Siamo già nell’ambito dirigenziale, con tutti i benefit ma anche oneri che comporta.
Quarta fase: Cfo. Il coronamento della carriera di un economista sta sicuramente nel diventare un Cfo, ovvero il direttore finanziario. il Cfo è colui che ha la responsabilità di supervisionare la gestione finanziaria di una società, il che significa che è il responsabile delle performance e della crescita della società stessa. Solitamente l’età in cui si raggiunge questa posizione è compresa tra i 37 e i 45 anni. Lo stipendio va contestualizzato con le dimensioni della struttura aziendale, per questo è bene prediligere nelle scelte di carriera le aziende di medie e grossi dimensioni. «La regola di base da non scordare mai, per chi punta in alto, è che se si vuole crescere e fare carriera è utile testare e testarsi in differenti contesti lavorativi. Puntare a scalare i vertici della società in cui si è ottenuto il primo lavoro è controproducente, non impossibile, ma sicuramente difficile. Cambiare spesso quindi, imparare a mettersi in gioco e, soprattutto, rischiare».
È sempre stata considerata la più “sicura”. È ancora così? Sembrerebbe di sì, o per lo meno è tra quelle che consentono un buon avanzamento di carriera
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