Dopo 39 mesi di passione, luglio porta un ulteriore dato negativo per il mercato automobilistico. Le vetture immatricolate nel mese sono state 107.514 con un calo del 1,92%. La contrazione però è modesta ed è quindi compatibile con l’ipotesi che la caduta del mercato italiano dell’auto stia per arrestarsi.
Infatti, dopo una serie di cali a due cifre proseguita fino al febbraio scorso, le immatricolazioni italiane hanno fatto registrare contrazioni del 4,9% in marzo, del 10,83% in aprile, del 7,98% in maggio, del 5,51% in giugno ed ora dell’1,92% in luglio. Questa sequenza di cali sembrerebbe autorizzare la conclusione che la caduta del mercato dell’auto si stia fermando per lasciare spazio ad una fase di stagnazione o ad un primo avvio di ripresa.
Difficile dire quale sia l’ipotesi più probabile. Alcuni elementi farebbero pendere la bilancia dalla parte della ripresa. Innanzitutto timidi, anzi timidissimi, segnali vengono dall’andamento dell’economia reale ed in particolare dagli indicatori Istat e Centro Studi Confindustria su produzione industriale, occupazione, fatturato e ordinativi nell’industria. Un segnale più robusto viene invece dagli indicatori di fiducia che mostrano che il clima di opinione nel Paese sta cambiando, anche se l’azione del Governo per promuovere la crescita, pur generosa, fatica a decollare.
La vettura più venduta in Italia a luglio è sempre la Fiat Panda (7.373 consegne), che precede Fiat Punto (5.483), Lancia Ypsilon (4.078), Fiat 500L (3.529) e Fiat 500 con 3.447 vetture.Al sesto posto Citroen C3 a 2.923 vendite, precede Ford Fiesta (2.490), Volkswagen Polo (2.420), Alfa Romeo Giulietta (2.399) e Volkswagen Golf a 2.224 consegne.
Il clima di fiducia dei consumatori, dopo il miglioramento di giugno, si conferma in crescita anche in luglio. E in luglio salgono anche l’indicatore per le imprese determinato dall’Istat e quello per gli operatori del settore dell’auto determinato dal Centro Studi Promotor. Dall’inchiesta congiunturale condotta a fine luglio da quest’ultimo vengono poi anche altre indicazioni che accreditano la possibilità di un possibile modesto miglioramento nei prossimi mesi. In particolare la maggioranza degli operatori interpellati, che a giungo dichiarava di attendersi domanda ancora in calo, in luglio dichiara di attendersi domanda prevalentemente stabile o in piccola crescita.
In ogni caso, sostiene il Centro Studi Promotor, ammettendo che la caduta del mercato dell’auto si stia effettivamente esaurendo e che si stia delineando un recupero, va sottolineato che questa situazione si sta producendo mentre il quadro dell’economia, nonostante i segnali di cui si è detto, continua ad essere estremamente negativo e mentre non è stato superato nessuno dei fattori specifici di freno che penalizzano fortemente la domanda di autovetture (caro-carburanti, caro-assicurazioni, difficoltà del credito, eccesso di tassazione).
In questa situazione, prosegue il Centro Studi Promotor, perché un rimbalzo della domanda di auto (come probabilmente è quello che si sta delineando) possa trasformarsi in una ripresa significativa occorrono due condizioni. La prima è che vi sia un ritorno alla crescita dell’economia. La seconda è che si superino o si attenuino i fattori specifici di freno della domanda. Perché queste condizioni si verifichino occorre che il Governo sappia finalmente incidere nell’immediato sulla situazione dell’economia privilegiando gli interventi congiunturali piuttosto che quelli destinati ad avere effetti nel medio e lungo termine. E occorre anche che il Governo, che ha dimostrato di avere una politica per l’edilizia, per il settore degli elettrodomestici, per la nautica, abbia una politica anche per l’automobile.