Sconfiggere il lavoro nero e lo sfruttamento nelle campagne, informando e sensibilizzando le comunità locali, i braccianti e gli stessi datori di lavoro. A una settimana dall’avvio del progetto "Alla luce del sole", promosso dal Movimento Cristiano Lavoratori e cofinanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la Puglia fa i conti col fenomeno e prova a dare le prime risposte.L’emergenza è tutta nei numeri, con 500mila persone coinvolte in tutta Italia: oltre alla Puglia, particolarmente colpite sono anche la Campania e la Calabria. Ed è proprio da queste realtà che il Mcl è partito in questi giorni di metà estate, con sportelli dedicati ed aperti nelle sedi provinciali, a cui i lavoratori possono rivolgersi per chiedere assistenza legale, orientamento e consulenza lavorativa. «La metà dei braccianti impiegati in questo settore in Puglia è rappresentata da immigrati – spiega Fatima Zahara El Mourtadi progettista e vicepresidente di Als, l’Associazione Lavoratori Stranieri, costola del movimento – per questo il progetto si propone anche di favorire l’integrazione sociale e l’alfabetizzazione. Il fenomeno in Puglia è trasversale ed attraversa la Capitanata come il barese, la provincia ionica e quelle leccese, con Nardò e Copertino. Ed anche la migrazione è differente. Le donne che si svegliano a notte fonda per andare a lavorare dalla Puglia alle campagne lucane sono un conto, i migranti che vivono sul posto creando dei ghetti sono un altro, ed un altro ancora sono ad esempio i romeni che vengono qui per l’estate e restano a dormire e vivere nelle campagne, per tornare nel loro Paese con più denaro possibile, con cui vivere poi per il resto dell’anno. Realtà tutte differenti, che necessitano di vicinanza, sostegno, informazione, sensibilizzazione ma di approcci completamente diversi uno dall’altro. Stiamo già lavorando su questo, in sinergia con i vari territori interessati dal problema».Purtroppo siamo di fronte alla nuova frontiera della criminalità organizzata, che nega valore e dignità alle persone ed al loro lavoro. Non è facile superare la barriera del timore di perdere quel poco che si ha, da parte di questi lavoratori. «Per questo il primissimo
step è soprattutto quello di creare rapporti di fiducia, di far sentire la nostra presenza come amica e non ostile. Da settembre poi – conclude – ci saranno ulteriori sviluppi progettuali». A presentare il progetto una settimana fa, a Taranto, c’era stato il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti. «Mettere in campo da una parte azioni di sensibilizzazione ed informazione che riducano il fenomeno, che è molto variegato – aveva spiegato – e dall’altra reprimere l’illegalità: è questa la ricetta per sconfiggere un fenomeno che non è un’emergenza ma una triste realtà con cui fare i conti».