sabato 17 agosto 2019
Realizzato dalla John Cabot University in collaborazione con lo Ief-Italian Export Forum. Partirà il 21 febbraio 2020, domande entro il 31 gennaio
"Export, made in Italy e mercati internazionali"
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Al via il master di I livello in Export, made in Italy e mercati internazionali, realizzato dalla John Cabot University in collaborazione con lo Ief-Italian Export Forum. Un progetto innovativo perché realizzato congiuntamente da un’istituzione accademica e da imprese e professionisti che ogni giorno lavorano sui mercati internazionali. Il master è rivolto infatti a creare e completare il profilo professionale dell'export manager, analizzando gli strumenti indispensabili del ruolo e le strategie di ingresso dei mercati esteri. Il progetto, presentato dal presidente dello Ief Lorenzo Zurino e da Antonella Salvatore, director della John Cabot University partirà il 21 febbraio 2020 - domande entro il 31 gennaio - e sarà articolato su tre sezioni principali: orientamento e skill professionali, introduzione alla strategia aziendale, internazionalizzazione d'impresa e settori di sviluppo. Il presidente Zurino ha sottolineato l’importanza di iniziative come lo Ief, preziose perché permettono agli imprenditori di condividere know-how, esigenze, difficoltà creando così scambi indispensabili per crescere sui mercati internazionali. Zurino ha ricordato l’importanza di creare una stretta collaborazione tra Nord e Sud Italia, non solo a livello di realtà istituzionali, per promuovere ancora di più il made in Italy e ha annunciato che nel 2020 lo Ief sarà a New York (gennaio), Doha (marzo), Piano di Sorrento (giugno) e Sofia (settembre) per continuare a riunire imprenditori, istituzioni, mondo bancario, associazioni di categoria nel segno della promozione delle eccellenze italiane, con un approccio il più possibile integrato. Il presidente dello Ief ha sottolineato il valore strategico del master per creare professionalità di valore che possano aiutare le aziende a vincere sui mercati esteri.

Antonella Salvatore, director della John Cabot University, ha sottolineato «l’importanza di fare sistema tra mondo accademico e mondo imprenditoriale per far crescere il Paese e messo in evidenza l’impegno costante della John Cabot nell’accorciare le distanze tra aula d’Università e sistema imprenditoriale. Progetti come il master realizzato con lo Ief hanno lo scopo di creare competenze che portino i ragazzi a valorizzare il made in Italy«.

Ernesto Lanzillo, direttore Private Italia Deloitte, ha posto l’accento «sull’importanza per le pmi italiane di strutturarsi correttamente dal punto di vista organizzativo e delle competenze prima di sbarcare sui mercati esteri». Lanzillo ha anche citato alcuni dei limiti che frenano la crescita del made in Italy come «il difficile accesso ai capitali, la mancanza di strutture giuridiche che permettano di sfruttare le proprie idee insieme a partner di progetto senza perderne facilmente la titolarità e la scarsa dimestichezza delle aziende con la finanza alternativa (business angels e crowdfunders) che ha inoltre subito limitazioni fino a qualche tempo fa».

Mario Vigo, imprenditore agricolo milanese e presidente Innovagri, ha parlato dell’importanza del made in Italy di qualità nel settore agricolo e di una corretta comunicazione delle caratteristiche dei nostri prodotti, oltre a sottolineare quanto «la velocità del mondo imprenditoriale necessiti di processi decisionali e attuativi molto più veloci da parte delle istituzioni».

Antonio Casillo, ceo ed export manager dell’azienda di moda Entre Amis ha messo in evidenza quanto «una corretta progettualità, una raffinata artigianalità, una organizzazione strutturata e decisioni ben ponderate siano determinanti per affermare un brand made in Italy all’estero e ha affermato quanto sia importante la condivisione di esperienze tra imprese che affrontano i mercati internazionali». Casillo ha inoltre esortato gli imprenditori a fare sistema e a mettere insieme le forze per sfruttare le grandi potenzialità del made in Italy.

Ruben Razzante, docente di Diritto della comunicazione per le imprese e i media presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha esortato «le pmi a lavorare su scelte di lungo termine senza appiattirsi solo sui ritorni immediati, anche nell’ambito dei rapporti con le istituzioni». Razzante ha inoltre sottolineato le criticità relative alla formazione della classe dirigente in Italia e messo in evidenza la tendenza negativa del mondo accademico all’eccessiva diversificazione dell’offerta formativa perdendo di vista la formazione generale.



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