Un'altra azienda storica di eccellenza, sinonimo di Made in Italy, se ne va: è una vera notizia per il mondo dell'industria, e in particolare dell'automotive, l'acquisizione di Magneti Marelli da parte di un'azienda giapponese di notevole spessore, la Calsinic Kansei. Valore dell'operazione: 6,2 miliardi di euro. La società nipponica garantisce comunque la volontà di mantenere le attività in Italia e i livelli occupazionali. La cessione punta “a creare un leader indipendente della componentistica”, è stata annunciata oggi in un comunicato congiunto da Fiat-Chrysler, Magneti Marelli e Calsonic Kansel.
Il futuro. La cessione dovrebbe concludersi nella prima metà del 2019 ed è soggetta ad approvazioni da parte delle autorità regolatorie e ad altre consuete condizioni di chiusura. «L'operazione - sottolineano le tre società nel comunicato - rappresenta un'opportunità unica di combinare due business di successo per creare uno dei principali fornitori mondiali indipendenti di componenti automobilistici, con un fatturato complessivo di 15,2 miliardi di euro (1.975 miliardi di yen). L'integrazione è un passo decisivo verso l'ambizione strategica di entrambe le aziende di diventare un fornitore di primo piano, diversificato a livello globale. L'azienda combinata sarà meglio posizionata per servire i suoi clienti in tutto il mondo grazie alle sue più grandi dimensioni, alla sua forza finanziaria e alla natura altamente complementare delle loro linee di prodotti e della loro presenza geografica. La nuova entità opererà su quasi 200 impianti e centri di ricerca e sviluppo in Europa, Giappone, America e Asia-Pacifico».
La storia. Magneti Marelli fino a oggi è stata una multinazionale italiana, che ha impianti produttivi in quattro continenti nel mondo, i più importanti si trovano in Italia (che è il paese con maggior concentrazione), ma è presente anche in Argentina, Brasile, Cina, Corea, Francia, Germania, Giappone, India, Malaysia, Messico, Polonia, Repubblica Ceca, Russia, Serbia, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Turchia. La fondazione dell'azienda risale al 1919, col nome di F.I.M.M. - Fabbrica Italiana Magneti Marelli, frutto di una joint-venture tra la FIAT e la Ercole Marelli. Il suo primo stabilimento era localizzato a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, ed iniziò come produttrice di magneti destinati sia all'aviazione, sia ai motori a scoppio automobilistici e motociclistici. Dopo un inizio dedicato alla componentistica per auto, le attività si ampliarono presto sia in campo internazionale con l'apertura di sedi a Parigi, Londra e Bruxelles, sia nel diversificare la produzione agli impianti di illuminazione e di avviso sonoro per veicoli, sia nel campo della costruzione di apparecchi radio e tv con la creazione della RadioMarelli e della Fivre (Fabbrica Italiana Valvole Radio Elettriche). Nel corso della sua storia ha fabbricato alternatori, batterie per auto, bobine, centraline, navigatori, quadri di bordo, sistemi elettronici, sistemi di accensione, sistemi di scarico e sospensioni per auto e motoveicoli. La crisi arrivò con la seconda guerra mondiale quando i bombardamenti distrussero i più importanti stabilimenti. La ripresa vera ci fu invece nel 1967 quando la Magneti Marelli acquistò le quote on possesso della Ercole Marelli, divenendo poi quote del gruppo Fiat Chrysler Automobiles.
Chi sono i giapponesi. È più giovane ma ha comunque 80 anni, la Calsinic Kansei, fondata nel 1938, che produce impianti di climatizzazione, compressori e altre parti importanti di veicoli, per un fatturato annuo di 1.050 miliardi di yen (8,9 miliardi di
euro). La società impiega circa 22.000 dipendenti ed è una società automobilistica giapponese con 58 centri di produzione
distribuiti negli Stati Uniti, Polonia, Corea del Sud, Messico, Romania, Tailandia, Regno Unito, Sudafrica, India, Spagna,
Cina, Francia e Malesia. La società nasce dal matrimonio tra Calsonic, specializzata in condizionatori d'aria e scambiatori
di calore, e il produttore di calibri Kansei nel 1999. Nissan ha aumentato la propria partecipazione nella società dal 27,6%
al 41,7% nel gennaio 2005. per poi venderla, nel novembre 2016, alla società di private equity Kohlberg Kravis Roberts, che ha
successivamente ottenuto il resto della società a febbraio 2017.
Le reazioni. La Borsa ha recepito positivamente la cessione: in mattinata le azioni Fca a Piazza Affari quotavano a +4,26%. Un incontro urgente con l'azienda su Magneti Marelli per garantire un futuro occupazionale e produttivo ai lavoratori di Fca è stata invece la prima richiesta di Francesca Re David, segretaria generale della Fiom-Cgil.