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E' anche il lavoro, adesso, a costringere ad un intervento sul Superbonus che è destinato a cambiare ancora. Ed è soprattutto la mancanza di sicurezza nei cantieri a spingere nella direzione delle modifiche. Il governo, infatti, pensa ad un nuovo intervento proprio per garantire maggiore sicurezza nei cantieri: le imprese che vorranno lavorare sui lavori dei bonus edilizi, a cominciare dal 110%, saranno costrette ad applicare i contratti collettivi, rispettando, pertanto, tutte le norme relative alla sicurezza sul lavoro. L’annuncio del provvedimento è arrivato dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ha definito la misura «urgente e improcrastinabile» in un incontro voluto proprio per illustrare le modifiche che si traducono, parole del ministro, in «una tutela non solo per i lavoratori ma anche per le imprese che rispettano le regole».
L’intervento è d’altra parte "sostenuto", per così dire, dai dati forniti dall’Ispettorato del lavoro. Numeri che mettono in luce un gran malcostume: tra settembre e dicembre, ossia nei mesi di applicazione della nuova norma prevista dal decreto fiscale, l’Ispettorato ha controllato 5mila imprese edili ed è emerso che qualcosa come l’87% è risultato irregolare proprio in materia di sicurezza. Inoltre. Più di 400 attività sono state sospese a causa delle gravi carenze su salute e sicurezza o per irregolarità fiscali. E ancora, su oltre 13mila violazioni accertate nel corso del 2021, il 43% riguardava la sorveglianza sanitaria; il 22% la formazione e l’informazione; il 20% i rischi elettrici e il 6% la mancata valutazione dei rischi. Ance, Alleanza delle cooperative-Legacoop produzione e servizi, Confcooperative lavoro e servizi, Agci-Produzione e lavoro, Confapi Aniem e i sindacati dei lavoratori FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil hanno apprezzato l’annuncio di Orlando sottolineando che «solo in questo modo è possibile garantire che tutti gli sforzi messi in campo per la ripartenza economica e sostenibile del Paese, a cominciare dai bonus edilizi, siano rivolti esclusivamente a operatori qualificati». Soddisfatte anche le Organizzazioni artigiane del comparto edile – Confartigianato, Cna, Casartigiani e C.i.a.a.i – che apprezzano come il ministro abbia «riconosciuto la priorità del tema della giusta applicazione dei contratti di lavoro», raccogliendo le richieste avanzate dalle organizzazioni del settore che avevano evidenziato «la necessità dell’assoluta osservanza dei contratti collettivi nazionali stipulati dalle organizzazioni più rappresentative».
In attesa delle nuove misure governative nelle ultime ore tiene banco il decreto Sostegni-ter. Sono i limiti introdotti alla cessione del credito dei bonus edilizi a far alzare l’asticella delle tensioni. La misura è stata introdotta per evitare che di passaggio in passaggio crescano frodi e riciclaggi. Pochi giorni fa la Guardia di Finanza ha scoperto una rete criminale che con bonus e i ristori Covid in sei mesi aveva accumulato crediti di imposta fasulli per 440 milioni di euro. Un fiume di denaro reinvestito in criptovalute, lingotti d’oro, conti correnti esteri. Il limite al numero di possibili vendite del credito fiscale (una cessione sola, con le nuove regole) non piace a imprese, banche e a una parte della politica. È iniziata la ricerca di un soluzioni che possano garantire nuovamente la cessione "multipla" attraverso una vigilanza severa.
Gli effetti delle nuove regole, ha avvertito il Servizio bilancio del Senato, dove il provvedimento ha avviato l’iter d’esame, potrebbe essere un taglio degli investimenti. Inoltre frenando la spesa, l’intervento potrebbe farsi sentire sul gettito dell’erario sotto le forme di Iva, Irpef/Ires ed Irap. Chiede un ripensamento Confedilizia, che associa i proprietari di immobili, denunciando che sarebbe già in atto un blocco dei cantieri. L’incertezza è tanta tra gli operatori del comparto. Cdp e Poste hanno sospeso gli acquisti di crediti in attesa di potere approfondire la questione. Confartigianato ha detto che le restrizioni alla cessione del credito «rischiano di affossare il mercato delle costruzioni» e mettono a rischio le assunzioni di 127mila lavoratori previste dalle imprese del settore nel primo trimestre del 2022.