giovedì 24 ottobre 2024
Eni firma l'accordo per l'ingresso del fondo americano nel capitale sociale di Enilive. Ma quali sono gli altri affari di Kkr in Italia?
C'è l'accordo tra Eni e Kkr, ceduta Enilive per quasi 3 miliardi

Reuters

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Eni e il fondo di investimento statunitense Kohlberg Kravis Roberts (abbreviato in Kkr) hanno firmato il contratto per l'ingresso di Kkr nel 25% del capitale sociale di Enilive per un corrispettivo complessivo di 2,938 miliardi. Sarà corrisposto attraverso la sottoscrizione di un aumento di capitale in Enilive riservato a Kkr pari a 500 milioni; l'acquisto di azioni Enilive da Eni a fronte del pagamento di 2,438 miliardi, corrispondente ad una valutazione post-money pari a 11,75 miliardi in termini di equity per il 100% del capitale sociale di Enilive. Prima del completamento nell'operazione Eni effettuerà un aumento di capitale pari a 500 milioni per azzerare la posizione finanziaria netta.

Quest'operazione che cosa comporterà? Essa rientra nel cosiddetto “modello satellitare” di Eni, la strategia basata sullo scorporo delle varie divisioni e la loro quotazione in collaborazione con investitori esterni: è stato questo, ad esempio, l’approccio seguito con Plenitude, la controllata dedicata alla vendita di gas ed elettricità.vIn questo modo "si unisce la capacità di Eni di sviluppare business energetici a elevata crescita con l'esperienza di Kkr in qualità di investitore di lungo termine con un solido track record nei settori dell'energia e delle infrastrutture, contribuendo ulteriormente alla crescita di Enilive" .

Viene da chiedersi se l'interesso di KKr in Enilive vada oltre i segnali di raffreddamento degli investitori nei biocarburanti a causa dei deboli rendimenti finanziari e di una mancanza di supporto normativo da parte dei governi. Da un lato questo investimento di Kkr ottimizza la struttura del capitale di Eni, riducendone la posizione finanziaria netta e mantenendo in capo a Eni il consolidamento e il controllo di Enilive; dall'altro, stando a quanto riportato dall'operatore energetico, "l'operazione si pone l'obiettivo di creare le condizioni per una crescita indipendente dei business a elevato potenziale, garantendo l'accesso a nuovi bacini di capitale strategico e dando evidenza del loro effettivo valore di mercato. L'operazione conferma altresì l'efficacia del modello integrato distintivo di Enilive e ne rafforza allo stesso tempo la struttura finanziaria".
Mediobanca e Jp Morgan hanno seguito l'operazione come advisor finanziari di Eni mentre Deutsche Bank e Unicredit hanno agito come advisor finanziari di Kkr che ha auto anche Kirkland & Ellis e Gianni & Origoni come consulenti per gli aspetti legali.

L'accordo per l'ingresso di Kkr in Enilive con il 25% "rappresenta un nuovo e importante passo avanti nella nostra strategia di business legata alla transizione energetica - ha spiegato l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi - Con il supporto di Kkr, Enilive è nelle condizioni di valorizzare i propri ambiziosi piani di crescita e proseguirà nell'offerta di soluzioni reali e scalabili, legate alla transizione energetica".

"Questa operazione - ha commentato Alberto Signori, Partner del team European Infrastructure di Kkr - si allinea perfettamente con la nostra visione di sostenere progetti trasformativi nel settore energetico in Europa. Grazie alla nostra piattaforma d'investimento globale dedicata al mondo delle infrastrutture ed expertise locale, siamo pronti a sostenere Enilive nell'accelerare il proprio impatto nella decarbonizzazione dei trasporti e ad espandersi a livello internazionale. Siamo entusiasti di contribuire alla crescita e al successo dell'azienda".

"Siamo lieti dell'ingresso di un partner importante come Kkr in Enilive - ha aggiunto . l'Amministratore Delegato di Enilive, Stefano Ballista - che garantirà uno straordinario supporto al nostro percorso di crescita e nella transizione verso un'offerta sempre più decarbonizzata per la mobilità sostenibile".


Ma quali sono gli altri affari di Kkr in Italia?

Con sede a New York, il fondo americano si è quotato in borsa nel 2010 e oggi conta venti uffici in sedici paesi con quasi 1700 dipendenti. Gestisce asset dal valore totale di oltre 400 miliardi di dollari (qui il suo portfolio), concentrandosi in particolare sulle infrastrutture, sull’energia e sull’immobiliare.

Il fondo americano aveva investito per la prima volta nel nostro Paese nel 2005 con Selenia, un’azienda di oli lubrificanti comprata per 835 milioni di euro e rivenduta due anni dopo a Petronas per un miliardo. Ancora oggi detiene quote in svariate aziende italiane, dell'industria chimica, della carta, dell'elettromeccanica, tra le altre.
Prima dell'interesse per Enilive, l'ltimo deal in ordine cronologico è stato quello con Tim. Dopo mesi di lunghe trattative, Kkr a luglio ha portato a termine l'acquisisionze di NetCo, la nuove società dove coinfluirà la rete di telecomunicazioni di Tim, in un'operazione che ha valutato la rete 22 miliardi di euro. Vendendola Tim ha ridotto l'indebitamento snellendosi per competere in uno dei mercati più competitivi al mondo sulla telefonia. Su questa operazione ha fatto ricorso al Tribunale di Milano, pur non bloccando la cessione, il principale azionista di Tim, Vivendi, ritenendo la vendita non legittima e con un prezzo ritenuto insoddisfacente; la prossima udienza sarà il 14 novembre.


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