venerdì 19 aprile 2024
I profili social del marchio rilanciano una scherzosa galleria di immagini. Il Ceo Imparato: "I politici pensino ai posti di lavoro anzichè ai nomi delle auto"
L'ironia di Alfa Romeo: Junior anzichè Milano anche sul navigatore
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"Vai a... Junior", e il navigatore indica la strada per Milano. Dopo la bufera e le polemiche, Alfa Romeo sceglie la strada dell'ironia per tenere desta l'attenzione sul cambio di nome della nuova vettura avvenuto poche ore dopo il lancio. Anziché come il capoluogo lombardo, infatti, com'è noto la sportiva compatta sarà commercializzata con un nome storico della Casa. Sui profili social di Alfa Romeo, e rilanciato sui propri dal Ceo Jean-Philippe Imparato, è apparsa una scherzosa galleria di immagini che riporta il nome di Junior nel bel mezzo della Lombardia.

Un modo per smorzare definitivamente le polemiche dopo le questioni col governo sulla vettura. "Pur ritenendo che il nome Milano rispetti tutte le prescrizioni di legge - aveva detto lo stesso Imparato annunciando il cambio in corsa - Alfa Romeo decide di cambiare il nome da Milano a Junior, nell'ottica di promuovere un clima di serenità e distensione". E il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che in precedenza aveva definito "illegale" la scelta del brand Stellantis di produrre in Polonia il nuovo modello con il nome Milano "perché viola la legge sull'Italian Sounding", si era detto soddisfatto della scelta.

Sorrisi a parte, i toni della vicenda restano comunque accesi. Parlando con la rivista Autocar, il numeo uno di Alfa ha infatti invitato i politici europei a “preoccuparsi della salvaguardia dei posti di lavoro nell’industria automobilistica piuttosto che dei nomi delle auto”. Il rischio vero per Stellantis e per tutta l’industria automobilistica nell’immediato futuro, dice Imparato, arriva dai costruttori cinesi che portano in Europa la loro produzione: “Quando vedi che la MG lancia un’auto che costa 16mila euro in Spagna, sono sicuro che vanno in perdita, ma sono pieni di soldi e possono permetterselo”. E prosegue: “Vedi la Tesla che taglia i prezzi di 10 mila euro o più, e riduce i margini in Europa dal 18% al 7, o 8%, e vedi alcuni dei nostri competitor tedeschi produrre in Cina al 40% in meno per salvarsi. Quando vedi cose del genere, devi essere irremovibile sul costo di produzione di un’auto”. Imparato ha anche fatto notare che quando è nata Stellantis, nel 2021, Alfa stava perdendo “centinaia di milioni di euro”, ma ora è in attivo e la prossima generazione di Stelvio e Giulia (previste per il 2025 e il 2026 rispettivamente) saranno costruite in Italia.

Secondo Imparato, circa 12 milioni di persone in Europa lavorano nel settore automotive. “Ogni volta che un competitor si prende un punto percentuale di mercato (che vale circa 150mila unità), devi mettere un punto di domanda su una fabbrica. 10 punti di mercato, 10 fabbriche. Posso anche cambiare il nome della Milano, ma un punto di mercato perso significa una fabbrica. Ed è un problema grave, perché non ci sono solo le persone che ci lavorano, ma anche i fornitori, l’impatto [di una possibile chiusura, ndr] potrebbe essere enorme”.

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