lunedì 12 ottobre 2015
I dati mostrano che un lavoratore dipendente in Italia, nei primi sei mesi dell'anno, ha percepito una Ral (retribuzione annua lorda) media di 28.653 euro: un dato in linea con quanto rilevato dall’Ocse nel 2014, che ci colloca al 9° posto tra i 15 Paesi della zona Euro.
Retribuzioni in lieve crescita nel primo semestre
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I dati dell’Osservatorio Jobpricing mostrano che un lavoratore dipendente in Italia, nel 1° semestre 2015, ha percepito una Ral (retribuzione annua lorda) media di 28.653 euro: un dato in linea con quanto rilevato dall’Ocse nel 2014, che ci colloca al 9° posto tra i 15 Paesi della zona Euro. Tuttavia, il cuneo fiscale italiano fa sì che gli stipendi dei lavoratori dipendenti, quando considerati al netto della tassazione, scivolino agli ultimi posti della classifica.Secondo dati elaborati da Jobpricing a partire dall’indagine sulle forze di lavoro dell’Istat, nel 2014 quasi il 95% dei lavoratori dipendenti di aziende private sono operai o impiegati. Solo l’1,3% ha la qualifica di dirigente e il 4,2% di quadro. Nel primo semestre del 2015 le Ral medie rilevate a livello nazionale sono state di 105.390 euro per i dirigenti, 53.245 € per i quadri, 30.689 euro per gli impiegati e 23.753 euro per gli operai, così che si può dire che in generale un dirigente guadagna quattro volte un operaio, tre volte un impiegato e il doppio di un quadro, ma un amministratore delegato guadagna in media 11 volte in più di un operaio (13,5 volte in più se si considera anche la quota variabile della retribuzione).Più in generale, il 75% dei lavoratori dipendenti percepisce una Ral tra i 18mila e i 31mila euro e solo il 5,7% guadagna una cifra superiore a 40mila euro, riducendosi allo 0,7% se superiore a 10mila euro.Il primo semestre 2015 registra una lieve crescita delle retribuzioni, pari allo 0,5%, che tuttavia non si distribuisce omogeneamente tra gli inquadramenti: mentre le Ral di impiegati e operai aumentano (rispettivamente dell’0,7% e 0,8%), assistiamo ad una flessione negativa degli stipendi manageriali, in particolare per i dirigenti (-1,1%, rispetto ad un più contenuto -0,3% dei quadri). Il periodo di deflazione che l’Italia sta attraversando (-0,1% nel primo semestre 2015 rispetto al 2014, dato Istat) si concretizza pertanto in una crescita del potere d’acquisto per la quasi totalità dei lavoratori dipendenti italiani (si ricorda che il 95% circa è composto da impiegati e operai).Le differenze retributive territoriali restano confermate rispetto al 2014, con i lavoratori occupati nel Nord che guadagnano di più rispetto ai lavoratori del Centro Italia e a quelli del Sud e Isole. Il gap aumenta nel primo semestre 2015, con un ulteriore +0,9% al Nord e solo +0,3% e +0,2% al Centro e al Sud e Isole. I macro-settori che performano meglio nei sei mesi sono l’agricolo e il terziario, mentre industria manifatturiera ed edilizia registrano un leggerissimo calo (-0,1%). Sotto l’aspetto retributivo, ai primi posti della classifica dei settori che pagano meglio troviamo le banche e assicurazioni, il farmaceutico e l’area telecomunicazioni, consulenza It e software; i settori che invece si collocano sotto la media nazionale e ai piedi del ranking sono, coerentemente con quanto atteso, quelli con una maggior componente operaia, cioè l’agricoltura, ristorazione, hotel e bar e i servizi alla persona.
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