Un'addetta alla pelletteria - Archivio
L’industria del lusso è in ripresa ed è fonte di orgoglio nazionale per l’80% dei consumatori intervistati in Italia. Inoltre mostra grande resilienza a livello globale, con un ritorno ai livelli di performance pre-Covid e stime di crescita del settore per oltre il 6% tra il 2022 e il 2026. Questo è quello che emerge dallo studio Luxury Outlook 2022, pubblicato da Boston Consulting Group e Comitè Colbert. Il report tiene conto di un’analisi qualitativa effettuata su circa 40 leader del lusso e di un’indagine su 2mila utenti (clienti del lusso e non) in Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Spagna, Svizzera e Stati Uniti. Dall’analisi sui diversi Paesi emerge che l’industria del lusso viene riconosciuta per qualità (secondo il 64% dei clienti del lusso e il 56% dei non-clienti del lusso), artigianato (secondo il 42% dei clienti di lusso e il 41% dei non clienti) e creatività (secondo il 38% dei clienti di lusso e il 30% dei non clienti). Tuttavia, ora più che mai, il lusso si trova ad affrontare un profondo cambiamento che investe diverse aree: produzione e gestione delle risorse, ciclo di vita del prodotto, relazioni con il cliente, corporate responsibility e globalizzazione. Le case di moda di lusso sono state tra le prime ad affrontare la scarsità delle risorse nelle catene di produzione. Oggi, di fronte all'emergenza climatica e geopolitica, esiste un’ulteriore pressione sulle risorse fisiche, che ha aumentato lo squilibrio tra il fabbisogno di materie prime e loro disponibilità, nonostante gli sforzi per aumentare la pianificazione della domanda e ottimizzare la produzione. La collaborazione tra gli operatori del settore è la chiave per avviare una profonda trasformazione del settore e a sviluppare standard solidi e condivisi per affrontare le sfide derivanti da un contesto in continua evoluzione. Da un lato, è necessario migliorare la tracciabilità per controllare la catena di approvvigionamento. Dall'altro accelerare l'innovazione, non ancora considerata una vera capacità distintiva dell'industria che è indietro rispetto ad altre: il lusso si posiziona infatti solo al settimo posto, dopo l’automotive e l’industria della difesa. Negli ultimi anni, il settore ha visto crescere il numero di iniziative di innovazione e ricerca, anche per rispondere alle nuove sfide ambientali. Le innovazioni di prodotto sono state utilizzate per la prima volta, in articoli di lusso da case di moda straniere come Ralph Lauren, che recentemente ha collaborato con la start up Natural Fiber Welding per sviluppare Rlx Clarus, che trasforma il cotone vergine e riciclato in nuovi modi per creare tessuti ad alte prestazioni. Dalla produzione di capi con materiali innovativi, si va verso la responsabilità dell’intero ciclo di vita, che per l’80% degli intervistati è da considerarsi a carico del settore. L’industria deve infatti riconciliare sostenibilità, utilizzo, rarità e novità. Una strada cruciale per gestire il ciclo di vita dei prodotti è il mercato della seconda mano, che registra una crescita a doppia velocità rispetto a quello dei nuovi prodotti e un valore stimato di 50 miliardi di dollari già entro il 2025. Il mercato permette di dare diverse vite ai prodotti, che arrivano ad essere usati per decadi dopo l’ingresso sul mercato, e per questo motivo è preferito dalle generazioni più giovani, specialmente Gen Z, che per l’83% afferma di voler noleggiare o possedere i vestiti solo temporaneamente. Dall’esperienza fisica al punto di contatto digitale, l’industria del lusso deve declinare la propria eccellenza anche in nuove esperienze di consumo. Non si tratta solo di fare passi avanti in termini di innovazione, ma di non perdere terreno sui nuovi canali online, sempre più popolati dai giovanissimi – che nel futuro saranno i principali consumatori del lusso. Quando si parla di digitale, infatti, dall’analisi emerge che il 65% degli intervistati percepisce l’industria del lusso come in svantaggio rispetto ad altri settori. Quasi 7 persone su 10, infatti, reputano l’esperienza digitale offerta dai brand di lusso ancora ben lontana dell’esperienza in store. Investire nel Metaverso può essere l’opportunità giusta per i brand del lusso, per fare un passo avanti nel mondo digitale e assicurarsi un punto di contatto con i propri clienti presenti e futuri. Il 64% dei consumatori di età tra i 18 e i 34 anni crede che il Metaverso faciliti la scoperta di brand di lusso e il 59% crede che il metaverso possa replicare la funzione dei social media per come li conosciamo oggi. Impressioni che si rafforzano con la Gen Z e Alpha, che rappresentano i consumatori futuri dei brand di lusso e risultano sempre più propensi a spendere il proprio tempo on line. Dal vantaggio competitivo all’imperativo collettivo, i brand di lusso devono guidare verso la transizione Esg in coalizione. Stando a quanto emerso durante le interviste, i brand di lusso hanno già avviato un cambiamento sociale e ambientale, ma, anche se il 62% dei clienti del settore crede che i prodotti di lusso siano di fatto beni durevoli, l’industria deve necessariamente fare di più. Per il 60% dei consumatori il lusso dovrebbe diventare promotore di iniziative di transizione ambientale e sociale e per un altro l’85% le case di moda dovrebbero impegnarsi maggiormente nella gestione dell’intero ciclo di vita dei propri prodotti. A mano a mano che le culture evolvono e le possibilità dei consumatori in alcuni Paesi aumentano, nuovi mercati si aprono al lusso. Tra il 2021 e il 2025 i due terzi della crescita delle aziende del comparto avverrà fuori dall’Europa e dagli Stati Uniti. In Cina, ad esempio, la penetrazione del mercato dei profumi di lusso è stimata intorno al 5%, contro il 42% in Europa e il 50% e negli USA, ma il mercato è sulla strada per diventare secondo per grandezza già nel 2025 – dopo essersi classificato decimo a livello globale nel 2020. Anche in India ci si aspetta una forte crescita per il mercato del lusso, alimentato dalla crescita della popolazione e dall’incremento dell’urbanizzazione e destinato a raggiungere i 3,7 miliardi di dollari nel 2026. Per non arrestare la propria crescita nel contesto ambientale e geopolitico attuale, le aziende di lusso dovranno rivalutare i rischi della globalizzazione e assicurarsi che le supply chain siano abbastanza agili da adattarsi velocemente a contesti sempre più incerti.
Stati Uniti ed Europa sostengono la ripresa
Dopo che il 2021 ha sancito il deciso recupero post-Covid, il 2022, nonostante l’impatto della guerra tra Russia e Ucraina e quello dei rigidi blocchi cinesi, si è aperto con un primo trimestre molto positivo: +17-19% rispetto allo stesso periodo del 2021, che ancora risentiva della pandemia. La fiducia dei consumatori americani ed europei si mostra solida e il ritorno agli acquisti è stato favorito dall’assenza di nuovi focolai epidemici. Secondo il presidente di Altagamma, Matteo Lunelli, «in un quadro caratterizzato da forti incertezze macro-economiche, l’Altagamma Consensus stima che le imprese del comparto avranno una crescita dell’Ebitda in media del 9%, confermando il rapido percorso di ripresa iniziato nel 2021. A fronte di una Cina che rallenta per i lockdown determinati dalle politiche “zero-Covid”, la crescita dei consumi sarà trainata dalla forte domanda del consumatore americano e da un’accelerazione della ripresa in Europa, nonostante la guerra in Ucraina. Diventa sempre più rilevante il presidio degli spazi digitali (inclusi metaverso e gaming) e il posizionamento dei brand sui valori della sostenibilità: un impegno che le imprese socie hanno quest’anno voluto confermare, nel trentesimo anniversario della Fondazione, con l’adesione alla prima Carta dei Valori Altagamma». Il MONITOR ALTAGAMMA-BAIN evidenzia come il mercato dei beni personali di lusso, dopo aver vissuto la sua peggior contrazione di sempre nel 2020, ha registrato un rimbalzo a V nel corso del 2021 raggiungendo circa €288 miliardi, grazie anche ad un forte quarto trimestre (+7% rispetto allo stesso periodo del 2019). Questo ha portato a chiudere l’anno con una crescita del 3% a valore rispetto al 2019. Il 2022 è iniziato con un primo trimestre molto positivo (+17/+19% rispetto allo stesso periodo del 2021 a tassi correnti, +13/+15% a tassi costanti), favorito da: una solida fiducia del consumatore locale sia negli Stati Uniti sia in Europa (nonostante le sfide macroeconomiche emerse nel corso di questi mesi, dall’inflazione al conflitto russo-ucraino). Lo slancio della Cina (prima che i lockdown frenassero la crescita soprattutto nel secondo trimestre). L'elevata efficacia delle campagne vaccinali, che hanno impedito il ripetersi di ondate pandemiche significative nei Paesi occidentali. I mercati maturi – Stati Uniti ed Europa – si confermano due pilastri per il comparto. L’Europa ha accelerato il suo recupero, e si stima possa tornare ai livelli del 2019 in anticipo di un anno rispetto alle precedenti stime. Gli Stati Uniti stanno vivendo una crescita senza precedenti, con i brand che fanno leva sul potere della diversità e dell’inclusione, catturando il potenziale dell’intera clientela americana. Nuove aree urbane stanno emergendo, dimostrando un forte dinamismo come ad esempio nel Midwest. Infine, mentre il Giappone vive una stagione meno brillante, penalizzato maggiormente dal Covid-19 e dall’assenza dei turisti, la Corea del Sud ha vissuto una profonda trasformazione negli ultimi due anni, ridefinendo la sua base di consumatori da turisti a locali, e guadagnando rilevanza culturale sia in Asia che a livello globale. L’ampliamento e il potenziamento delle proprie “value proposition”, attraverso gli asset digitali che estendono il perimetro di business da quello dei prodotti tradizionali al mondo virtuale (metaverso, social media e gaming); si stima che gli asset digitali possano contribuire fino a un 5-10% del mercato del lusso al 2030 e in questo scenario i luxury brand hanno la possibilità di plasmare i nuovi mondi virtuali nascenti, agendo come loro “creatori”. La crescente rilevanza dei canali direct-to-consumer, favoriti dalla disruption tecnologica, che consente alle marche del lusso di adottare approcci “uber-channel” per costruire nuovi livelli di intimità con i consumatori, sia evolvendo i punti di contatto esistenti (ad esempio nuovi modelli di customer-care) sia creandone di nuovi (per esempio messaggistica istantanea, interazioni nel Metaverso eccetera). Il ruolo sempre più centrale della sostenibilità (dove mancano ancora degli standard univoci e chiari, e dove invece aumenta l’attenzione del cliente finale), ambito in cui i brand di alta gamma dovranno innovare per costruire un vantaggio competitivo, ripensando la materialità con un approccio orientato al futuro. L'emergere di nuove esigenze e priorità lavorative (soprattutto per le nuove generazioni), che impone alle aziende dell’alto di gamma di espandere la loro proposta di valore verso i propri dipendenti, facendo propri concetti di diversità. Lo studio ha rivisto in lieve ribasso le stime di ripresa del comparto per il 2022, prevedendo comunque una crescita positiva su tutti i mercati, nonostante la situazione politica ed economica con la guerra Russia-Ucraina, l’inflazione e i costi e la difficoltà di reperimento delle materie prime rischino di rallentare la ripresa. In rialzo le previsioni di crescita di Europa (+12%) e Stati Uniti (+10%) che beneficiano del consumo locale e della ripresa del turismo internazionale. Stabili le stime di crescita per l’America Latina (+7%) e per il Giappone (+7,5%). L’Asia (+5%), traino del comparto nel corso della pandemia e nel 2021, frena decisamente la crescita per via delle strategie anti-Covid in Cina. Si normalizza il retail digitale (+11%) dopo la crescita impetuosa degli ultimi due anni, ma si conferma la tendenza dei brand ad investire in questo canale, penalizzando di conseguenza il wholesale digitale (+9%). Il retail fisico (+9%), dopo due anni difficili e di trasformazione, si rilancia, facendo leva su un concetto di store più esperienziale. Il wholesale fisico (+4%) risente del calo dei flussi turistici. Confermano la loro crescita organica, grazie alla riapertura dei negozi e alla ripresa dei viaggi internazionali. Le migliori performance sono previste per gioielli (+9%), pelletteria (9,5%) e calzature (+7,5%), ma positive le stime anche per l’abbigliamento (+7%), con ritorno in ufficio e alla convivialità che spingono ad un ritorno al formale, e per la cosmesi (+7%). Dopo il recente boom, infine, rallentano gli orologi (+6,5%).
Nasce a Roma l'Accademia italiana del design
Da Ostiense a San Lorenzo, seguendo la mappa geografica della nuova creatività capitolina. Accademia Italiana ha in previsione per il 2023 un trasloco importante: la sua nuova sede, primo campus interamente dedicato al design d'Italia, verrà infatti stabilita in quella che era la ex-Dogana ma che diventerà la sede romana di The Student Hotel. Dopo due hotel a Firenze (di cui uno in costruzione) e uno a Bologna, la catena olandese Tsh si prepara a completare, entro il 2024, il progetto di riqualificazione e rigenerazione dell’area ex-Dogana nel quartiere San Lorenzo a Roma, sede di una delle più grandi università d’Europa e fucina di artisti e artigiani locali ed internazionali. Una struttura ibrida da 21mila metri quadrati, che include, oltre alle camere, aree comuni aperte alla comunità, spazi per lo sport e per il co-working, sale meeting e per eventi, in cui ospiti, studenti e professionisti di ogni tipo possano incontrarsi e scambiarsi idee. Ma anche 10mila metri quadrati di parco pubblico restituiti alla città. L’edificio storico realizzato negli anni 30, collocato su Via dello Scalo di San Lorenzo, rappresenterà il fronte del nuovo campus di Tsh. Dove prima trovavano posto gli uffici doganali ora, a seguito di un progetto di ristrutturazione e aggiornamento funzionale, si articoleranno le aule e gli spazi innovativi di Accademia Italiana, che saranno al contempo aperti alle associazioni, ai comitati e alle altre realtà in campo artistico e culturale del quartiere. Una sinergia, che si propone di mettere a sistema i migliori talenti del territorio, attivando collaborazioni e nuovi progetti non solo tra stakeholder, città e quartiere, ma anche, e soprattutto, tra Ad Education (gruppo a cui appartiene Accademia Italiana) e Tsh. La partnership infatti si svilupperà coinvolgendo direttamente nel processo di cambiamento gli studenti in tutte le discipline insegnate in Accademia: dalla fotografia (con progetti foto e video che seguiranno il cantiere e lo sviluppo del progetto), all'interior e product design (che supporteranno il progetto di allestimento della scuola e Tsh nella progettazione del parco cittadino) fino agli studenti di Fashion Design e Gioiello (che co-progetteranno i laboratori e le aule a loro dedicate insieme ai docenti professionisti di Accademia). L'obiettivo del nuovo campus è connettere. Attraverso progetti di creatività e integrazione, costruiti attorno a temi trasversali su cui Accademia già lavora da anni: economia circolare, diversità, inclusione e imprenditorialità. Per questo, Accademia Italiana metterà a disposizione i propri corsi e le proprie competenze per progetti di trasformazione e impatto sociale dedicati al quadrante urbano di San Lorenzo.
Corso di Design e prototipia di scarpe da donna a Firenze
Sono tre le borse di studio messe a disposizione da Fondazione CR Firenze, in collaborazione con Associazione OMA – Osservatorio dei Mestieri d’Arte e Schola, per i giovani interessati a frequentare il Corso di design e prototipia di scarpe da donna di Schola Academy, l’accademia multidisciplinare dedicata ai mestieri d’arte, nata a Firenze nel 2020 unendo le forze di Scuola del Cuoio e Stefano Bemer. Il percorso formativo partirà a ottobre 2022. Le borse di studio sono a copertura totale. Si rivolgono a studenti residenti a Firenze o in Toscana, di età compresa tra i 18 e i 35 anni e con Isee inferiore a 30mila euro. Il corso è finalizzato alla costruzione di figure altamente qualificate sulle tecniche di produzione tradizionali e contemporanee, dal design al branding del prodotto, che sono fortemente richieste dal mercato del lavoro regionale. Il percorso didattico del corso comprende lo studio della modellistica, della costruzione della calzatura e della realizzazione del prototipo, per una durata complessiva di 15 settimane. Il programma è composto da due moduli: il livello “Apprendista” ovvero il modulo di corso base della durata di sette settimane (280 ore) e il livello “Artigiano”, ovvero il livello avanzato che comprende entrambi i moduli (base e avanzato) e che dura complessivamente 15 settimane (600 ore). Sono anche previsti dei laboratori interdisciplinari su branding, marketing e fotografia del prodotto in vista della preparazione del progetto finale e del portfolio da presentare alla fine del corso. Al termine del corso gli studenti saranno in grado di progettare e creare con le proprie mani una capsule collection di scarpe che unisca la tradizione passata e le abilità artigianali alla creatività e alle moderne istanze del design. Inoltre, avranno l’opportunità di creare un proprio portfolio da presentare alle imprese. Per presentare la domanda per le borse di studio e visitare il sito di Schola Academy: https://www.schola.academy/it/corso-scarpe-donna/. La selezione dei candidati avverrà attraverso colloquio motivazionale sulla base delle esperienze pregresse.