sabato 6 luglio 2024
Nel birrificio lavorano oggi circa 100 persone, ma la sua presenza in Sardegna “tocca” oltre 5.300 persone
Un birrificio attento a mantenere pulito il territorio

Un birrificio attento a mantenere pulito il territorio - Archivio

COMMENTA E CONDIVIDI

Si può essere birra “di territorio” per caso, ovvero perché si è nati in quell’area determinata. Oppure lo si può essere per scelta, una scelta che va rinnovata costantemente. Ichnusa, nata in Sardegna nel 1912, risponde perfettamente al secondo esempio. E lo fa non per una questione di diffusione o di consumi, ma proprio per tutta una serie di scelte, di vicinanza e di valorizzazione delle eccellenze di tutto un territorio. I progetti che ha portato avanti negli anni sono molteplici e differenziati, ma soprattutto “concreti”. Piccoli gesti di rispetto che, se condivisi, possono generare un vero e sostanziale cambiamento.

Nel birrificio lavorano oggi circa 100 persone, ma la sua presenza in Sardegna “tocca” infatti oltre 5.300 lavoratori, più del doppio rispetto ai 2mila stimati nel 2015, tutti direttamente o indirettamente correlati alla produzione di birra, per un totale salariale corrisposto lungo la filiera di 137 milioni di euro (corrispondenti alla spesa media annuale di quasi 3mila famiglie sarde). Secondo uno studio di Althesys, dalla presenza congiunta del brand e del birrificio Ichnusa in Sardegna arriva un contributo alla crescita e al benessere dell'isola – il cosiddetto valore condiviso – che in quattro anni è più che raddoppiato: circa 455 milioni di euro nel 2019, contro i 200 milioni di euro nel 2015. Questa crescita ha portato benefici e occupazione a ogni fase della filiera, tra ricadute dirette, indirette e indotte.​​

L’attenzione al territorio parte soprattutto dal suo birrificio ad Assemini (Cagliari). Per garantire un costante miglioramento delle performance ambientali, ma anche per rinnovare l’impegno concreto del birrificio per l’isola, il suo territorio, la sua occupazione, due anni fa è stato annunciato un piano di investimenti da 73 milioni di euro finalizzato all’ammodernamento e ampliamento del birrificio. Il piano risponde alla necessità di supportare la crescita della produzione di birra in Sardegna, generando impatti positivi sulla filiera produttiva locale e nazionale in termini di occupazione e valore creato sul territorio. Alcuni interventi programmati (una nuova centrale frigorifera, impianti di stoccaggio di CO2, torri di raffreddamento eccetera) comporteranno una riduzione dei consumi di acqua, energia elettrica e una riduzione ulteriore delle emissioni. E infatti, grazie a un’attenzione costante, investimenti e formazione, solo nell’ultimo anno (2023 vs 2022), il Birrificio Ichnusa ha tagliato del -24% le emissioni di CO2. Mentre il consumo di acqua, l’ingrediente principale utilizzato per produrre birra (fino al 95% del totale a volume) segna un taglio del 29% rispetto al 2022. «L’attenzione che il birrificio di Assemini ripone verso persone e ambiente è un impegno preso che rinnoviamo costantemente, in ogni scelta che facciamo – spiega Matteo Borocci, direttore del birrificio di Assemini –. A cominciare dal lavoro che stiamo portando avanti per ridurre il nostro impatto e garantire una produzione sostenibile, fino agli investimenti sul Vuoto a buon rendere, un formato in cui crediamo talmente tanto da dedicargli un’intera linea di confezionamento».

Proprio con l’obiettivo di generare un cambiamento, è arrivata la campagna Il nostro impegno 2024 che vuole dare il suo contributo per contrastare l’abbandono delle bottiglie di birra nell’ambiente in Sardegna. Gli ingredienti: una campagna di affissioni che da maggio tocca i luoghi della movida e giornate di pulizia assieme a Legambiente Sardegna in cui i dipendenti del birrificio fanno un gesto concreto per il decoro e la bellezza dell'isola.

Il percorso a tutela del territorio sardo è iniziato a dicembre 2018 e ha coinvolto dipendenti del birrificio e comunità locali in giornate dedicate alla raccolta di rifiuti abbandonati nella natura e nelle spiagge sarde. Gli appuntamenti – che hanno toccato tutta la Sardegna - sono stati realizzati con il sostegno di Legambiente Sardegna. Dallo scorso anno invece, sempre con l’obiettivo di tutelare le bellezze naturali della Sardegna e di intervenire sulla tutela della biodiversità, il progetto ha dato il via alla messa a dimora di 10 mila piante in tre anni per riforestare e rinvigorire 6 aree dell’isola colpite dagli incendi e a rischio di dissesto ideo geologico. Una iniziativa che fa seguito alla donazione alla Protezione Civile Sardegna per l’acquisto di un mezzo per contrastare gli incendi sull’isola.

A questa campagna si affianca Il nostro orgoglio, l’iniziativa partita nel 2021 con cui il birrificio sardo vuole far conoscere più in profondità tutto “il bello” della sua Isola per farla amare, se possibile, ancora di più. Nel 2021 è stato possibile andare alla scoperta dei “Luoghi del cuore” della Sardegna grazie a esperienze uniche e autentiche per fare da volano per la ripresa di territori e comunità locali. Nel 2022, infine, a raccontare le radici culturali della Sardegna sono stati gli artigiani del legno e del metallo che hanno aperto le loro botteghe per far vedere come i preziosi manufatti sardi vengono realizzati.

Ad Assemini, nel birrificio Ichnusa, anche le bottiglie raccontano una storia speciale di riuso, riciclo e rispetto. E lo fanno mostrando orgogliose i segni del tempo che passa. Sono le bottiglie di vetro a rendere, il formato che Ichnusa ha dedicato al consumo fuori casa e che permette il riutilizzo della stessa bottiglia fino a 100 volte. Riconoscibili dal caratteristico tappo verde e dal collarino bianco, sono immesse dal birrificio Ichnusa nell’Horeca sardo, dove sono il formato di birra più amato. Un dato non da poco, considerando che in Sardegna, regione che registra il più alto consumo pro-capite di birra in Italia (60 litri contro i 30 della media nazionale), questa bevanda si beve soprattutto fuori casa. Ogni bottiglia di “lchnusa Vuoto a Buon Rendere” che ritorna al birrificio è una bottiglia in meno da smaltire o che rischia di essere abbandonata per strada o in spiaggia. Una scelta responsabile, nel segno dell’economia circolare, che riduce sostanzialmente la quantità di vetro e le emissioni di gas a effetto serra.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: