martedì 30 ottobre 2012
La crisi non è uguale per tutti: mentre il mercato perde il 25%, Kia e Land Rover anche in Italia crescono del 30% grazie a modelli e strategie di marketing azzeccati. Turni anche di notte per produrre la Evoque a Helewood. Ricci Bitti (Kia): «Nessuna magia per resistere, solo buoni prodotti». E Mercedes si consola con le vendite della nuova Classe A.​
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Meno 25,7% a settembre, (dopo il –20,23% di agosto, il –21,4 di luglio e il –24,4% di giugno). Due sono le cose certe parlando di automobili: la prima è che non bisognerà attendere il comunicato ufficiale del dato di vendita di domani per scoprire che il mercato italiano ha replicato anche ad ottobre il suo trend di sprofondo rosso. E la seconda, meno scontata, per certi versi incoraggiante e forse utile per riflettere, è che la crisi non è uguale per tutti.
Troppo facile piangersi addosso, accusare il governo di una politica miope e castrante sull’auto, elencare tasse, gabelle e storture che affossano il settore. Tutto vero, drammaticamente assurdo, ma fondamentalmente inutile se resta un lamento e basta. Come assistere ai lunghi e sterili dibattiti tra gli stessi operatori del settore che spargono molte lacrime e zero proposte per rianimare la mobilità a motore, mentre la lobby para-ecologista delle due ruote vince battaglie a ripetizione senza nemmeno combattere.
Forse la ricetta buona per recuperare numeri però esiste. E lo dimostrano Land Rover e Kia (e, sia pure in termini meno eclatanti, Dacia, Hyundai e Chevrolet) due marchi che sul mercato italiano hanno fatto segnare un clamoroso balzo in avanti nelle vendite nei primi nove mesi dell’anno. Uno agli antipodi dell’altro, a conferma che non è il segmento del lusso o del low-cost a resistere, ma che è solo l’idea vincente a fare la differenza.
L’esempio di Land Rover è illuminante: in piena crisi si è inventata la Range Rover Evoque, un Suv modaiolo francamente tutt’altro che indispensabile nel panorama motoristico mondiale. Ma terribilmente azzeccato a dispetto del prezzo certamente poco accessibile (da 36 mila euro in su, molto in su). Da gennaio a settembre ha piazzato 5.508 pezzi sul mercato italiano, facendo crescere del 30% le vendite complessive del marchio. Mentre nel resto d'Europa le fabbriche chiudono, per soddisfare la forte richiesta sul mercato mondiale i 4.500 operai dell’impianto inglese di Halewood, dove è prodotta, ora lavorano anche di notte per soddisfare l’ingente domanda della Range Rover Evoque.
L’auto giusta al momento giusto come antidoto alla crisi è la ricetta vincente anche di Mercedes: i conti del colosso di Stoccarda nelle nostre concessionarie sono da sudori freddi (–32,6% a settembre) ma si aggrappano alle ottime prospettive che la nuova Classe A sembra poter garantire: 4.000 gli esemplari già venduti in Italia (il 10% della produzione mondiale) e 500 nuovi posti di lavoro nello stabilimento di Rastatt.
Investimenti, fortuna, abilità di intuire tendenze e necessità, capacità di differenziarsi dalla concorrenza: questi i parametri utili. Gli stessi che sembra aver adottato Kia, il marchio coreano che nei primi sette mesi dell’anno è cresciuto di oltre il 30% vendendo in Italia 20.284 auto contro le 14.177 di un anno fa. Magia? No, solo buone vetture con un ottimo rapporto qualità/prezzo: «Il 2012 è stato un anno importante per Kia - ci spiegava Giuseppe Bitti, amministratore delegato di Kia Italia al recente Salone di Parigi -. Il rinnovamento della gamma visto nell’ultimo anno e mezzo non ha precedenti nella storia dell’auto moderna. Dalle nostre aziende escono automobili solide e valide sotto tutti i punti di vista come la Cee’d, e non giochi di prestigio o avventure finanziarie. In più siamo l’unico costruttore a garantire 7 anni o 150.000 km di garanzia su tutta la gamma». 
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