sabato 30 maggio 2020
Produzione in calo e preoccupazione per la mancanza di manodopera straniera. A rischio il raccolto di pesche e albicocche
Frutta estiva, raccolto a rischio

Frutta estiva, raccolto a rischio - Ansa

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La frutta made in Italy rischia di pagare a caro prezzo gli effetti della pandemia e della mancanza di manodopera nei campi mentre le condizioni climatiche hanno drasticamente tagliato la produzione. Il timore è che sulle tavole arrivino prodotti di qualità inferiore spacciati come "nostrani". A lanciare l’allarme è ancora una volta Coldiretti. Crollano i raccolti di frutta estiva con un taglio che varia dal -28% per pesche e nettarine al -56% per le albicocche, ma in forte calo sono anche le ciliegie con effetti anche sui prezzi al consumo che inevitabilmente saliranno. I dati arrivano una analisi della Coldiretti sulla base delle previsioni di Europech per il 2020 proprio mentre si registra un aumento della domanda dei prodotti italiani secondo il focus sui prodotti ortofrutticoli dell'Osservatorio «The world after lockdown» di Nomisma e Crif che evidenzia l'importanza riservata all'origine nazionale dal 60% dei consumatori e ai prodotti a km zero o del territorio (45%) con l'emergenza coronavirus.

A livello nazionale si stima una produzione di pesche e nettarine ridotta del 28% per un raccolto di quasi 820mila tonnellate che colloca l'Italia al secondo posto in Europa dopo la Spagna mentre il Belpaese resta primo produttore di albicocche con 136mila tonnellate, con un quantitativo però più che dimezzato rispetto allo scorso anno (-56%). A peggiorare la situazione la previsione complessiva per la produzione di frutta nell'intero Vecchio Continente con una contrazione del raccolto del 37% per le albicocche e del 19% per pesche e nettarine rispetto al 2019.A pesare è la situazione climatica avversa che ha tagliato le produzioni, mentre sale la preoccupazione per la carenza di lavoratori che potrebbe causare ulteriori problemi. «Per gli agricoltori italiani – sottolinea la Coldiretti – al danno si aggiunge la beffa di essere costretti a lasciare i già scarsi raccolti nei campi per la mancanza di manodopera a seguito della pandemia Covid 19 che ha portato alla chiusura delle frontiere ai lavoratori stranieri che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale in agricoltura». Da qui la richiesta di una una radicale semplificazione del voucher agricolo che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a cassintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne. Il rischio è che una ridotta disponibilità di frutta nazionale provochi un aumento delle importazioni dall'estero da spacciare come made in Italy. L'Italia è il primo produttore Ue in molte produzioni importanti: mele, pere, ciliegie, uva da tavola, kiwi e nocciole mentre è seconda per la produzione di pesche, nettarine, meloni, limoni, arance, clementine, fragole, mandorle e castagne.

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