Niente esuberi nè chiusure di siti alla Fincantieri. L'amministratore delegato Giuseppe Bono ha deciso di ritirare il Piano industriale che, da quando è stato presentato ai sindacati, due settimane fa, ha provocato tensioni e proteste, sollevando le critiche non solo dei lavoratori e dei sindacati, ma anche degli enti locali e delle forze politiche. L'annuncio è arrivato nel corso dell'atteso tavolo convocato dal ministro dello sviluppo economico Paolo Romani con azienda e sindacati per fare il punto sulla vertenza.Ora la trattativa proseguirà con tavoli di confronto regionali, ha detto Romani, assicurando che "senza soluzioni condivise non si procederà nel frattempo alla chiusura di nessun cantiere". Una "vittoria" sia per i lavoratori, che in migliaia sono arrivati a Roma da diverse regioni, che per i sindacati, che però invitano tutti ora ad assumersi la propria responsabilità.Il piano, che prevedeva 2.551 esuberi, la chiusura di due cantieri (Sestri Ponente e Castellammare di Stabia) e il ridimensionamento di un terzo (Riva Trigoso), "non era una novità per nessuno", ha spiegato Bono intervenendo al tavolo, secondo quanto riferito da fonti sindacali. "Io sono una persona che si assume le sue responsabilità - ha aggiunto -, ma con gli attacchi subiti da tutte le parti, da destra e sinistra, anche la mia forza viene meno. Ritiro il piano e spero che così si possano stemperare le tensioni sociali ed esorcizzare la crisi mondiale". Per la quale tuttavia, fa presente l'azienda, rivolgendosi con una punta di sarcasmo a quanti nei giorni scorsi si sono fatti avanti proponendo soluzioni per Fincantieri ("l'azienda ringrazia i 'direttori commerciali aggiuntì comparsi negli ultimi tempi") non ci sono 'ricette miracolose': "Auspichiamo - conclude Fincantieri - che da domani possano arrivare navi in quantità"."Il governo ha preso atto e apprezzato la decisione" di Fincantieri, ha commentato Romani, annunciando che già dalla prossima settimana partiranno specifici tavoli di confronto con le Regioni interessate (Liguria e Campania) per la definizione di adeguate soluzioni industriali. "Nei prossimi mesi - ha aggiunto - con i tavoli si potranno trovare soluzioni compatibili con livelli occupazionali adeguati". È stato inoltre deciso che presso il Ministero del Lavoro apre un tavolo per la definizione delle necessarie proroghe degli ammortizzatori sociali, cantiere per cantiere. Romani ha infine ricordato la collaborazione dell'Ue per il rilancio del settore.
SODDISFAZIONE DEI SINDACATICautamente soddisfatti i sindacati. "Ora bisogna lavorare per dare una prospettiva vera a quello che è stato concordato", chiede il leader della Fiom Maurizio Landini. Il ritiro del piano deciso oggi è "un atto importante, ma il problema adesso è di non abbassare l'attenzione", aggiunge Rocco Palombella (Uilm). La Cisl parla di "passo avanti importante", per l'Ugl da qui si deve "partire per parlare del futuro del Gruppo e della navalmeccanica". Soddisfatti anche i Governatori della Liguria Burlando e della Campania Caldoro. La decisione è stata accolta al grido "vittoria vittoria" dai lavoratori raccolti in presidio davanti alla sede distaccata del Ministero, all'Eur, che alla notizia sono scoppiati in un applauso. I lavoratori hanno poi invitato il ministro Romani, che stava lasciando il Ministero, a spiegare i termini dell'accordo e, dopo essere stati informati, l'hanno invitato a continuare a lavorare così e a parlare con il ministro Tremonti.