venerdì 3 dicembre 2010
Il negoziato tra il Lingotto e i sindacati, già sospeso ieri sera, non ha portato a nessuna intesa. Secondo l'azienda torinese non esistono le condizioni per un'intesa sul piano di rilancio dello stabilimento. Contraria al progetto la Fiom, ma forti perplessità anche da Fim e Uil, che avevano chiesto alcuni giorni per esaminare la proposta.
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La trattativa sul piano per Mirafiori è finita. La Fiat ha deciso di chiudere il confronto con i sindacati perché non ci sono le condizioni per realizzare l'investimento. I sindacati avevano chiesto di riprendere il confronto tra qualche giorno per poter valutare complessivamente le proposte dell'azienda. «Non sono stupito dalla piega che il confronto ha preso. Da Pomigliano diciamo che la Fiat vuole costruire un suo contratto aziendale al posto di quello nazionale. E' stato un errore seguirli sulla strada delle modifiche contrattuali e delle deroghe». Lo ha detto Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom, aggiungendo:  «vogliono un loro contratto e usare quello nazionale come un supermercato dai cui scaffali prendere di volta in volta quello che gli serve. La Fiat è la prima importante azienda italiana - conclude l'esponente della Fiom - che ci porta fuori dal contratto nazionale e dalle regole sociali ed europee. Una specie di zona franca». «Noi non abbiamo interrotto la trattativa, abbiamo chiesto di poter fare una valutazione complessiva con i lavoratori. La risposta dell'azienda che non ci è piaciuta è che ritiene che non ci siano le condizioni per l'investimento. Questo per noi è inaccettabile». Lo ha dichiarato Eros Panicali, responsabile Auto della Uilm. Panicali ha spiegato che «l'azienda vuole applicare un contratto Fiat. Noi abbiamo delle perplessità perché siamo sottoscrittori del contratto nazionale».«La situazione è complicatissima, si è inceppata. La Fiat dovrà decidere nei prossimi giorni se quel testo può essere modificato. Per noi deve comunque confermare l'investimento per Mirafiori». Lo ha detto il responsabile Auto della Fim, Bruno Vitali. «Abbiamo mantenuto la riserva sul contratto nazuonale perché per noi va applicato anche alla joint venture», ha aggiunto.«Abbiamo provato a sbloccare la situazione, ma oltre al no della Fiom, Fim e Uilm si sono riservate di decidere assumendosi una responsabilità gravissima. L'azienda ha detto che non accetta riserve e riferirà a Marchionne che non ci sono le condizioni per concludere il negoziato. la trattativa è chiusa». Lo ha detto il segretario generale Fismic, Roberto Di Maulo, aggiungendo: «Noi eravamo disponibili a chiudere».«Faccio appello alla responsabilità di tutti gli attori del negoziato affinché intelligenza ed esperienza conducano a far prevalere il bene comune». Lo afferma in una nota il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi dopo che è saltato il confronto per Mirafiori. «L'investimento ipotizzato da Fiat per lo stabilimento di Mirafiori - prosegue - talmente importante per il futuro dei lavoratori, del territorio, dell'intero gruppo e dell'economia italiana da meritare la ripresa del dialogo tra le parti con priorità di attenzione a quegli aspetti sostanziali che consentono la piena utilizzazione degli impianti con i conseguenti incrementi retributivi detassati. Ciò richiede l'abbandono di ogni pregiudizio e di ogni rigido formalismo da parte di tutti per ricercare ciò che unisce nel nome del lavoro e dell'impresa».
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