Anche se la situazione globale è complessa come forse non lo era mai stata negli ultimi anni, con la guerra in Ucraina che si è aggiunta al Covid, che ha ancora pesanti ricadute in Cina, alla crisi dei semiconduttori e al lungo elenco di aumenti di prezzi e costi, il colosso dell'innovazione e dei servizi Bosch guarda con relativo ottimismo al 2022, indicando piuttosto un possibile rallentamento il prossimo anno. Lo hanno detto a Renningen, in Germania, il presidente di Bosch, Stephan Hartung e il cfo Markus Forschner, presentando nella conferenza annuale i risultati del 2021 e le previsioni per il 2022 e il 2023.
Lo scorso anno Bosch ha ottenuto una crescita significativa dei ricavi e dell'utile nonostante le note difficoltà. Il fatturato è cresciuto del 10,1% a 78,7 miliardi di euro, e l'Ebit è aumentato di oltre la metà arrivando a 3,2 miliardi di euro, pari al 4% del fatturato rispetto al 2,8% dell'anno precedente. "Un risultato positivo che rafforza la nostra fiducia nell'affrontare il difficile contesto dell'anno in corso", ha commentato Hartung, supportato dalle valutazioni del chief financial officer che ha sottolineato come Bosch "sia partita bene nel 2022 tanto che al momento, ci aspettiamo di superare il 6% di crescita previsto dal nostro rapporto annuale". Tuttavia per Forschner "le notevoli incertezze che dobbiamo affrontare rendono difficile poter dare una stima più accurata
nel suo complesso per l'anno in corso" e l'azienda "non raggiungerà l'obiettivo di eguagliare il margine Ebit del 2021, prevedendo di raggiungere un target compreso tra il 3 e il 4%".
Questo rallentamento riguarda soprattutto il settore Mobility Solutions, dove la pressione sui costi è attualmente molto alta. "Il nostro risultato sta subendo gli effetti dovuti soprattutto agli aumenti dei costi dell'energia, delle materie prime e della logistica - ha detto il cfo di Bosch - In particolare i prezzi di alcune materie prime sono quasi triplicati dal 2020 e dobbiamo prepararci a prezzi sempre più alti e a mercati molto volatili". Forschner ha ribadito che "non sono solo le Case automobilistiche a dover trasferire gli aumenti di prezzo, ma anche i fornitori". Alla luce della situazione attuale, Bosch ha già rivisto in modo significativo le previsioni economiche globali. L'azienda si attende una crescita poco meno del 3,5%, all'inizio dell'anno era circa il 4%. La precedente previsione per la produzione auto di circa 88 milioni di veicoli e anche l'atteso aumento del 9% su base annua probabilmente non saranno soddisfatti. Nel complesso, tuttavia, il management di Bosch rimane fiducioso: "Saremo all'altezza anche in questa difficile fase. L'importante è avere prodotti all'avanguardia e un chiaro orientamento strategico a lungo termine - ha detto Forschner - e noi li abbiamo entrambi".
Hartung ha ribadito che la situazione attuale evidenzia la pressione sulla politica e sulla società per diventare meno dipendenti dai combustibili fossili e per perseguire con vigore lo sviluppo di nuove fonti di energia. Per questo motivo, il Gruppo Bosch prosegue costantemente gli sforzi per mitigare il riscaldamento globale, nonostante il difficile contesto economico. Al riguardo Hartung ha annunciato che Bosch investirà 3 miliardi di euro in tre anni in tecnologie per la neutralità climatica, come l'elettrificazione e l'idrogeno. Parlando della crisi in Ucraina, Hartung ha detto di ritenere che la guerra rallenterà il percorso nella riduzione delle emissioni di CO2 nel breve termine. Ma a lungo termine finirà per accelerare la trasformazione tecnologica in Europa. "I politici potrebbero prendere questo come spunto per agire con più determinazione - ha detto - sia nel fornire incentivi per rendere gli edifici esistenti più efficienti dal punto di vista energetico sia nell'espandere la produzione di energia rinnovabile",
L'azienda ritiene che l'elettrificazione sia la strada più veloce verso la neutralità climatica, a condizione che sia basata sull'elettricità verde. E da quando Bosch si è fortemente impegnata nell'ambito della mobilità sostenibile, gli ordini relativi all'elettromobilità hanno superato per la prima volta i 10 miliardi di euro.