La presidente della Bce Christine Lagarde ieri in conferenza stampa a Francoforte - Reuters
Ancora un taglio. È il quarto da quando, nella riunione di giugno 2024, è stata avviata la svolta di politica monetaria dopo un ciclo di rialzi senza precedenti per rapidità. La Bce riduce ancora il costo del denaro di un quarto di punto (25 punti basi). l tasso sui depositi scende così al 3%, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali al 3,15%, quello sui prestiti marginali al 3,4%. Se la mossa del Consiglio direttivo dell’istituto di Francoforte non sorprende, nel senso che era ampiamente prevista alla vigilia, ad offrire un retroscena curioso sono state le parole di Christine Lagarde nella consueta conferenza stampa post board, dove è stato ammesso che è stata vagliata anche l’opzione di un taglio più consistente: «C'è stato un dibattito con qualcuno che ha proposto di considerare un taglio dei tassi da mezzo punto – ha detto la presidente della Banca centrale europea -, ma alla fine c'è stata la decisione unanime che 25 punti base rappresentavano la giusta decisione». La sfida dell’inflazione non può dirsi ancora vinta, «non è ancora missione compiuta ma sicuramente siamo davvero sulla strada giusta per raggiungere l’obiettivo».
Sicuramente prosegue spedito il percorso verso una normalizzazione dei tassi. Sull’ipotesi di un taglio da 50 punti base a gennaio, su cui puntano la maggior parte degli investitori, Lagarde dice di non pensarci: «Le cose cambiano nel tempo, in funzione dei dati e molte situazioni si chiariranno nei prossimi mesi, non nelle prossime settimane». Anche se la direzione da seguire sembra ben chiara, la Bce non cambia approccio e vuole tenersi le mani libere: «Le decisioni verranno prese di riunione in riunione, non ci vincoliamo a un percorso predefinito».
Ciò che sembra certo ormai già dai mesi scorsi è il progressivo indebolimento della ripresa: «La crescita della zona euro sta perdendo slancio, la ripresa è stata più lenta delle attese e l'outlook resta incerto». Non a caso la Bce ha rivisto nuovamente al ribasso le stime del Pil, abbassando nuovamente le previsioni rispetto all’aggiornamento di settembre. Secondo le “staff projections” la crescita si fermerà allo 0,7% nel 2024, (da 0,8% precedente), a 1,1% nel 2025 (da 1,3%) e dell'1,4% nel 2026 (da 1,5%). La stima sul 2027 è di 1,3%. «I nostri esperti si attendono ora una ripresa economica più lenta di quanto indicato nelle proiezioni di settembre – si legge nel comunicato dell’Eurotower –. Gli indicatori basati sulle indagini congiunturali segnalano una contrazione nell’attuale trimestre».
Vengono ritoccate anche le stime d’inflazione, che passano al 2,4% nel 2024 (dal 2,5% di settembre) al 2,1% nel 2025 (dal 2,2%). Un quadro che porta a dichiarare che «il processo disinflazionistico è ben avviato» e ad abbandonare la formula, adottata fino a ottobre, secondo cui la Bce «manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi».
Il progressivo calo del costo del denaro potrebbe favorire una ripresa sul fronte dei finanziamenti, in calo sia per le famiglie sia per le imprese. Dai dati diffusi nei giorni scorsi dalla Banca d’Italia, ad ottobre i prestiti al settore privato, corretti sulla base della metodologia armonizzata concordata nell'ambito del Sistema Europeo delle Banche Centrali (Sebc), sono diminuiti dell'1,1% sui dodici mesi (-0,9 nel mese precedente). I prestiti alle famiglie si sono ridotti dello 0,2% sui dodici mesi (-0,4 nel mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti del 3,1% (-2,4 nel mese precedente).
Sicuramente le decisioni prese da giugno in poi dalla Bce continueranno ad avere un impatto tangibile sul mercato dei mutui. Dai calcoli della Fabi con i tassi d’interesse al 3%, i tassi sui mutui, già scesi al 3,27% a ottobre rispetto a picchi superiori al 5% nel 2023, potrebbero scendere sotto il 3%. Con tassi medi del 2,9% si risparmieranno 80 mila euro su un prestito immobiliare a 25 anni da 200.000 euro (-21,9%) rispetto al 2023. Lo stesso vale per i crediti al consumo, fa notare la Fabi, i cui tassi sul credito sono scesi a una media dell'8,32%, dopo picchi superiori al 14%, e potrebbero calare ancora all’8%.
La reazione delle Borse europee alle novità annunciate a Francoforte è all’insegna della cautela. La miglior performance di giornata è di Piazza Affari che chiude con un +0.4%.