Il settore alimentare rappresenta la seconda industria manifatturiera in Italia, preceduto solamente dall'industria metalmeccanica. Dalla contabilità nazionale 2013 emerge infatti che il valore dei prodotti agroalimentari nazionali rappresenta il 13,4% del Pil, inclusa la quota del consumo extradomestico dei servizi di ristorazione.Il 9° Censimento generale dell’industria e dei servizi dell'Istat rileva in Italia oltre 580mila imprese attive nella filiera alimentare, per un totale di oltre due milioni e 400mila addetti. Il settore terziario - commercio, distribuzione e servizi – domina il panorama, con l'86% di imprese attive e un totale di circa quattro addetti su cinque. Nel primario la presenza femminile è decisamente bassa (meno di un addetto su cinque è donna), mentre l'età media è decisamente più elevata (oltre il 35% degli addetti ha oltre 50 anni). All'opposto, all'interno del settore terziario la composizione di genere è equilibrata fra uomini e donne, anche se nei servizi di ristorazione si nota una presenza maggiore di lavoratori giovani. Il settore industriale si colloca nel mezzo, con una presenza maschile di poco superiore a quella femminile (62% di uomini), e una composizione per età anagrafica simile a quella rilevata nel settore commerciale.In termini di inquadramento contrattuale, la presenza di Dirigenti e Quadri è superiore nel settore industriale, così come sono più elevati i dati retributivi medi. La Ral media nazionale di settore è pari a 28.076 euro, dove un direttore di stabilimento guadagna in media 104.100 euro e un responsabile di laboratorio di ricerca biologica 44.405 euro. A livello complessivo sono più basse le retribuzioni medie percepite nei settori dove è più alta la presenza di figure operative/esecutive, ossia il settore primario e della ristorazione, le cui Ral medie sono di poco superiori ai 22mila euro. Un operatore agricolo guadagna ad esempio 22.561 euro, un food & beverage manager – il responsabile della conduzione e della pianificazione dei servizi di ristorazione – raggiunge una retribuzione media di 38.405 euro e figure con un inferiore tasso di specializzazione come i camerieri di sala, solo 20.077 euro. Un sommelier? 24.772 euro.Infine, nel settore del commercio e della distribuzione, la RAL media raggiunge i 30.099 euro, grazie alla presenza di figure impiegatizie e di più alto livello tecnico-specialistico rispetto al caso precedente. Agli estremi si trovano figure come il direttore del punto vendita, con una retribuzione fissa media di 59.095 euro, e ruoli come l’addetto cassa e l’addetto banchi a servizio, che guadagnano rispettivamente 24.708 euro e 24.243 euro.Il report realizzato da JobPricing ha individuato, per i quattro sottoprocessi della 'filiera del cibo' – primario, industria, commercio & distribuzione e ristorazione – alcune professioni tipiche, evidenziandone le mansioni e le responsabilità, con un'indicazione media sulla retribuzione fissa percepita da questi ruoli nel mercato italiano.Per scaricare il report completo:
http://bit.ly/pro-cibo