Qual è il modo migliore per entrare in contatto con una società di cacciatori di teste? E quali sono le cose da non fare assolutamente? Page Executive, società internazionale di ricerca di
top manager, spiega come costruire e valorizzare nel tempo la relazione con gli
head hunter, al fine di migliorare la propria posizione di carriera. “Entrare in contatto con un cacciatore di teste non è difficile - spiega
Maximilian Redolfi, direttore generale di Page Executive in Italia - la difficoltà sta nel farsi prendere seriamente in considerazione per una posizione aperta e per riuscirci è fondamentale scegliere la strada giusta e non sbagliare l’approccio, cosa che in realtà avviene più spesso di quanto non si immagini”. Ecco quindi il
vademecum di Page Executive: cinque modi per entrare in contatto con gli head hunter e cinque avvertenze su come comportarsi per trarne il meglio. I cinque modi principali per entrare in contatto con gli
head hunter: 1. Inviare una candidatura spontanea.È il modo meno efficace per entrare in contatto con una società di cacciatori di teste. Queste candidature saranno esaminate e inserite nel data base della società, ma è estremamente difficile che vengano gestite come priorità, perché un head hunter si muove sempre a partire da un elemento di conoscenza, anche indiretto, con il candidato oppure da una ricerca con requisiti precisi. 2. Rispondere a un’inserzione di lavoro.Le inserzioni rappresentano un’ottima occasione, quando corrispondono al proprio profilo, per entrare in contatto in maniera mirata con l’head hunter, ma non devono generare aspettative eccessive. Infatti si tratta di uno strumento poco utilizzato per le posizioni apicali, che di solito serve a integrare e confrontare le candidature già acquisite, spesso quando il processo di selezione è già in fase avanzata. 3. Contattare un cacciatore di teste di cui si è stati clienti.Alcuni manager entrano in contatto con gli head hunter in qualità di clienti e, una volta lasciata l’azienda, possono proporsi a livello personale, nel rispetto degli accordi di non concorrenza. Può essere una buona occasione per costruire una relazione, anche se non ha un’efficacia immediata. 4. Chiamata da parte dell’head hunter.Ricevere una chiamata non sollecitata da parte di un cacciatore di teste vuol dire che la propria professionalità è riconosciuta nel settore di riferimento. Si tratta quindi di un’ottima occasione di contatto, che, anche se non coincide con la propria disponibilità a cambiare lavoro, va coltivata in un’ottica di lungo periodo. 5. Sfruttare un contatto comune.L’ultimo e più efficace modo di entrare in contatto spontaneamente con gli head hunter è essere raccomandati o segnalati da un contatto comune. La relazione personale è molto importante per un head hunter e per il suo successo professionale. Se il vostro profilo viene segnalato da una persona che ha un rapporto consolidato con lui, in quanto cliente, candidato o perfino competitor, difficilmente tale indicazione sarà accantonata. Naturalmente si ha poi la responsabilità di gestire il rapporto al meglio, anche per salvaguardare la relazione con chi vi ha segnalati. Le cinque cose da non sbagliare nel rapporto con l’
head hunter: 1. Scegliere l’head hunter giusto.Benché il servizio offerto al cliente sia il medesimo, ogni società di head hunting è strutturate in maniera differente, in funzione di precise nicchie di specializzazione, settori di riferimento, funzioni e seniority. Quindi occorre capire quali società seguono il mercato e il segmento di carriera coerenti con quelli del candidato, concentrandosi su non più di cinque/dieci società con cui creare una relazione di lungo periodo. 2. Non avere fretta.Le società di executive search lavorano per le aziende loro clienti e non per i manager alla ricerca di opportunità professionali ed è questo che determina le loro priorità. Quindi non è ragionevole attendersi una proposta in brevissimo tempo o sentirsi frustrati se non si viene considerati per una posizione aperta: il consulente non ha pregiudizi verso le singole candidature, purché esse siano totalmente in linea con le esigenze delle ricerche in corso. 3. Non insistere.I cacciatori di teste seguono mandati precisi, quindi se si risulta esclusi da una selezione è inutile insistere perché la propria candidatura venga considerata. Anzi, può essere controproducente, perché si rischia di lasciare un’impressione negativa. 4. Investire sul networking.I cacciatori di teste vivono di informazioni, di segnalazioni e di networking. Per mantenere fresca la propria candidatura dopo un certo periodo di tempo da un incontro, è utile ricontattarli per un aggiornamento sulla propria situazione professionale o per condividere informazioni sul mercato oppure invitarli o farsi coinvolgere in eventi di networking, meglio se con una specializzazione settoriale e funzionale. 5. Evitare passi falsi durante la selezione. Infine, se si viene contattati per una ricerca specifica, è necessaria la massima puntualità, correttezza, accuratezza delle informazioni fornite e nella gestione delle proprie aspettative. Un comportamento poco trasparente, ambiguo o poco lineare durante l’intero processo di selezione può compromettere un rapporto con grande rapidità e precludere ottime opportunità professionali. Naturalmente, è consigliabile non rifiutare mai un incontro conoscitivo, che, se anche non fosse d’interesse immediato, rappresenta comunque un’opportunità per il futuro.