Il mercato “premium” rappresenta globalmente il 10% dei volumi e consente di raggiungere margini prossimi al 50%. Bastano questi due numeri per capire la scelta operata dal Gruppo PSA che ha voluto dare massima dignità a quella che dal 2010 a oggi era stata solo una linea di prodotto “alto di gamma”. Il marchio DS è nato, con un richiamo allarivoluzionaria “Dea” del 1955, proprio per andare a cercare quei clienti che vogliono qualcosa da una Citroen. «Dal 2010 abbiamo venduto 550.000 DS in tutto il mondo, di cui 36.00 sul mercato italiano - ha spiegato Andrea Valente, Direttore Sviluppo del marchio DS per l'Italia - questo dimostra che c'è spazio per crescere e fare qualcosa di più importante».
La prima auto chiamata a confrontarsi con questa sfida inedita è la nuova DS5 - già disponibile a partire da 30.900 euro - che va anche a ricoprire il ruolo di ammiraglia del brand e che, oltre al cambio di denominazione (prima si chiamava Citroen DS5) presenta molti contenuti aggiornati. «In tre anni la DS5 è stata costruita in 80.000 unità, di cui 4.000 sono finite a clienti italiani - ha precisato Valente - di questi, il 75% sono stati "conquistati" ad altri marchi e il 53% ha scelto l'auto principalmente per lo stile. Vuol dire che la strada è quella giusta e che a DS vengono riconosciute le qualità di un modello premium».
Entro la fine dell'anno verranno anche presentate le DS3 e DS4 aggiornate, modelli a cui sarà affidato il compito di far conoscere il nuovo marchio, in attesa di avere, per il triennio 2018-2020, sei prodotti completamente nuovi, pensati per essere globali e per esprimere al meglio le caratteristiche del marchio DS. «Come la DS originale del 1955, vogliamo essere all'avanguardia - ha aggiunto Valente - sia nel design che nella tecnologia. I capisaldi di questo marchio sono quattro: l'esperienza del cliente, il savoir-faire francese, l'unicità e l'heritage».
Per essere coerenti con questi valori, la qualità è fondamentale, anche quella dei materiali: «A Parigi abbiamo quindici artigiani specializzati nella lavorazione del cuoio - ha concluso Valente - che fanno solo quello. Cuciono a mano la pelle dei sedili e degli altri rivestimenti dell'abitacolo». In effetti, i sedili sono la parte più lussuosa della DS5; la pelle semi anilina è quanto di più pregiato esista nell'industria automotive e la loro presenza eleva la qualità percepita di tutto l'abitacolo, che è stato aggiornato in molti dettagli. Tra questi quello che spicca maggiormente è il nuovo touch screen da 7 pollici sulla console centrale per gestire il sistema di infotainment che ora supporta anche la funzione Mirror Screen per "duplicare" lo smartphone.
Per il resto, la novità tecnica più importante, è l'introduzione del cambioautomatico con convertitore di coppia a 6 rapporti, realizzato in collaborazione con Aisin. Altre modifiche hanno riguardato la messa a punto dell'assetto e i componenti delle sospensioni posteriori, ora forniti di Sachs, mentre i powertrain sono stati tutti aggiornati. La gamma italiana è composta dai benzina 1.6 THP, nelle varianti da 165 e 210 CV e dai diesel BlueHDi, il 1.6 da 120 CV e il 2.0 da 150 e 180 CV, quest'ultimo accoppiato solamente alla trasmissione automatica. Infine c'è la versione Hybrid 4x4 che vanta emissioni di CO2 di soli 90 g/km e un consumo medio di 3,5 L/100 km, unitamente alle quattro modalitàdi funzionamento (Auto, ZEV, 4WD e Sport). Al volante il nuovo assetto fa la differenza, la DS5 è assai composta ma ma riesce a digerire molto bene tutte le sconnessioni, restituendo quel comfort di marcia che ci siaspetta da un'auto come questa.