Il sito StartUp Italia l’ha inserita ad agosto 2018 nelle lista delle 150 donne italiane da seguire. Donne che hanno fondato o guidano una start-up oppure dirigono la strategia digitale di grandi società corporate, insieme a scienziate ed attiviste. Quella di Simona Sinesi è una storia particolare, fatta di grandi scelte e coraggio. Quarantuno anni, nata a Bari dove ha studiato economia, inizia subito a lavorare nei settori marketing di grandi compagnie (Unilever, Barilla per poi approdare in Coca-Cola). Il suo lavoro è sviluppare nuovi prodotti e campagne di comunicazione, mettendo al centro i bisogni delle persone. Per farlo, osserva anche il comportamento delle persone durante i pasti. Ed è qui che comincia a interessarsi di disturbi alimentari in adolescenza, capisce quanto grande sia la difficoltà di chiedere aiuto tra i giovani.
Per questo nel 2014 ha scelto di fondare NEVER GIVE UP, una Onlus di professionisti che si occupa di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. «Il cibo è solo la punta dell’iceberg di un disagio più profondo e noi nasciamo proprio con l’obiettivo di intercettare precocemente questi disagi», dice Simona. Ha scelto di supportare gli adolescenti con problemi di questo tipo ad abbattere le barriere alla richiesta d'aiuto. Sono infatti oltre tre milioni i giovani italiani - per il 70% tra i 12 e 25 anni - costretti a combattere con problemi di peso, cibo e immagine corporea. I disturbi del comportamento alimentare - dall’anoressia alla bulimia nervosa e al disturbo da alimentazione incontrollata (Binge eating) - costituiscono in Italia la prima causa di morte per malattia per questa fascia d’età. Il 70% è costituito da donne, ma con una percentuale di uomini in preoccupante crescita. Secondo le stime, ogni anno nel nostro Paese muoiono di anoressia e bulimia più di 3mila persone. Numeri che parlano da soli e che nascondono un dato ancora più impressionante: solo il 10% chiede aiuto, in genere dopo tre anni dai primi sintomi.
Sono numeri che le entrano in testa, la cambiano per sempre. Per Coca-Cola si occupa dello sviluppo di campagne di marketing internazionali, tra cui quella per i Mondiali di dalcio del 2014. Durante lo shooting fotografico per uno spot incontra il regista Danis Tanovic, premio Oscar per "No man’s land". Un incontro non casuale. Nello stesso anno fonda Never Give Up con la sorella Stefania, psicologa e psicoterapeuta appena tornata in Italia dopo una vasta esperienza all’estero (in Europa e in USA) che l’ha vista operare in equipe di eccellenza nell’ambito dei disturbi alimentari.
Non può essere solo una coincidenza. Lascia un lavoro ben pagato e una carriera "sicura" per dedicarsi a questa missione. Simona inizia a raccogliere fondi per attivare i primi servizi. Nel 2015 ricontatta Tanovic e gli chiede di dirigere un video di sensibilizzazione. Il regista accetta di dirigere gratis il video, di cui è protagonista Aurora Ruffino, attrice delle serie cult "Braccialetti rossi". Questo video nel 2018 viene acquisito dalla Presidenza del Consiglio, che lo considera meritevole di diventare una campagna istituzionale.
Never Give Up, con sede centrale a Roma, oggi offre primi consulti gratuiti anche a Milano, Perugia, Bari, Avezzano e - a breve - anche a Napoli. L’associazione, che è referente del ministero della Salute, ha lanciato anche la "Never Give Up Experience": programma di sensibilizzazione, supporto e ascolto che consiste in un’innovativa e coinvolgente esperienza audiovisiva di 45 secondi che racconta cosa vuol dire avere un disturbo alimentare e doverlo nascondere. Dopo averlo "testato", c’è la possibilità’ di chiedere supporto a uno psicoterapeuta del team. Questi i risultati: 1 persona su 4 chiede ulteriori informazioni dopo averla provata e 1 su 8 chiede il supporto gratuito degli psicoterapeuti. Viene diffusa nei principali luoghi di aggregazione giovanile, concerti e stadi su tutto il territorio nazionale.
Grazie al lavoro svolto con le istituzioni, Never Give Up ha fortemente contribuito al riconoscimento di una giornata nazionale per la lotta ai disturbi del comportamento alimentare: il 15 marzo. In occasione della prima giornata, lo scorso marzo, è stato anche organizzato il talk "Il cibo oltre il cibo", un evento di divulgazione scientifica su questi temi, e una serata di raccolta fondi, legata anche al numero solidale 45586. Simona e la Onlus stanno lavorando ora allo sviluppo del progetto "Houses", con cui ha vinto il bando Getit! di Fondazione Cariplo Factory. L’idea è di sviluppare una rete di strutture di prevenzione, trattamento e post-trattamento, formazione e ricerca che cambino il modo di approcciare questi disturbi. Dal 2014, Never Give Up ha già supportato oltre 5mila ragazzi e le loro famiglie. Il supporto di Ashoka, la più grande rete di imprese sociali che infatti l'ha selezionata quest'anno come nuova "Fellow" (cui viene fornita una borsa di studio pluriennale e l'accesso alla propria rete globale), potrà contribuire ora allo sviluppo del progetto che potrà essere replicato anche in altri Paesi.
Simona Sinesi, 41 anni, ha lasciato il lavoro in una "big company" per fondare Never Give Up, che si prefigge di dare una prospettiva nuova ai giovani che soffrono di problemi legati al cibo
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