giovedì 18 agosto 2016
Il vicepresidente di Fondimpresa, Paolo Carcassi (nella foto), ricorda che in passato «con 50 milioni di euro è stata finanziata formazione mirata per oltre 7mila persone che hanno poi trovato, per il 55%, una nuova occupazione».
«Dai fondi un modello efficace per le politiche attive»
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"I Fondi interprofessionali virtuosi possono dare un contributo importante alle politiche attive del lavoro ma è essenziale non sottrarre risorse e non burocratizzare gli strumenti efficaci". Il vicepresidente di Fondimpresa, Paolo Carcassi, ha ribadito che il più importante Fondo italiano – 194mila imprese aderenti con 4,8 milioni di lavoratori, 2,3 miliardi di euro già erogati per la formazione d’impresa – è pronto a mettere in gioco il proprio consolidato know how sulla formazione finalizzata all’occupabilità. "Già in passato – ha ricordato Carcassi – Fondimpresa, d’intesa con il ministero, è stato capace di avviare percorsi di riconversione per lavoratori in mobilità basati sul dialogo sociale nel territorio, con risultati che dovrebbero essere presi, oggi, a modello se si ha l’obiettivo di far crescere il lavoro". Con 50 milioni di euro, infatti, il Fondo di Confindustria Cgil Cisl e Uil ha finanziato formazione mirata per oltre 7.000 persone che hanno poi trovato, per il 55%, una nuova occupazione. "Il segreto del successo della formazione finanziata da Fondimpresa – spiega Carcassi – sta nella pratica concreta della bilateralità e nella flessibilità degli strumenti, che consentono di affrontare positivamente le criticità quanto di promuovere lo sviluppo. Se si vuole mantenere questi risultati e magari anche estenderli è determinante non sottrarre risorse alla formazione, come si sta facendo oggi per 120 milioni all’anno, e valorizzare il ruolo dei Fondi con una regolamentazione che non ne comprometta l’efficacia, con certezze di regolarità e trasparenza e tempistiche non incompatibili coi moderni fabbisogni".
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