venerdì 3 gennaio 2025
Uno scenario di base prevede 7,8 miliardi di euro in infrastrutture digitali e 100mila posti di lavoro entro il 2028
L'interno di un data center

L'interno di un data center - Imagoeconomica

COMMENTA E CONDIVIDI

Entro il 2028 l’Italia attrarrà investimenti significativi per la costruzione e l’allestimento di nuovi data center, con uno scenario di base che prevede 7,8 miliardi di euro in infrastrutture digitali e 100mila posti di lavoro. Con la crescita dell’Ia-Intelligenza artificiale, gli investimenti potrebbero raggiungere i 10,5 miliardi di euro, con un impatto totale stimato di circa 15 miliardi di euro, includendo spese per apparecchiature It e costi operativi. Finora sono 20 i progetti aperti o in fase di presentazione, con investimenti che si attestano intorno ai 10-13 miliardi euro su un arco temporale di 5-10 anni. Nel 2023 lo scenario data center italiano ha vissuto un momento di accelerazione senza precedenti: 23 organizzazioni (di cui otto società nuove entranti sul mercato italiano) hanno annunciato l’apertura di 83 nuove infrastrutture nel periodo 2023-2025, la cui messa in produzione potrà portare sul territorio, potenzialmente, fino a 15 miliardi di euro di investimento complessivo.

Sono tre le condizioni affinché l’Italia sia in grado di cogliere questa grande opportunità. In primis, quella legata al tema dei permessi: è fondamentale andare verso la semplificazione dei processi autorizzativi e la creazione di normative adeguate e uniformi su tutto il territorio nazionale. Inoltre, il processo di crescita a cui stiamo assistendo deve mettere al centro anche la sostenibilità e l’accesso all’energia, temi cruciali per lo sviluppo delle infrastrutture digitali. Infine, tra le grandi sfide per il comparto c’è la ricerca dei talenti, coltivando e diffondendo nuove competenze e delineando nuove professioni che possano attirare l’attenzione dei più giovani, già nell’immediato futuro.

Ruolo centrale ha inoltre avuto il tema ambientale che catalizza le attenzioni degli operatori del settore: prova ne è l’istituzione, all’interno di Ida-Italian data center association, di un Comitato tecnico dedicato alla sostenibilità. Le tematiche Esg sono un punto cardine dell’attività dell’associazione e gli investimenti nel settore comportano la necessità che tutti gli attori della filiera siano capaci di garantire una crescita sostenibile a livello economico, sociale e ambientale. La nuova capacità di data center che entrerà in funzione nei prossimi cinque anni accelererà ulteriormente la crescita, con un tasso di crescita annuale composto del 29% per i Data Center commerciali, fino a raggiungere una dimensione di quasi un GW IT di offerta. Se gli investimenti nell’Ia continueranno ad arrivare a ritmo serrato, si prospetta addirittura uno scenario di investimento accelerato di 1,2 GW IT nel 2028.

In un contesto di questo tipo, Ida si è attivata sottoscrivendo le linee guida del Climate Neutral Data Center Pact che rappresentano un impegno significativo per rendere il comparto più sostenibile dal punto di vista ambientale, contribuendo agli obiettivi di mitigazione dei cambiamenti climatici.

Oltre ad aderire a questa iniziativa, l’Ida ha creato un gruppo di lavoro dedicato con l’obiettivo di definire le migliori pratiche, collaborare su progetti di ricerca e sviluppo e promuovere soluzioni innovative per la sostenibilità ambientale delle infrastrutture digitali. Le aziende associate stanno lavorando ancora più concretamente, dando vita a progetti che offrono una reale soluzione alla riduzione delle emissioni Co2. Fra questi, citiamo l’iniziativa, frutto della collaborazione fra Retelit, DBA e A2A, che prevede l’utilizzo del calore di scarto del data center “Avalon 3” di Retelit per alimentare la rete di teleriscaldamento del Municipio 6 di Milano e fornire calore a quelle famiglie.

La crescita della domanda di servizi digitali

In generale, i fattori alla base della necessità di infrastrutture digitali sono da individuare nella rapida crescita della domanda di servizi (da parte di consumatori, imprese e settore pubblico), nella digitalizzazione dei processi aziendali e nella ricerca di nuovi modelli di business, sempre più influenzati dall’impatto dell’Ia sul mercato. I data center, le reti e le infrastrutture elettriche risultano quindi essenziali per sostenere questa crescita, portando alla luce la delicata questione dei consumi.

Il presente e Il futuro del settore sono green: l’efficienza energetica dei data center non può prescindere dalla loro sostenibilità sociale e ambientale. Alla sfida del digitale si affianca così quella della transizione energetica. Il Green Deal europeo ha infatti definito la strategia per la decarbonizzazione del sistema energetico dell’Ue puntando alla riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030 e alla neutralità in termini di emissioni di carbonio entro il 2050.

Due obiettivi importanti su cui il settore sta ponendo l’attenzione: sotto il profilo dell’impatto ambientale, il comparto si sta muovendo in ottica di efficientamento dell’uso di energia e acqua, orientandosi verso l’energia verde e le rinnovabili. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, il consumo di elettricità dei data center a livello globale si attesta infatti a 220-320 TWh/anno, pari all’1% circa del consumo totale (il fabbisogno annuale di energia elettrica in Italia è stato pari a 301,2 TWh nel 2020).

È quindi evidente come i data center si stiano rendendo protagonisti non solo della transizione digitale, ma anche di quella energetica, spinti dall’accelerazione portata dalle più recenti tecnologie, che possono rivelarsi valide alleate anche nel controllo dei consumi.

Il mercato italiano, con il suo potenziale di crescita e il suo ruolo di alternativa strategica, giocherà un ruolo chiave in questo scenario di innovazione e sostenibilità. Le aziende devono prepararsi a rispondere a queste nuove sfide, bilanciando progresso tecnologico e sostenibilità energetica.

Evolve la forza lavoro e lo sviluppo delle professionalità digitali

È importante sottolineare come la crescita del settore abbia un importante impatto a livello occupazionale: sono circa 28mila i posti di lavoro creati dai data center in Italia. Questo include l’impiego diretto di circa 8mila dipendenti a tempo pieno, che comprende il personale coinvolto nelle operazioni, vendite e marketing, sicurezza, supporto, gestione dei progetti e amministrazione.

Al momento, i data center on premise rappresentano l’87% di tutti i posti di lavoro diretti. Entro il 2028, questa percentuale sarà ridotta al 66%. L’occupazione si sta riducendo lentamente nei data center onpremise poiché i carichi di lavoro vengono spostati nel cloud e in data center di colocation professionali. In questi ultimi, l’occupazione cresce rapidamente, in media il 24% all’anno.

La maggior parte dei posti di lavoro, quasi 13.500, vengono creati nella catena del valore indiretta: la creazione di posti di lavoro è relativamente grande rispetto ad altri settori, poiché il settore richiede importanti investimenti di capitale e sta crescendo rapidamente. Oltre alle attività di costruzione e installazione, i data center spesso assumono personale esterno per la sicurezza e per una serie di altri ruoli di supporto operativo e manutentivo. Altri posti di lavoro vengono creati in settori come l’ospitalità, i trasporti, i servizi pubblici eccetera. Infine, i posti di lavoro creati nei data center e presso i relativi fornitori portano a investimenti nelle economie locali come risultato di una spesa e di un impiego indotti.

Tutto questo ci porta al punto strategico costituito dallo sviluppo delle professionalità e competenze nel settore: far conoscere alle nuove generazioni il funzionamento dei data center e le opportunità di lavoro che offrono, formando nuovi talenti, è la chiave per un futuro in cui un ecosistema digitale consapevole e sostenibile è reale, oltre che possibile.

I data center generano una forte occupazione. Si tratta di profili con funzioni tecniche come: ingegneri, sistemisti, manutentori e tecnici delle infrastrutture e funzioni di sicurezza che impiegano guardie giurate o specialisti della sicurezza, oltre a funzioni di supporto e direzione che includono svariati ambiti tra cui vendite, legali, financial control.

Oltre al personale interno, il comparto genera occupazione anche in modo indiretto. Infatti, le attività svolte nei data center spesso coinvolgono molto personale da fornitori terzi di servizi e gli stessi clienti e fornitori impiegano ulteriore personale. Data la rapida crescita che sta caratterizzando il mercato, sono necessarie moltissime maestranze specialmente afferenti al settore delle costruzioni, delle installazioni e delle manutenzioni.

Oltre all’occupazione diretta e indiretta, esiste anche un effetto indotto. Si tratta dell’impatto della spesa dei dipendenti sull’economia e sull’occupazione locale; i dipendenti diretti e indiretti dei data center, infatti, contribuiscono alla spesa locale favorendo l’economia del Paese.

Le sfide dei prossimi mesi

Gli esperti di Vertiv indicano le tendenze che potrebbero affermarsi nei data center nel 2025:

1. L'infrastruttura di alimentazione e raffreddamento si rinnova per tenere il passo con la computing densification. L’Advanced Computing continuerà a spostarsi dalla Cpu alla Gpu per sfruttare la potenza di calcolo in parallelo di quest'ultima e l’alto livello di progettazione termico dei chip moderni. Ciò metterà ulteriormente alla prova i sistemi di alimentazione e raffreddamento esistenti e spingerà gli operatori dei data center verso soluzioni di raffreddamento a piastre fredde e a immersione, che rimuovono il calore a livello di rack. I data center enterprise saranno interessati da questo trend, poiché l'uso dell'Ia si estende anche al di fuori dei primi fornitori di cloud e colocation.

  • I rack per l’Ia richiedono gruppi di continuità, batterie, dispositivi di distribuzione dell'energia e quadri elettrici con maggiore densità di potenza per gestire i carichi Ia che possono oscillare dal 10% di inattività al 150% di sovraccarico in un lampo.
  • I sistemi di raffreddamento ibridi, con configurazioni liquido-liquido, liquido-aria e liquido-refrigerante, si evolveranno in modelli di armadi a rack, perimetrali e a schiera che possono essere utilizzati in applicazioni brown/greenfield.
  • I sistemi di raffreddamento a liquido saranno sempre più spesso abbinati a gruppi di continuità ad alta densità dedicati, per garantire l’operatività continua.
  • I server verranno integrati nell'infrastruttura che li supporta, compreso il sistema di raffreddamento a liquido integrato in fase di progettazione, rendendo la produzione e l'assemblaggio più efficienti, l'implementazione più rapida, l'ingombro delle apparecchiature più contenuto e aumentando l'efficienza del sistema energetico.

2. I data center privilegiano le sfide legate alla disponibilità di energia. Le reti sovraccariche e la domanda di energia in aumento stanno cambiando il modo in cui i data center utilizzano l'energia. A livello globale, i data center consumano in media l'1-2% dell'energia elettrica mondiale, ma l'AI sta determinando un aumento del fabbisogno che probabilmente raggiungerà il 3-4% entro il 2030. Gli incrementi previsti potrebbero comportare una richiesta di energia alla rete elettrica che molte società di servizi non riuscirebbero a gestire, attirando l'attenzione dei governi di tutto il mondo - comprese potenziali restrizioni alla realizzazione di data center e all'utilizzo di energia - e facendo lievitare i costi e le emissioni di CO₂ che le società di data center stanno cercando di contenere. Queste pressioni obbligano le società a dare priorità all'efficienza energetica e alla sostenibilità molto più che in passato.

Nel 2024 avevamo previsto una crescita delle energie alternative e delle microgrid e nel 2025 stiamo assistendo a un'accelerazione di questa tendenza, con un vero e proprio movimento verso la priorità e la ricerca di soluzioni efficienti dal punto di vista energetico e di alternative energetiche nuove in questo campo. Le celle a combustibile e le batterie alternative sono sempre più disponibili come opzioni di energia per le microgrid. In prospettiva, molte aziende stanno sviluppando piccoli reattori modulari per i data center e altri grandi fruitori di energia, la cui disponibilità è prevista per la fine del decennio. I progressi su questo versante sono da osservare nel 2025.

3. Gli operatori del settore collaborano per favorire lo sviluppo dell'Ia Factory. La densità media dei rack è in costante aumento negli ultimi anni, ma per un settore che ha sostenuto una densità media di 8,2kW nel 2020, le previsioni di una AI Factory rack da 500 a 1000kW o più rappresentano un'innovazione assoluta. Come conseguenza dell'evoluzione rapida, produttori di chip, clienti, fornitori di infrastrutture di alimentazione e raffreddamento, utility e altre parti interessate del settore interagiranno sempre di più allo sviluppo e al supporto di roadmap affidabili per consentire l'adozione dell'AI. La collaborazione si estende agli strumenti di sviluppo basati sull'AI per accelerare la progettazione e la produzione di componenti standardizzati e personalizzati. Nel prossimo anno, i produttori di chip, i progettisti di infrastrutture e i loro clienti collaboreranno sempre di più e si orienteranno verso partnership industriali che consentano una vera integrazione tra IT e infrastrutture.

4. L'intelligenza artificiale rende la sicurezza informatica più complessa - e al tempo stesso più semplice. L'aumento di frequenza e gravità degli attacchi ransomware sta spingendo a considerare in modo nuovo e più ampio i processi di cybersecurity e il contributo che la community dei data center può dare alla prevenzione di tali eventi. Un terzo di tutti gli attacchi dello scorso anno ha riguardato una qualche forma di ransomware o di estorsione, e oggi i malintenzionati sfruttano gli strumenti di AI per intensificare gli assalti, ampliare la portata e adottare approcci sofisticati. Gli attacchi iniziano sempre più spesso con un hacking supportato dall'AI di sistemi di controllo, dispositivi embedded o hardware e infrastrutturali connessi, che non sempre sono stati nati per soddisfare gli stessi requisiti di sicurezza degli altri componenti della rete. Senza un'adeguata attenzione, anche il data center più evoluto può diventare inutilizzabile.

Poiché i criminali informatici continuano a sfruttare l'Ia per intensificare la frequenza degli attacchi, gli esperti di cybersecurity, gli amministratori di rete e gli operatori di data center devono tenere il passo mettendo a punto le rispettive tecnologie di sicurezza AI più avanzate. Sebbene i capisaldi e le best practice della difesa integrata e dell'estrema accuratezza rimangano invariati, il cambiamento in termini di tipologia, origine e frequenza degli attacchi aggiunge complessità alle iniziative di cybersecurity.

5. Le normative governative e industriali affrontano il tema dell'applicazione dell'AI e dell'utilizzo dell'energia. Mentre le nostre previsioni per il 2023 si concentravano sulle normative governative per l'uso dell'energia, per il 2025 ci aspettiamo che le normative affrontino sempre più l'impiego dell'Ia stessa. I governi e gli enti regolatori di tutto il mondo stanno accelerando la valutazione delle implicazioni dell'Ia e lo sviluppo di una governance per il relativo utilizzo. La tendenza verso un'Ia sovrana - il controllo o l'influenza di una nazione sullo sviluppo, la diffusione e la regolamentazione dell'Ia e i quadri normativi volti a governare l'Ia - è al centro della legge sull'intelligenza artificiale dell'Ue e della legge cinese sulla sicurezza informatica e del framework di governance sulla sicurezza dell'Ia. La Danimarca ha recentemente inaugurato il proprio supercomputer sovrano per l'Ia e molti altri Paesi hanno intrapreso progetti sovrani sull'Ia e processi legislativi per definire quadri normativi, un’indice della traiettoria di questa tendenza. Una qualche forma di regolamentazione è inevitabile e le restrizioni sono possibili, se non probabili.

Le fasi iniziali si concentreranno sull’applicazione della tecnologia, ma con l’intensificarsi dell’attenzione sul consumo di energia e acqua e sulle emissioni di gas serra, le normative potrebbero estendersi anche alle applicazioni di Ia e al consumo delle risorse dei data center. Nel 2025, la governance continuerà a essere locale o regionale piuttosto che globale, e la coerenza e il rigore dell'applicazione varieranno ampiamente.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: