A Cuba il Natale arriva accompagnato da una grossa novità: il governo ha annunciato la liberalizzazione del mercato delle auto "km 0", abolendo il precedente sistema di permessi e permettendo che il prezzo deiveicoli sia fissato dal mercato, e cioè dall'offerta e dalla domanda.
L'annuncio rappresenta una piccola "revolucion" nell'isola, visto tra l'altro che il sistema di compravendita delle vetture è in vigore dalla Rivoluzione, quella vera, del 1959 di Fidel Castro.
Il governo ha quindi deciso la "liberalizzazione" della vendita di motociclette, automobili, furgoni e minibus, nuovi o usati, a prezzi "simili a quelli registrati nel mercato fra privati", misura che per i cubani dovrebbe portare ad un'attesa modernizzazione del parco macchine. I turisti vedranno a loro volta scomparire dalle strade dell'Avana quello che rimane uno dei simboli della Cuba comunista, e cioè le coloratissime macchine risalenti a prima del '59, in molti casi decapottabili. Per esempio, le auto americane degli anni '50, quali le Oldsmobile e le Chrysler: belle da vedere, ma degne ormai di finire al museo, non certo di circolare per le strade del paese. Oppure, le Lada risalenti agli anni dell'asse Cuba-Urss.
Finora i cubani potevano vendere e comprare veicoli usati a prezzi fissati dallo Stato, sulla base di un decreto di tre anni fa, ma non avevano accesso a quelli km 0 (cioè già immatricolati ma che non hanno ancora percorso strada), venduti esclusivamente a persone selezionate dalle autorità. Questa nuova "reforma" elimina invece le autorizzazioni emesse dal ministero dei Trasporti, così come altri meccanismi di approvazione diacquisto dei mezzi. Una conferma, tra l'altro, del processo di cambiamento in atto nell'isola, almeno sul fronte dell'economia.
Secondo fonti di stato, il sistema in vigore era "non solo burocratico, ma lasciava spazio alla speculazione e all'arricchimento", chiaro riferimento al mercato nero della vendita di autorizzazioni per l'acquisto delle vetture. La transizione al nuovo sistema, hanno sottolineato le autorità, sarà comunque graduale.