Corrono ai ripari le case automobilistiche giapponesi che stanno adottando una serie di misure per tornare ad essere competitive nel mercato europeo, puntando sull'uscita di nuovi modelli con piccoli motori diesel a basso consumo abbinati ad interni raffinati ed eleganti. Una decisione - come riporta l'agenzia Reuters - che arriverebbe in seguito alla diminuzione delle proprie vendite complessive (ad agosto in Giappone anche la produzione è calata del 7,6%) contro un vero e proprio exploit messo in atto dai rivali coreani Hyundai e Kia. Per questo motivo - si precisa - i costruttori nipponici hanno deciso di tagliare i costi e di investire gli utili (derivanti da uno yen più debole) per assicurarsi una forte crescita in Europa nei prossimi anni.
A causa di terremoti, tsunami e inondazioni che hanno sconvolto la catena mondiale di fornitura, due anni fa, le aziende tra cui Mazda e Toyota, hanno deciso inizialmente di concentrarsi sulle loro posizioni solide in Nord America. Le vendite in Europa, di conseguenza, ne hanno risentito ma adesso la situazione si sta evolvendo con le case giapponesi che hanno deciso di puntare proprio sul mercato del Vecchio Continente, il più esigente in termini di efficienza del carburante, design, guidabilità e qualità dei materiali.
Un esempio lampante è arrivato con il Salone di Francoforte dove le giapponesi hanno lanciato la sfida all'Europa proponendo modelli adatti alle richieste del mercato del Vecchio Continente. Basti pensare alla Mazda3, pronta a competere sul mercato con Vw Golf e Giulietta Alfa Romeo, ma anche il successoregistrato dalla casa lo scorso aprile con il lancio del crossover CX-5. Le case giapponesi hanno a lungo beneficiato della reputazione di affidabilità fino a quando i costruttori coreani non si sono imposti sul mercato portando linee eleganti, abbinate a prezzi accessibili e garanzie di cinque o sette anni.
Una situazione che ha spinto le sudcoreane ad imporsi anche sui mercati del Sud Europa. E mentre lo scorso anno la quota di Kia e Hyundai in Europa è balzata al 6,1% dal 3 per cento del 2008, sette marchi del Giappone hanno riportato un tonfo all'11,8% dal 13,7%. Peggio sarebbe stato se non ci fossero stati modelli pronti a catalizzare i gusti e le preferenze degli automobilisti europei, come ad esempio il best seller NissanQashqai. Dal canto loro le coreane, che oggi possono contare su linee studiate da designer strappati alla concorrenza tedesca, si sono scrollate di dosso la reputazione di costruire auto brutte e inaffidabili passando ad offrire vetture anche esteticamente molto valide come la Hyundai i30 e la Kia Sportage, realizzate in impianti produttivi europei dove si spende circa 2,6 miliardi di euro per produrre.
Ad agosto, Hyundai ha eclissato Nissan, il più europeo dei marchi giapponesi, diventando il secondo brand asiatico più venduto in Europa immediatamente alle spalle del colosso Toyota. Ma le case nipponiche sono corse ripari migliorando la gestione e l'handling delle proprie vetture: tra le prossime uscire sono previste la nuova Auris Touring di Toyta e la Civic Tourer di Honda, un modello sviluppato per la prima volta da un europeo e dotato di sospensione posteriore adattabile per rispondere alle esigenze dei clienti locali che sognano un'auto dal carattere sportivo.