Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative - Ansa
La cooperazione rappresenta un attore importante dell’economia nazionale, con un ruolo significativo nella creazione di
valore, redditi, occupazione e coesione sociale. Tanto che è perfino riconosciuta nella Costituzione. Le cooperative non bancarie analizzate dal Rapporto Euricse hanno registrato un fatturato di 122 miliardi di euro nel 2021, con particolare rilievo nei settori
agricolo, produzione e lavoro, consumo e sociale, che arriva a quasi 140 miliardi (137,7 miliardi) se si considerano anche le imprese non cooperative controllate dalle stesse. Le banche di credito cooperativo hanno registrato finanziamenti lordi per 142 miliardi di euro nel 2022, con un aumento del 10,9% rispetto al 2018. Sul fronte occupazionale, nel 2021, le cooperative (incluse le Bcc) hanno creato 1,6 milioni di posizioni lavorative. I settori che beneficiano maggiormente dell’apporto della cooperazione (cooperative + controllate) sono la sanità e assistenza sociale e l’agroalimentare con una percentuale d’incidenza sul valore aggiunto rispettivamente del 7,3% e del 7%. Segue il trasporto con il 5,9%. Le opportunità di impiego offerte dalle cooperative si concentrano principalmente nei settori delle cooperative di produzione e lavoro, che rappresentano il 39,4% delle posizioni lavorative totali, seguite dalle cooperative sociali con il 39,3%. I settori dell’assistenza sanitaria e sociale e dei servizi di supporto alle imprese rappresentano le principali aree di sbocco occupazionale. Le cooperative si distinguono per la loro significativa presenza femminile nell’occupazione. Infatti, il 53,1% delle posizioni lavorative all’interno delle cooperative è occupato da donne. Questo dato evidenzia l’importante contributo delle cooperative nel promuovere l’occupazione femminile e garantire opportunità di lavoro paritario. Inoltre, il 18,1% delle posizioni lavorative è ricoperto da lavoratori con meno di 30 anni, mentre il 19,2% è occupato da persone con 55 anni o più. L’impiego a tempo parziale varia a seconda del settore cooperativo, con oltre il 70% delle posizioni lavorative nelle cooperative sociali occupate a tempo parziale, offrendo una flessibilità lavorativa per i dipendenti.
In questa fase, tuttavia, le imprese sono in affanno e il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini punta il dito sul paradosso del lavoro: «Cala la disoccupazione al 7,2% con gli occupati che sfiorano i 24 milioni, ma sono 12.377.000 gli inattivi, vale a dire un terzo della popolazione tra i 15 e i 64 anni. Le imprese sono pronte ad assumere, ma circa la metà dei lavoratori richiesti è difficile da reperire. Solo a marzo 2024 su 447mila posti di lavoro, il 47,8% è stato di difficile reperimento. La mancanza di personale è il
principale ostacolo anche per la crescita delle cooperative, per una su due è un problema oramai strutturale».
Accordo Legacoop-Randstad per selezione e formazione
Legacoop e Randstad hanno siglato un accordo per selezionare e formare personale con competenze richieste dalle cooperative, per un fabbisogno stimato di 30mila unità. L'intesa si rivolgerà anche a lavoratori extra Ue, con un'attività di ricerca svolta direttamente nei loro Paesi di provenienza. «L'accordo - si legge - punta a sviluppare e qualificare l'offerta di figure professionali sul mercato del lavoro italiano per garantire un allineamento delle competenze necessarie al soddisfacimento delle esigenze espresse dalle imprese cooperative aderenti a Legacoop». «Ci proponiamo - spiega Simone Gamberini, presidente Legacoop - di dare risposte efficaci a un problema, quello della carenza di manodopera legato anche al mismatch tra le abilità richieste per ricoprire le mansioni individuate e quelle disponibili sul mercato del lavoro, che il 41% delle nostre cooperative denuncia come un serio ostacolo allo sviluppo delle proprie attività». «È un grande piacere affiancare Legacoop e l'ecosistema di cooperative che rappresenta, offrendo le nostre competenze in qualità di "partner per il talento" al fine di rispondere efficacemente al costante e crescente fabbisogno di nuovi profili specializzati», afferma Marco Ceresa, ceo di Randstad Group Italia. L'area geografica dove viene registrata la carenza maggiore di manodopera è il Nord (47%), mentre a livello settoriale al primo posto figura l'edilizia (52,8%), seguita dai servizi e dalla logistica (47,4%), dalla cooperazione sociale (44,3%) e dall'agroalimentare (41,3%). Spetterà a Legacoop individuare le competenze presenti nel proprio ecosistema sul terreno dell'accoglienza e dell'intermediazione culturale, per creare una filiera cooperativa in grado di intercettare, con l'ausilio di Randstad, nuovo personale, già presente o meno in Italia, proveniente da Paesi extra Ue.
Cfi a sostegno delle imprese cooperative e sociali
Rafforzare e far crescere in tutta Italia imprese sociali in forma cooperativa. L’attività del 2023 di Cfi-Cooperazione Finanza Imprese, investitore istituzionale partecipato e vigilato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, è stata caratterizzata proprio dalla prosecuzione della sua missione istituzionale in attuazione della legge Marcora. L’esercizio del 2023 è stato caratterizzato soprattutto dall’avvio del progetto Small2Big, il progetto dell’Unione Europea promosso e sviluppato da Cfi per favorire lo sviluppo del mercato finanziario delle imprese sociali piccole e medie favorendone percorsi di capitalizzazione e consolidamento patrimoniale. Un’iniziativa - unica in Italia- che a un anno di distanza ha già consentito di raggiungere importanti risultati. Ma non solo: nel 2023 è continuata l’opera di promozione e sviluppo dei progetti di Wbo-Workers Buyout, in collaborazione con le associazioni cooperative di settore, i fondi mutualistici delle associazioni cooperative, i sindacati, i partner finanziari (in particolare Banca Popolare Etica e Cooperfidi Italia) più orientati al sostegno del movimento cooperativo, nonché con le istituzioni e gli enti pubblici nazionali e regionali.
«Una crescita - sottolinea Mauro Frangi, presidente di Cfi - testimoniata dal valore complessivo degli impieghi netti in essere che raggiunge i 69,1 milioni di euro, di cui 45,5 milioni con fondi propri della società e 23,6 milioni con fondi pubblici in gestione. Ma l’aspetto più importante è la crescita delle imprese cooperative partecipate da Cfi. Ben 200 imprese partecipate, due terzi delle quali ha chiuso il proprio bilancio con risultati economici positivi. Un sistema che sviluppa una patrimonializzazione complessiva di 338 milioni di euro, realizza un volume della produzione di 1.084 milioni di euro, con una crescita rispetto all’anno precedente di ben il 22,9% e garantisce lavoro a ben 10.618 occupati».
Small2big è una sorta di “rampa di lancio” per sostenere a crescita di quelle realtà cooperative che rischierebbero di rimanere ai margini. L’obiettivo del progetto - unico finanziato dalla Commissione Ue in Italia - è quello di garantire investimenti per almeno 8 milioni di euro, attraverso interventi in equity, o quasi-equity, ciascuno dal taglio inferiore a 200mila euro, a sostegno di almeno 50 imprese sociali pmi in forma cooperativa, per favorire percorsi di crescita in termini di capitalizzazione, dimensione e competenze.
Nel corso dell’esercizio 2023 Cfi ha deliberato i primi 14 interventi Small2Big: sei in Lombardia, quattro in Sicilia, due in Veneto e uno ciascuno in Piemonte e Sardegna. Cooperative attive in settori molto diversi tra loro - dal lavoro agricolo per la valorizzazione di imprese confiscate alla criminalità organizzata o per il reinserimento sociale e lavorativo di detenuti, all’erogazione di servizi sanitari e ospedalieri, dalla progettazione di servizi di riqualificazione urbana e efficientamento energetico alla realizzazione di contenuti digitali educativi per le scuole, dal sostegno alla disabilità attraverso l’erogazione di servizi socio sanitari all’inserimento lavorativo di persone diversamente abili attraverso la gestione di attività commerciali e di ristorazione - in grado di generare uno straordinario impatto in termini di occupazione, inclusione sociale, sostenibilità ambientale.
In particolare, Cfi ha deliberato alle 14 imprese beneficiarie del progetto l’apporto complessivo di 1,9 milioni di euro a titolo di capitale sociale, 0,49 milioni di euro a titolo di prestiti agevolati e di 1,7 milioni di euro a titolo di finanziamenti a lungo termine a tasso zero, per un investimento complessivo di risorse pari a 3,6 milioni di euro.
Durante il 2023, il Consiglio di amministrazione ha deliberato 36 nuovi interventi (36 interventi anche nel 2022 e 30 interventi nel 2021) in favore di 32 imprese cooperative (come nel 2022), per un valore complessivo di euro 12.560.000 (contro euro 20.520.000 del 2022 ed euro 14.079.000 del 2021).
Con riferimento alla tipologia delle cooperative finanziate si conferma che il sostegno alle operazioni di Wbo costituisce la missione fondamentale e l’impegno prioritario della società. Nel 2023 i Wbo hanno, infatti, rappresentato il 43% del totale degli interventi deliberati (effettuati su 10 interventi per complessivi 304 addetti), a fronte del 22% investito in altre cooperative di lavoro (6 interventi per complessivi 115 addetti) e del 35% investito in cooperative sociali (20 interventi per complessivi 1.047 addetti).
Gli investimenti deliberati hanno riguardato imprese attive nelle regioni del Nord per il 55% (75% nel 2022), del Centro per il 28% (14% nel 2022) e del Sud per il 17% (11% nel 2022). Il maggior equilibrio territoriale registrato trova conferma nella distribuzione regionale degli interventi deliberati che riflette, ovviamente, la diversa forza e presenza del movimento cooperativo nelle differenti regioni del Paese e vede prevalere l’Umbria (5 interventi per il 27% delle risorse), seguita dall’Emilia Romagna (sei interventi per il 24% delle risorse complessive deliberate) e dal Veneto (interventi per il 16% delle risorse).
I finanziamenti erogati nel 2023 hanno riguardato cooperative Wbo per il 58% del totale dell’erogato (13 interventi), a fronte del 12% erogato ad altre cooperative di lavoro (sette interventi) e del 30% erogato a cooperative sociali (15 interventi).
La distribuzione regionale degli interventi erogati vede prevalere l’Emilia-Romagna (otto interventi per il 30% delle risorse complessive erogate), seguita dall’Umbria (5 interventi per il 16% delle risorse) e dalla Lombardia (dieci interventi per il 15% delle risorse). Al Sud – in un contesto di contrazione degli impieghi erogati rispetto all’esercizio precedente – spicca il buon risultato conseguito in Sicilia (quattro interventi per il 6% delle risorse erogate)
Cooperative romagnole pronte ad assumere 3mila persone
Legacoop Romagna, Federcoop Romagna e Randstad rinnovano la collaborazione che ha portato a stipulare oltre 800 contratti di lavoro nel 2023. «Un protocollo pioniere», sottolinea la centrale, tanto da portare anche Lagacoop nazionale a sottoscriverne uno. «Visti gli importanti risultati raggiunti, abbiamo deciso di rinnovare la nostra relazione con Randstad, al fine di fornire una risposta concreta alla ormai cronica difficoltà di reperire personale registrata da quasi tutte le filiere che associamo nelle province di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna», sostiene il presidente di Legacoop Romagna e di Federcoop Romagna Paolo Lucchi. Nel 2024, aggiunge, le cooperative socie avranno «necessità di assumere 3.300 persone» e il rinnovo con Randstad consente di «ridurre il gap negativo della ricerca di personale». Più nel dettaglio dei dati del 2023, il 55% dei contratti sono stipulati con donne, mentre la durata media è stata di quattro mesi. I settori maggiormente coinvolti sono stati rispettivamente l'alimentare, con oltre 200 contratti, l'agricoltura con poco meno di 200 contratti e infine il settore dei servizi alle imprese, con poco più di 100. Tantissimi i profili ricercati: addetto alle vendite, banconista, cassiere, potatore, trattorista e impiegato amministrativo sono alcuni esempi
Coop, giro d'affari da 16,4miliardi e 59mila dipendenti
Nel 2023 Coop e le cooperative associate hanno continuato il positivo percorso di riposizionamento che centra gli obiettivi prefissi. Un giro d'affari complessivo che raggiunge i 16,4 miliardi di euro, +2% rispetto all'anno precedente (oltre 14,8 miliardi quello sviluppato solo dalla parte retail in crescita rispetto all'anno precedente di un +2,9%) l'occupazione generata si attesta poco sotto i 59mila dipendenti, con una flessione dell'1,5% rispetto all'anno precedente frutto della riconfigurazione della rete vendita. Contemporaneamente aumenta la percentuale di donne in ruoli direttivi sfiora il 35% (34,85). Un dato da anni in crescita che testimonia l'impegno di Coop sui temi dell'inclusione e della parità di genere. Non a caso lo scorso febbraio Coop, prima nella Grande Distribuzione Organizzata, ha ottenuto la Certificazione della Parità di Genere secondo la Uni Pdr 125. Immutato il dato della base sociale; sono oltre 6,2 milioni i soci (oltre un quarto delle famiglie italiane è proprietaria delle 75 cooperative associate) con una prevalenza di donne (58,1%). La quota di mercato si attesta al'11,4% del totale Gdo, in leggera riduzione -0,3% rispetto all'anno precedente, confermando il posizionamento di Coop al secondo posto tra le insegne della grande distribuzione italiana.
Entrando nel dettaglio, nel 2023 l'aggregato delle sette cooperative più grandi fa segnare risultati economici in netto miglioramento rispetto agli anni precedenti. Il risultato d'esercizio torna stabilmente positivo (0,2% del fatturato) con un incremento di oltre 115 milioni sull'anno precedente. Un miglioramento dovuto al miglioramento del Valore Aggiunto (15,8% e +1 pp sul 2022) e ad un contenimento dei costi che ha dovuto comunque tenere conto dell'incremento dei costi energetici e dei primi effetti del percorso di rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. L'Ebitda si attesta al 3,7% e lo stesso Ebit torna prossimo alla parità (-0,2%) pur in un anno segnato dagli effetti delle dinamiche inflattive, delle conseguenti difficoltà della domanda finale e dall'inasprimento della competizione (soprattutto) dei discount. Si conferma, peraltro, la forte patrimonializzazione delle cooperative (6,5 mld il capitale proprio) e la progressiva riduzione dell'indebitamento, in particolare quello a breve termine (in riduzione di 1,1 miliardi nell'ultimo anno). Il prestito sociale si attesta poco sopra i 7,2 miliardi con oltre 1 milione di soci prestatori, a cui le cooperative hanno distribuito 23 milioni di interessi.
Per Coop è stato anche l'anno in cui può dirsi sostanzialmente arrivato a conclusione (a parte alcuni segmenti merceologici) il progetto di riposizionamento che ha portato a scaffale nell'arco di due anni circa 5.000 nuovi prodotti a marchio (tra proposte fino ad oggi inedite, riformulazioni e cambi di packaging). Un'innovazione nell'offerta complessiva che ha fatto sì che la marca Coop diventasse leader nell'80% delle categorie con un tasso di penetrazione che supera il 95% (ovvero il 95% dei soci e consumatori Coop ha messo nel carrello almeno un prodotto a marchio). L'incidenza sul totale delle vendite ha superato il 40% e a fine 2023 il fatturato generato dal prodotto a marchio Coop ha toccato i 4,5 miliardi di euro. Al centro dell'iniziativa rimane prioritaria la difesa del potere di acquisto dei soci e dei consumatori Coop.
Rinnovato il contratto nel settore della distribuzione cooperativa
Via libera al rinnovo del contratto di lavoro nella distribuzione cooperativa. Il nuovo accordo siglato da Confcooperative Consumo e Utenza, Ancc-Coop, Agci Settore consumo e le organizzazioni sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs prevede un aumento a regime di 240 euro lordi al quarto livello e una tantum di 350 euro riparametrati e riproporzionati per tutte le posizioni.
Rafforzate anche le misure a sostegno del welfare per gli oltre 60.000 lavoratori delle cooperative coinvolte: permessi aggiuntivi alle neomamme, incentivi economici ai padri che decidono di fruire del congedo facoltativo in alternativa alla madre, facilitazioni per la fecondazione assistita e per i ricongiungimenti familiari. Sono previsti inoltre congedi e facilitazioni per le donne vittime di violenza ed è stato riconosciuto un mese di congedo retribuito per i malati oncologici al termine del periodo di comporto. Confermate inoltre le numerose norme sociali già vigenti nel contratto della cooperazione, benché più onerose rispetto a quelle delle imprese private.
«Questo contratto rappresenta il giusto equilibrio per entrambe le parti – commenta la vicepresidente di Confcooperative Consumo e Utenza Clara Mazzucchi –. siamo riusciti a tutelare allo stesso tempo l’interesse dei lavoratori e le piccole cooperative che rappresentiamo, che danno lavoro a 60mila dipendenti per il 90% assunti con contratti a tempo indeterminato, erogano 1,8 miliardi di euro tra retribuzioni e oneri sociali e investono 20 milioni in percorsi formativi. Cooperative che spesso rispondono a bisogni di comunità e territori di scarso interesse per le grandi imprese. Significative anche le misure a sostegno della genitorialità e per le pari opportunità, tema caro al mondo cooperativo».
L’accordo assicura alle imprese cooperative una gradualità nelle dinamiche del costo del lavoro in un quadro di sostenibilità economica.
L'Europa riconosca il ruolo chiave delle cooperative
Rafforzare il sostegno alle imprese dell’economia sociale che in Europa rappresentano l’8% del prodotto lordo con oltre 2,8 milioni di imprese e associazioni che danno lavoro a 13,6 milioni di persone. A chiederlo è l’Alleanza delle Cooperative. Dalla cooperazione arriva anche la richiesta di più attenzione ai settori primari dell’agroalimentare in chiave di transizioni verde e il riconoscimento della funzione che può avere la cooperazione nella transizione digitale. Va rafforzato, inoltre, il ruolo delle comunità energetiche per produrre energia più sostenibile e va riconosciuta una fiscalità che sostenga le imprese sociali e i worker buy out. «La legislatura europea che si conclude, contrassegnata da emergenze senza precedenti, dal Covid all’aggressione russa all’Ucraina alla crisi energetica, ci ha consegnato una Unione Europea all’altezza di queste sfide epocali. Una occasione per confermare e potenziare l’Ue come grande soggetto internazionale democratico. Il movimento cooperativo è europeista da sempre, per una Europa dei diritti, del lavoro, del welfare, delle persone, di tutte le imprese e per un’economia europea che metta al centro questi valori e non solo i capitali finanziari», spiega l’Alleanza. Tra le richieste al Parlamento europeo:
Sostegno alle imprese dell’economia sociale: Includere tra le priorità per il periodo 2024-2029 il sostegno alle imprese dell’economia sociale e la creazione di un portafoglio ad hoc. Riconferma per l’intergruppo per l’economia sociale per proseguire nel confronto tra la politica e gli stakeholders europei e nazionali.
Transizione verde: Recuperare un metodo di dialogo e di confronto tra istituzioni e rappresentanti delle imprese. È indispensabile non solo riconciliare la mitigazione del cambiamento climatico con l’attività del settore agroalimentare e della pesca ma anche riposizionare il ruolo di queste attività primarie come asset strategico per l’Europa.
Transizione digitale: È un percorso nel quale l’Alleanza è fortemente impegnata nel coinvolgimento delle proprie cooperative. Per questo va riconosciuto il ruolo che il modello cooperativo può ricoprire in materia di gestione dei dati nell’interesse più ampio della collettività e nelle piattaforme digitali per garantire maggiore tutela ai lavoratori
Economia e fiscalità: Consolidare il Recovery Fund con dotazione finanziaria significativa per agganciare le grandi sfide relative alle riforme e agli investimenti necessari per restare competitivi. In materia di fiscalità, alle iniziative legislative comunitarie chiediamo un regime favorevole allo sviluppo delle imprese dell’economia sociale con particolare riferimento alla detassazione degli utili destinati a riserva indivisibile e a possibili esenzioni per facilitare la creazione di workers buy out.
Normativa bancaria Il riconoscimento strutturato della proporzionalità delle misure regolatorie e di controllo continua a essere la priorità per le banche di credito cooperative.
Energia Completare la realizzazione di un modello energetico sostenibile, democratico, partecipato, cooperativo, resiliente, attribuendo priorità assoluta all’amplificazione del ruolo delle comunità energetiche in forma cooperativa e promuovendo autoconsumo individuale e collettivo, nonché forme mutualistiche senza scopo di lucro di acquisto collettivo di beni e servizi energetici in forma cooperativa.