Il premier arrivato a Taranto nel pomeriggio del 24 ha capito subito che non sarebbe stata una vigilia di Natale come le altre. Il programma prevedeva in primis la visita al reparto di Oncoematologia Pediatrica, quello appena aperto non grazie allo Stato, ma con donazioni e raccolte fondi tv, con Nadia Toffa testimonial. Una visita che non c’è stata: da qualche minuto un bambino di dieci anni aveva perso la sua battaglia. Il presidente del Consiglio ha deciso quindi, per rispetto del dolore della famiglia, di evitare saluti nel reparto. Personale medico, istituzioni locali e alcuni genitori di piccoli degenti, li ha incontrati all’ingresso dell’ospedale. Un lungo colloquio con il primario di pediatria ed oncoematologia pediatrica Valerio Cecinati, con il direttore generale Stefano Rossi. «Ha chiesto maggiori notizie sul reparto. Quanti posti letto abbia, quale sia la situazione. Gli abbiamo ribadito che abbiamo bisogno di medici. Io gli ho detto che questo è il primo Natale che passo senza mio figlio, morto per un tumore a quindici anni e che quella fabbrica va chiusa senza se e senza ma», spiega una mamma all’uscita dall’incontro.
Il capo del governo ha rilasciato qualche dichiarazione ai giornalisti «per rispetto alla vostra attesa, ma non volevo che si sapesse che venivo a Taranto. Stiamo lavorando al piano industriale – ha ribadito – e abbiamo ormai confermato che ci sarà il coinvolgimento dello Stato. Vogliamo rendere lo stabilimento sempre più decarbonizzato. Lo Stato è una garanzia per tutti, anche per quanto riguarda il controllo interno allo stabilimento produttivo. Sono venuto perché avevo detto che sarei tornato qui, per portare non solo la vicinanza mia ma di un’intera nazione, ad una città che ha sofferto molto». E sul Cantiere Taranto, una serie di soluzioni per diversificare l’economia della città, spiega: «Abbiamo approvato delle misure, altre le stiamo mettendo a punto. Sono molto fiducioso perché l’Italia è una nazione del G7, è impossibile che non riesca a rilanciare una città. Se il sistema-Italia si concentra e decide che è venuta l’ora del riscatto di Taranto, state tranquilli che il riscatto ci sarà».
Poi è stata la volta dell’incontro con delegati sindacali e operai all’interno della fabbrica, dove è arrivato insieme al governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano. Due ore in cui il capo dell’esecutivo ha provato a tranquillizzare il mondo operaio. Presente anche l’amministratore delegato di Arcelor Mittal Italia, Lucia Morselli. Il premier ha incontrato nuovamente anche i sostenitori della chiusura, che con il dossier "Piano Taranto" chiedono stop, bonifica e riconversione dell’area ex Ilva.
La cena di Conte è stata invece insieme all’arcivescovo della diocesi ionica Filippo Santoro, al governatore pugliese Emiliano, al presidente della Caritas diocesana, don Nino Borsci. Al tavolo con loro gli ospiti del centro di accoglienza notturna, inaugurato come opera segno del Giubileo della Misericordia. «Siamo grati al presidente Conte – ha commentato monsignor Santoro – perché ha scelto un luogo di sofferenza, di povertà, in cui la Chiesa offre accoglienza. Nella mensa è stato a suo agio con gli ospiti, ascoltando le loro storie. Ha voluto salutare uno per uno tutti i presenti e poi era viva la totale identificazione con i problemi del territorio. Un segno di vicinanza ed attenzione. Lo abbiamo sollecitato a prendersi cura dei vari cantieri aperti. Ci ha garantito che darà seguito al Cantiere Taranto, ad un piano industriale rigoroso. Ci ha assicurato – ha concluso Santoro – che ci sarà un ingresso minoritario ma consistente dello Stato nel siderurgico».