Tredici reti territoriali di conciliazione, composte da aziende, soggetti pubblici e associazioni non profit. Più 1,5 milioni di euro di stanziamento per consulenti in grado di disegnare piani su misura per ogni neo mamma in azienda. È quanto ha fatto nel 2012 Regione Lombardia sul tema della conciliazione famiglia-lavoro, entrato nell'agenda politica del Pirellone nel 2010, con l'istituzione del Tavolo strategico per la conciliazione, un organismo voluto dalla Regione dove siedono le associazioni di categoria, i sindacati, le associazioni familiari. L'Istituto di ricerca regionale Eupolis presenta i dati sulle attività svolte nel 2012, a un anno di distanza dalla conclusione della ricerca. Nelle reti territoriali il ruolo di capofila è affidato alle Asl, che si coordinano con Regione, Province, Comuni, Camere di commercio e consiglieri delle pari opportunità trovare soluzioni alle neo mamme. A questo lavoro di coordinamento, si affiancano quello del consulente aziendale. Sono 107, di cui il 40% concentrate nella zona di Mantova, le aziende che ne hanno sperimentato l'aiuto. Uno sforzo importante ma non ancora sufficiente, secondo i risultati di Eupolis.Per quanto si sia ridotto il numero di neo genitori costretti a lasciare il posto di lavoro, la condizione delle mamme resta la più svantaggiata. Il 60% dei laureati è donna, il voto medio di laurea è di 104,3 contro il 101,6 dei maschi. Eppure per le donne è più difficile trovare un lavoro: lo trovano 77 laureate su cento, contro gli 86 uomini. Il salario, inoltre, in media è più basso: 76,5 euro contro i 109 degli uomini.